Meditazione XXIXa Domenica B - Monastero del Bene Comune

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domenica 17 ottobre 2021

Meditazione XXIXa Domenica B

 

Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • È di sette morti e oltre 30 feriti il bilancio dello scontro a fuoco che è seguito alla manifestazione di Hezbollah contro il magistrato inquirente che guida l'inchiesta sull'esplosione nel porto di Beirut.

  • Lo stato francese sta aiutando Total a realizzare i giganteschi e controversi progetti petroliferi in Uganda e Tanzania. E questo «in totale contraddizione con i discorsi a favore dei diritti umani e del clima» usciti a Parigi.

  • Almeno mille donne e bambini migranti detenuti in Libia, nei centri sovraffollati di Tripoli, sono in una situazione di «pericolo imminente».

  • A Tunisi almeno 6mila persone sono scese in strada per manifestare contro il presidente Kais Saied e il suo “colpo di stato” di fine luglio. Si sono radunati rispondendo all’appello lanciato da vari partiti contrari al presidente.

  • L'uragano Pamela, che ha toccato terra mercoledì in Messico con venti a 120 chilometri orari per poi trasformarsi in tempesta tropicale, ha provocato gravi danni nello stato settentrionale di Sinaloa e nella parte occidentale dello stato di Nayarit, dove si sono verificate frane, allagamenti e interruzioni del servizio elettrico.

  • Oltre 150 insorti sciiti Huthi sono stati uccisi in Yemen nel quarto giorno di raid compiuti dalle forze lealiste filo-saudite.

  • Afghanistan. Venerdì di sangue nelle moschee sciite, 37 morti e 70 feriti nell'esplosione durante la preghiera settimanale.

  • In pochi giorni, 6 morti sul lavoro, nel nostro Paese. Il presidente definisce le morti sul lavoro una piaga sociale.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

  • Il messaggio. Il Papa:

  • Nella Giornata mondiale dell'alimentazione i quattro ambiti indicati da papa Francesco in cui è urgente agire: nei campi, nel mare, nella tavola e nella riduzione della perdita e dello spreco. “Il cibo non è una merce come tante, più solidarietà meno mercato. Si combatte la fame superando le fredde logiche di mercato

  • ha dichiarato il papa.

  • Prende il via a Bologna il festival dedicato ai diritti delle persone senzatetto. Iniziativa promossa dall’Associazione “Avvocato di strada”. Diritto alla salute, immigrazione, discriminazioni, diritto alla casa e giustizia sociale: ruota intorno a questi temi.

  • Erica Sfredda, valdese, è la nuova presidente del Segretariato attività ecumeniche (Sae) e prima donna non cattolica a essere nominata alla guida dell’associazione interconfessionale di laici e laiche. Erica è impiegata nella Divisione finanze del Comune di Torino e membro attivo della Chiesa valdese.

  • La ResQ ottiene un porto sicuro per le 58 persone migranti a bordo. A quasi una settimana dal salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo, l'equipaggio aveva lanciato un accorato appello perché si consentisse lo sbarco di queste persone. Tra loro anche donne e minori. La nave ha avuto l'ok per andare al porto di Pozzallo, dove la mattina di venerdì 15 ottobre è avvenuto lo sbarco.

  • Con tutto il rispetto che ho per le bambine, le adolescenti e le donne, dico che c’è più rispetto per un cane che per loro”. Parole che inchiodano e che si scontrano con la dolcezza dello sguardo di chi le pronuncia, l’argentino padre Jorge Crisafulli, missionario salesiano in Africa da quasi 25 anni. È lui che in pochi anni, dal 2016, ha dato rifugio a 593 ragazze tolte dalle strade di Freetown, una distesa di baracche che è la capitale della Sierra Leone.

  • Tribunale di Milano. Il gup Teresa De Pascale ha deciso un risarcimento di 10mila euro a testa per i 44 rider che si sono costituiti parte civile nel processo per caporalato partito da un’inchiesta sulla sede italiana di Uber Eats e poi allargatosi a macchia d’olio ad altre realtà.



Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis


Dio di tenerezza, tu vieni a fare di noi gli umili del Vangelo. Noi vorremmo tanto comprendere che il meglio si costruisce attraverso una fiducia tanto semplice che anche un bambino la può comprendere. Amen


Is. 53,2-11 Eb. 4, 14-16


Mc. 10, 35-45


si avvicinarono a Dio Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Dio disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Dio disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Dio li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»


Il testo della prima lettura segna il punto d’arrivo di una persona che nella sua vita è stato attraversato dalla sofferenza. Nella sua drammaticità questa figura risulta davvero sconcertante perché, a differenza di altre vicende che hanno conosciuto una conclusione a lieto fine, il Servo Sofferente di Jhwh alla fine muore; sofferenza e morte, vale a dire fallimento. La stranezza consiste nel fatto che la Parola di Dio vede nella sua vicenda una via di salvezza. La parola profetica ci introduce sulla via del paradosso: la salvezza nel fallimento.


L’autore sacro non nasconde l’aspetto scandaloso che occorre superare per entrare nella logica di Dio, presenta dunque due linee interpretative:


  • il fallito è uno che ha percorso un cammino sbagliato. È uno da lasciar perdere, un disgraziato, cioè una vita senza grazia in quanto si svolge al di fuori dell’agire divino.


Davanti ai nostri occhi scorrono le immagini di “sottoprodotti di umanità”: uomini e donne marchiati dall’ignoranza, dalla marginalità, dallo scarto, dalla devianza. Sono quelle persone che non le facciamo entrare spontaneamente nelle nostre relazioni umane. Tuttalpiù le consideriamo oggetto di beneficenza. Persone che anche nella Chiesa, nelle nostre Comunità e persino nelle nostre famiglie non godono di alcuna considerazione. Loro potrebbero anche non esistere che tanto fa lo stesso.


  • l’altra linea interpretativa, quella nuova e audace conforme alla parola profetica, è che queste persone fanno da specchio alle nostre storture.


C’è un’ingiustizia che le ha generate: la nostra ingiustizia. C’è una violenza che ha prodotto tanta sofferenza: la nostra violenza. C’è un’offesa che le ha umiliate: la nostra prepotenza.


Allora, se sappiamo guardare loro con occhi sinceri, le loro ferite diventano la nostra guarigione, la guarigione di tutti. “Per le sue piaghe noi siamo stati guariti”.


Il soffrire del servo e di tutti i servi della storia non è un fallimento ma un servizio, il servizio che fa da specchio per la nostra conversione.


Questa figura, il servo di Jhwh, che può essere un personaggio, un profeta o addirittura tutta la Comunità del popolo che ha conosciuto la sofferenza e l’umiliazione dell’esilio…è una realtà con la quale Dio di Nazareth si è intensamente confrontato ed identificato.

Alcuni versetti che precedono il nostro brano evangelico riferiscono quanto egli disse ai discepoli circa il suo andare a Dio: là mi uccideranno, mi rinnegheranno, mi disprezzeranno ecc. poche pennellate per dire che il suo cammino è quello del servo.

Ecco perché alla richiesta di stare alla destra e alla sinistra nel momento del successo dei due “Boanèrghes” (figli del tuono) ossia di avere il controllo del potere, la risposta di Dio è: “Voi non sapete quello che chiedete” proprio a fronte di ciò che sapete, “sapete infatti che i capi …dominano. Tra voi però non così!”

Tra voi vi sia il servizio come paradigma. Servizio non significa svolgere mansioni di bassa professionalità ma è quel modo di intendere la vita alla maniera del servo, vale a dire facendosi carico delle ferite e delle fatiche dell’umanità, per fare da specchio o per mettersi a disposizione del cammino della liberazione delle persone.

I grandi prendono la vita degli altri. I discepoli, invece, non vivono in funzione di sé ma danno vita, sostengono i più deboli, fanno crescere il Regno, si mettono a disposizione.

Come ogni domenica, noi vivremo intensamente e sacramentalmente il momento che ci spinge in questa direzione: prenderemo del pane e, facendo memoria viva di Dio, ripeteremo le sue parole: Mangiate tutti perché questo è il corpo (la persona) quello dato per voi.

Allora trovarsi alla destra e alla sinistra nel Regno, vale a dire, essere vicini o lontani da Dio, significa essere o non essere nel suo Regno, nel suo pensiero, nel suo modo di intendere le cose; trovarsi alla destra e alla sinistra dipende non da lui ma dall’ascolto dello Spirito di Dio che suscita in noi la decisione: dominare o servire?


Salmo 32

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

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