Meditazione Domenica Cristo Re B - Monastero del Bene Comune

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sabato 20 novembre 2021

Meditazione Domenica Cristo Re B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • Il dramma dei migranti bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia è stato segnato dolorosamente dalla morte per il freddo di un bambino siriano dell’età di un anno. L’evento chiama in causa l’intero continente europeo.

  • Libano. Le Nazioni Unite condannano il taglio dei sussidi per le medicine nel Paese dei Cedri dove aumentano i suicidi. C’è chi specula su alcune importazioni mentre non si vedono all’orizzonte le riforme annunciate.

  • Sudan. Ancora scontri durante le proteste contro il governo dei militari nel Paese africano. I manifestanti hanno scandito slogan contro il generale Abdel Fattah al-Burhan, alla guida del colpo di Stato che ha fermato una transizione democratica.

  • Uno scontro a fuoco prolungato tra bande rivali all'interno della più grande prigione dell'Ecuador ha ucciso almeno 68 detenuti e ne ha feriti 25.

  • Nelle due regioni anglofone occidentali del Camerun è in corso da cinque anni una guerra civile cosiddetta “a bassa intensità”. Il risultato è che oltre l’80% delle scuole sono state chiuse e che almeno 700mila bambini sono rimasti fuori dalle aule scolastiche.

  • Haiti. 17 missionari protestanti sono le ultime vittime di una serie di rapimenti compiuti in questi ultimi anni da gang che dominano la capitale Port-au-Prince.

  • Messico. Irma Galindo Barrios, indigena di 41 anni e attivista per l’ambiente, è stata vista per l'ultima volta il 29 ottobre. Il 10 novembre 2019 la sua casa è stata incendiata, da quel momento è stata costretta a nascondersi. Si teme per la sua vita.

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

  • Mai più bambini che non possono sognare, giocare e così crescere. Francesco incontra i partecipanti alla conferenza “Sradicare il lavoro minorile, costruire un futuro migliore” organizzata in Vaticano dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e chiede agli Stati e agli imprenditori “lavoro dignitoso” per gli adulti delle famiglie, in modo che “i figli non siano costretti a lavorare”.

  • In un Messaggio in vista della ricorrenza di domenica 21 novembre il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale rilancia con preoccupazione e urgenza la drammatica situazione degli abusi cui i pescatori nel mondo sono vittime. Insicurezza, carcere, sfruttamento: questo settore dà cibo a una parte consistente del mondo, non può essere abbandonato.

  • Etiopia, liberati alcuni dei salesiani arrestati il 5 novembre.

  • Sudafrica. Tre gruppi ambientalisti e della società civile hanno portato il governo sudafricano in tribunale denunciando il suo piano per la costruzione di una nuova centrale a carbone che, secondo i ricorrenti, minaccia il diritto delle persone a vivere in un ambiente salutare. 

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis


Custodisci nel nostro cuore, o Padre, il messaggio che il potere di Cristo, è solo per amare, e che il suo regno è dei miti e dei pacifici: un regno di umili, il regno degli ultimi. Amen



Dn 7,13-14   Sal 92   Ap 1,5-8   


Gv 18,33-37


Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».


***

Il testo di Gv 13, 33-37 è preceduto da un insieme di fatti che ruotano intorno alla comparizione di Gesù di fronte all'istituzione religiosa giudaica. Giovanni fa notare che prima di comparire davanti a Caifa, che era il sommo sacerdote, Gesù compare prima davanti ad Anna, suocero di Caifa. Anna, di fatto, era il vero stratega della politica e soprattutto dell'economia del tempio. Era lui che aveva il controllo e il monopolio della macellazione degli animali per i sacrifici che si celebravano nel tempio. Chiunque voleva compiere questi riti doveva acquistare gli animali per il sacrificio presso le sue macellerie. Naturalmente uno come Gesù, che aveva attaccato frontalmente il tempio per dichiarare la fine di questi riti perché l'unico vero atto di culto gradito a Dio è l'amore per l'umanità, non poteva che risultare inviso al sistema religioso templare. Quindi la decisione di farlo fuori rappresentava la soluzione finale.

