Meditazione 2a domenica di Quaresima B - Monastero del Bene Comune

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domenica 28 febbraio 2021

Meditazione 2a domenica di Quaresima B

 Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • Etiopia. Sarebbero oltre duecento le vittime di un raid attribuito a soldati eritrei nella città di Axum. Rimane grave la situazione umanitaria.

  • Attacco ad una scuola in Nigeria. È un drammatico copione che si ripete: uomini armati fanno irruzione in una scuola: rapite oltre 300 studentesse.

  • Nuovo naufragio nel Mediterraneo. Ancora decine di vittime nell'indifferenza globale. L’ONU e il centro Astalli rilanciano l'obbligo del soccorso in mare. La pericolosità del territorio libico da cui le persone migranti fuggono e nel quale non possono essere rimandate per i rischi troppo elevati.

  • È stato di emergenza nello Stato brasiliano di Acri, nella sezione occidentale dell’Amazzonia, dove le piogge torrenziali hanno causato in questi giorni esondazioni e alluvioni in diverse località, lasciando senza casa migliaia di famiglie, in un momento già molto critico a causa della pandemia del Covid-19. I più colpiti sono i poveri che vivono sulle rive dei fiumi.

  • Cordoglio unanime nella comunità internazionale per l’uccisione, in Repubblica Democratica del Congo, dell’ambasciatore italiano, Luca Attanasio, del carabiniere di scorta e dell’autista del convoglio attaccato da ribelli armati.

  • Sud Sudan: in aumento i conflitti, oltre 7 milioni di persone in grave insicurezza alimentare acuta

  • I combattimenti in molte parti del Sud Sudan “sono aumentati, toccando i livelli più gravi da quando il conflitto è iniziato nel 2013”.

  • Un uomo politico rwandese, oppositore di Paul Kagame, esiliato in Sudafrica e coordinatore del Congresso nazionale rwandese (Rnc), è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Città del Capo.

  • Gli Stati Uniti hanno compiuto un raid aereo contro una struttura legata a una milizia filoiraniana in Siria. Sarebbero rimasti uccisi 22 miliziani.

  • La polizia dell'Ecuador ha confermato che più di 50 prigionieri sono morti come conseguenza di rivolte esplose in tre carceri del Paese.

  • India: resta in carcere Disha, la Greta indiana procontadini. Accusata di sedizione.

  • Pakistan. Uccise almeno quattro donne che lavoravano un’organizzazione no-profit Sabawoon e insegnavano ad altre donne lavori artigianali.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

  • Svolta storica in Virginia: lo Stato abolisce la pena di morte. Il Congresso statale negli Usa ha approvato una legge che cancellerà la pena capitale.

  • Le Caritas del Nord-Est si mobilitano per i migranti dei Balcani bloccati negli oltre 70 campi della Bosnia-Erzegovina: un congelamento politico e burocratico dovuto alle ambiguità di un'Unione Europea che ha blindato le proprie frontiere ed ha chiuso gli occhi davanti a violenze e soprusi.

  • G20, organizzazioni cattoliche: subito moratoria del debito per Paesi poveri. Insieme per chiedere ai grandi della Terra la solidarietà per le economie e i Paesi più vulnerabili.

  • Cile: sempre più diocesi si mettono a disposizione per le vaccinazioni. I vescovi del Cile ritengono che il vaccino contro il Covid-19 sia una priorità, tanto che diverse diocesi hanno messo a disposizione le loro chiese per facilitare la campagna di vaccinazione.

  • La campagna solidale avviata dalla Conferenza episcopale peruviana, in collaborazione con la Società nazionale delle industrie e con l’Università Sant’Ignazio di Loyola, allo scopo di fornire attrezzature mediche per aiutare a combattere il Covid-19 in tutto il Paese, è riuscita a raggiungere un importante risultato.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeterno cantabo.



Donaci la fede, o Padre! Quella fede che è certezza di cose non dimostrabili, adesione consapevole alla tua infinita compassione, quella fede che sola può dare la forza di continuare il cammino. Amen

Gen 22,1-2.9.10-13.15-18 Rm 8,31-34

Mc. 9, 2-10

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.



Il racconto presenta parecchi elementi che evocano le manifestazioni del divino (teofanie): la trasformazione luminosa di Gesù, l'apparizione di Elia con Mosè, la nube che adombra, la voce dall'alto...

Per chi è abituato a frequentare il Primo Testamento, non trova in questa narrazione un'assoluta novità. Gli elementi descritti costituiscono, per così dire, l'espressione classica di quasi tutte le manifestazioni divine. Pertanto, non dobbiamo ricercare l'esattezza di un fatto cronologico ma il messaggio che passa necessariamente attraverso una mediazione simbolica.

Dobbiamo, prima di tutto, predisporci alla comprensione del testo attraverso uno sguardo semplice del contesto. Ci troviamo oltre la metà del racconto di Marco, esattamente dopo il momento in cui la crisi nel gruppo dei discepoli si fa più esplicita poiché Gesù ha dichiarato apertamente di voler essere fedele alla sua strada che lo porterà a pagare col prezzo della vita la fedeltà alla sua vocazione. Pietro, ma per certi versi anche i fratelli Giacomo e Giovanni, sono i portavoce del malcontento del gruppo: non sono d'accordo che Gesù paghi con la condanna, quindi col fallimento, il prezzo di fedeltà al cammino intrapreso. Di questo passo, temono, si troveranno sempre dalla parte dei perdenti, con il rischio che per loro le cose non cambieranno mai. Questo è il punto: Gesù obbedendo alla parola di Dio, ovvero assimilando il senso profondo della testimonianza della Parola, ha orientato la sua esistenza a mettersi dalla parte dei perdenti divenendo lui stesso un perdente. La Parola di Dio gli ha rivelato nella sua coscienza che la sua strada vincente è di essere un perdente. Gesù vince perdendo. Perché l’amore per la gente non domina. Gesù non dirige il traffico ma si muove incrociando storie umane. È questa l’essenza della crisi del gruppo degli apostoli. Non sono d’accordo che egli sia un perdente. Talvolta anche le chiese non accettano di stare come Gesù dalla parte dei perdenti e divenire loro stesso perdenti; non accettano di portare avanti le cose in questo modo. Amano vincere, pianificano concordati, siedono ai tavoli dei potenti. Questo era anche il pensiero di Pietro, Giacomo, Giovanni e di tutti gli altri.

