Meditazione Domenica XXIXa - Monastero del Bene Comune

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domenica 18 ottobre 2020

Meditazione Domenica XXIXa

 


Signore, fa che non spegniamo lo Spirito, che non disprezziamo le profezie, che sperimentiamo tutto e che tratteniamo solo il bene. Rendici ancora figli del giorno, Signore, ancora gente che crede solamente nella forza del Vangelo. Il tuo Cristo non ha mai avuto alcuna tenerezza per i politici e i cesari della terra, poiché “ i capi di queste nazioni signoreggiano e spadroneggiano e poi si fanno chiamare perfino benefattori”. Sia libera anche la tua chiesa d ogni cupidigia di possessi e di potere: altrimenti non sarà mai una chiesa di fratelli. Amen

Meditazione domenica XXIXa

Isaia 45, 1.4-6 1Ts 1, 1-5

Mt 22, 15-22

15 Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi.

16 Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno.

17 Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare? ”.

18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti, perché mi tentate?

19 Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro.

20 Egli domandò loro: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione? ”.

21 Gli risposero: “Di Cesare”. Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello cheè di Dio ”.

22 A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.


Il contenuto dell’attrito crescente tra Gesù e gli uomini dei poteri forti della politica e della religione è individuabile nelle azioni e nelle parole di Gesù. Egli rivela un Dio diverso da quello raccontato dal potere. Per quest’ultimo, tutto ciò che riguarda Dio fa parte del “sistema” ed è in funzione della legittimazione del potere stesso. La testimonianza di Gesù, invece, annuncia un Dio Padre che ama l’umanità. Gesù non annuncia un regno politicamente, economicamente, militarmente e gerarchicamente strutturato, dove il solito piccolo dio della religione di stato funge da garante dei poteri forti. Egli annuncia un Regno dove Dio è dalla parte dell’uomo che si trova in difficoltà di fronte alla vita; ne è suo alleato… “Beati i poveri, i miti, gli operatori di pace” … Quello di Gesù è il Dio delle prostitute, dei pubblicani e dei peccatori, che, prima del sabato, mette le esigenze dell’amore… Il Dio che sceglie i lontani perché il suo stile è quello di scegliere la pietra scartata per farne una testata d’angolo. Le due teologie perciò, quella del potere e quella di Gesù, sono irriducibili, e Gesù è la pietra d’inciampo per ogni espressione di potere che si alimenta di ingiustizia e sfruttamento dell’uomo. È questo il motivo per cui le due categorie di potere, i farisei sotto il profilo religioso e i gli erodiani, sotto quello politico, pur in perenne concorrenza tra loro, riguardo a Gesù fanno fronte comune nel tendergli l’insidia.

I farisei, anche per ragioni di ordine teologico, non sono d’accordo di pagare il tributo a Cesare, gli erodiani invece, essendo legati da interessi politici al potere romano, sì.

La struttura del brano è abbastanza semplice: ha come centro il quesito e la risposta intorno al tema delle tasse da versare nelle casse dell’impero. Tale nucleo centrale è preceduto da una riunione che invia i discepoli di una scuola farisaica in compagnia degli erodiani ed è seguito da un allontanamento da Gesù che sta ad indicare un’ulteriore presa di distanza. Sia nel loro ritirarsi, dunque, come nell’allontanarsi, l’evangelista pone in risalto come la mentalità di chi domina sugli altri sia distante dal vangelo.

La commissione degli inviati, usa parole di adulazione - Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno - , in realtà la loro è una parola falsa. Comunque Gesù non rifiuta loro la parola, ma la sua è, come sempre, una parola che mette in luce le intenzioni nascoste: “ Perché mi tentate ipocriti?”. In ogni caso, offre loro la possibilità di cambiare il loro rapporto con Dio e quindi con se stessi. Alla fine però se ne vanno. In questo loro andarsene, ancora una volta, sta il dramma del rifiuto.