Noi sappiamo bene che quando ci fissiamo su un’idea non vediamo il resto, soprattutto non vediamo oltre; siamo come presi dentro la nebbia di una nube. Si chiudono le prospettive. Rimanere nella logica mondana della volontà di potenza, sia pure a fin di bene, toglie visione evangelica. Anche questo racconto, come altri che troviamo nei vangeli, è la storia di un cambiamento: da un non vedere alla visione

L'articolazione del testo è sostanzialmente in due parti: la salita sul monte e la discesa. Il monte molto alto evoca certamente il Sinai. Laddove Israele ha ricevuto l'alleanza, la legge e quindi la forza di essere popolo secondo la parola. Il monte, luogo di vicinanza al divino, è uno spazio teologico: sul monte avvengono le rivelazioni. È sul monte che si apprende la volontà di Dio e il suo piano.

Gesù prende con sé i tre. Come a dire che li separa dalla logica del malcontento che in quel momento domina il loro cuore e quello del gruppo. Loro che sono i rappresentati di questa ideologia tutto sommato in linea con quella dell'autorità religiosa, devono imparare a guardare oltre, imparare a vedere il senso delle cose secondo lo sguardo di Dio. È un po' per questo che la scena centrale è costituita da una visione. Attraverso essa si vede la prospettiva di Dio su Gesù Cristo, prospettiva che nulla ha a che vedere con le aspettative di potenza, tipiche della religione e dei suoi rappresentanti ufficiali.

Da questo punto di vista comprendiamo anche la precisazione cronologica dei 6 giorni. Il racconto che va dal complotto, all'arresto, poi alla passione fino alla risurrezione è organizzato sullo schema dei 6 giorni, dopo i quali abbiamo il settimo, la Pasqua. Insomma, al nostro brano Marco vuole conferire una prospettiva pasquale. Possiamo allora comprendere la simbologia delle vesti straordinariamente bianche come espressione della vita nella sua pienezza: vittoria della vita su ogni forma di morte, non ostante questa vita sia sotto l'incubo della morte.

Ora nella scena centrale, troviamo Elia e Mosè che parlano con Gesù, meglio, sono rivolti a Gesù. Nel racconto di Esodo, Mosè entrava nella tenda del convegno e si rivolgeva a Dio per capire e riferire al popolo la volontà divina sul da farsi. Ora Sono Elia e Mosè, ossia i rappresentanti della Parola la legge e i profeti, che si rivolgono a Gesù perché il suo cammino di dono fino alla morte è la chiave interpretativa di tutto il cammino della Parola di Dio fin dai tempi antichi.

La cosa strana è che Pietro parla di tre tende 1+1+1. Il riferimento è alla festa delle capanne, festa che ricorda la peregrinazione del popolo nel deserto e la sua liberazione (la festa di Sukot). In altre parole, sembra che Pietro ponga le tre testimonianze: quella di Gesù, quella di Mosè e quella di Elia, tutte e tre sullo stesso piano. Non ha compreso che le due antiche trovano compimento e pienezza nel cammino di Gesù.

A questo punto vi è la discesa dal monte e la conseguente ingiunzione al silenzio, almeno fino a quando il Figlio dell'uomo non sarebbe risuscitato da morte, vale a dire: almeno fino a quando la sua vittoria non sarebbe manifesta. Dal punto di vista di Gesù, è bene che non parlino di lui se non lo hanno capito e se nemmeno dopo l'esperienza del monte non hanno avuto l'onestà di rettificare la loro visione. Avrebbero certamente trasmesso un'informazione sbagliata: un messaggio di messia potente. Fin che non comprendono GESU' SOLO, è bene che non parlino di lui.

Che poi non lo abbiano compreso è evidente dal fatto che, tra loro (si noti bene), discutono e si interrogano sul significato di risorgere dai morti, in questo caso riferito a Gesù. Sembra che l’incomprensione dei discepoli sottenda questo interrogativo: Che senso ha che risorga dai morti se, secondo il nostro modo di intendere, egli non deve affatto morire? Che senso ha che vinca facendosi perdente se, secondo noi egli deve soltanto vincere?

Ancora una volta Gesù spiazza le posizioni, rompe con gli schemi scontati, manda all’aria il buonsenso di chi calcola di vincere e di ottenere potere. Il Vangelo ci dice che l’amore per l’umanità e per ogni essere è altra cosa! Possiamo chiedere di vedere oltre? Se ancora non abbiamo visone evangelica della vita, è bene non riempirsi la bocca di dottrina su Gesù. Prima di tutto c’è l’imperativo del Padre: “Ascoltatelo!”.



Salmo 115


Ho creduto anche quando dicevo:

«Sono troppo infelice».

Agli occhi del Signore è preziosa

la morte dei suoi fedeli.


Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;

io sono tuo servo, figlio della tua schiava:

tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento

e invocherò il nome del Signore.


Adempirò i miei voti al Signore

davanti a tutto il suo popolo,

negli atri della casa del Signore,

in mezzo a te, Gerusalemme.


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