La questione posta a Gesù contiene una duplice insidia, di tipo teologico e di carattere politico. Le tasse devono essere pagate al re che comanda su un territorio. Ora, il territorio di Israele è terra di Jhwh, come può dunque esserci un altro padrone? Il tranello è chiaro: se dice di non pagare, riconosce la signoria di Jhwh ma non quella di Cesare; se dice il contrario, sconfessa l’appartenenza teologica della terra promessa.

La risposta di Gesù non è sfuggente e nemmeno costituisce il principio di un trattato di diritto pubblico ecclesiastico utile alla chiesa per stipulare concordati.

Per Gesù è finalmente giunto il tempo di distinguere tra Dio e il potere. Cesare non è Dio e, soprattutto, Dio non è come Cesare. Il vangelo non accetta di sovrapporre, nemmeno lontanamente, l’idea di Dio all’immagine dell’imperatore e di ciò che lo riguarda. Il “vecchio dio”, quello dei privilegiati potenti invece, si confondeva invece con l’imperatore. I due erano in simbiosi fino al punto che persino il nostro immaginario continua a rappresentarselo come un “Signore onnipotente”. Perciò, i potenti, sostengono che Dio va trattato come un imperatore. Ma la risposta di Gesù, a ben guardare, non è una sentenza di principio, solleva invece un interrogativo più profondo, ed è questo: “Vi sembra che Dio vada considerato come un imperatore?”. L’imperatore esige tasse, sottrae per sè risorse alla povera gente. Il Dio di Gesù, è dalla parte della povera gente. Ciò che pertanto a lui va reso – rendete a Dio ciò che è di Dio – è l’amore e la cura per l’umanità.

Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempito la Legge”(Rm 13, 8)- Così Paolo traduceva il rendete a Dio ciò che è di Dio.

Dal Salmo 95

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.







Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • Nigeria: ancora proteste contro gli abusi della polizia che avrebbe ripetutamente abusato dei propri poteri e commesso violenza sui cittadini.

  • Giornata mondiale dell’alimentazione: oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso regolare a cibo sano e nutriente. l’Obiettivo Fame Zero sarà raggiungibile nel 2030 solo riesaminando i sistemi alimentari in modo equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

  • Caporalato. Sono circa 200mila i "vulnerabili" in agricoltura, gli "schiavi" della terra in mano a caporali e imprenditori sfruttatori. E più di 400mila gli irregolari. Immigrati e italiani.

  • Le forze di sicurezza algerine hanno arrestato migliaia di migranti e rifugiati, caricandoli su camion e autobus e trasportandoli nel deserto oltre il confine con il Niger


Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

  • Sono già 80 i ristoranti, le pizzerie e le paninerie che hanno aderito all’iniziativa di “Azione contro la fame” per alleviare chi soffre per la carenza di cibo nelle aree più povere del mondo

  • Premio Castelli: per la prima volta online la premiazione del concorso letterario è riservato ai carcerati italiani che raccontano come vedono “il mondo di fuori".

  • Non lontano dal Lago Victoria (Tanzania) il Villaggio San Francesco, costruito su un terreno di proprietà della Chiesa, accoglie 49 bambini dai 3 ai 12 anni, tutti orfani, alcuni albini.

  • Un aiuto del Papa agli immigrati di Rosarno e a tutti i poveri della Piana di Gioia Tauro. Lo ha portato l’Elemosiniere di Papa Francesco, cardinale Konrad Krajewski.

  • Il valore del lavoro straniero in Italia è di 147 miliardi, pari al 9,5% del Pil.

  • L’organizzazione britannica per la libertà di espressione Pen ha assegnato lunedì il prestigioso premio letterario per lo Scrittore Internazionale di Coraggio 2020 al poeta e giornalista eritreo Amanuel Asrat, disperso in una prigione nel suo paese dal settembre 2001

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo








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