Quando poi Gesù è di fronte a Caifa, rappresentante del potere istituzionale religioso, assume un atteggiamento di maestosa dignità. Dalle sue risposte emerge una dignità tale da evidenziare l'insignificanza della persona di Caifa. Quest'ultimo non può che difendersi volgarmente attraverso lo schiaffo della guardia a Gesù. E, ancora una volta, nella risposta di Gesù emerge una dignità tale far svergognare la controparte.

Nella prima lettura, assistiamo ad una specie di liturgia che avviene nel cielo, nelle regioni presso Dio. Là c’è come la manifestazione di un mistero destinato a realizzarsi nella concretezza della storia. La figura del Figlio dell’uomo che, nel suo incedere maestoso, sopravanza sulle nubi, ci annuncia come in controluce la verità di Gesù Cristo, morto e risuscitato, destinato ad attraversare e nutrire di amore tutte le situazioni storiche. Egli è appunto l’alfa e l’omega.

La dignità di questa figura profetica che avanza eretta, in piedi e che rappresenta una nuova umanità, la possiamo scorgere nella postura e nelle parole di Gesù davanti ai suoi accusatori.

Ora il dialogo tra Gesù e Pilato è inserito nel dibattimento processuale che lo vede come imputato. Processo questo che realizza quanto Gv. aveva scritto nel prologo del suo vangelo: “Venne tra i suoi , ma i suoi non l’hanno accolto”. Infatti, sono stati loro a consegnarlo a Pilato.

Iniziando il discorso, Pilato parte subito dalla questione della regalità di Gesù: “Tu sei il re dei Giudei?”. È evidente che questo è il vero capo d'accusa contro Gesù. L'indagine sul comportamento è successiva e abbastanza formale: “Che hai fatto?”.

Anche in questo caso, come già davanti al sommo sacerdote, Gesù esprime una dignità tale da mettere in imbarazzo il politico Pilato. È lui, Gesù, che imposta il dibattimento. Da inquisito diventa interlocutore. In questo modo, ancora prima di fornire una risposta diretta all'interrogazione di Pilato, col suo atteggiamento ci fa comprendere che, per Gesù, essere re vuol dire un modo di essere. La regalità per lui non è possedere prerogative di dominio su qualcuno o su un territorio, la regalità è un atteggiamento dell'uomo Gesù.

È in forza di quest'atteggiamento che può affermare con molta chiarezza che l'efficacia del suo essere non appartiene alle categorie del potere mondano le quali non reggono al confronto. Anzi, rasentano quasi il ridicolo.

Spesso, nel racconto di Giovanni, gli eventi narrati sono come attraversati da una sottile ironia: Caifa si crede importante, in realtà non è capace di sostenere con argomentazioni valide la sua posizione; Pilato è addirittura lì a nome dell'impero, ma non sa come salvare la faccia. Si comporta come una marionetta nelle mani dei suoi sudditi.

Gesù è un processato che pone domande e un condannato che, con la forza della sua dignità, interroga e smaschera le situazioni.

La regalità di cui egli parla non è quindi sostanziata da un ordinamento che si può servire di strumenti di dominio militare, economico, culturale o politico. Realizzare la regalità del Cristo non significa arrivare a presidiare il potere legislativo, giudiziario, esecutivo, militare, economico, culturale, magari in nome di Cristo e del Vangelo! La chiesa delle origini non ha mai pensato di conquistare i vertici dell'impero per sostituirlo con la suavisione politica ispirata al Vangelo.

Il raggio della sua azione, di Gesù, è la verità e quest'ultima, lungi dall'identificarsi con un sistema di pensiero, altro non è che amore per l'umanità. Solamente chi entra in quest'ordine di cose l’ascolta; vale a dire si muove dentro di lui; agisce in lui. La si poteva intuire al pozzo di Sichem con la donna samaritana, alla festa di Cana di galilea, vicino al cieco nato, e via via fino alla lavanda dei piedi. Questo è il regno di verità con cui Gesù ha a che vedere.

Nella narrazione di Giovanni, questa è anche l'ora di Gesù, l'ora della sua verità. È questo il motivo per cui si trova ad affrontare un processo. Occorre cioè appurare se Gesù porta avanti le cose davvero secondo Dio oppure no; se davvero ha ragione ad essere così oppure no…Ora si avvicina il momento della sentenza finale.

Sappiamo che la stessa sentenza, secondo il mondo (l’ordinamento dei poteri religioso e politico), va nella direzione della condanna, secondo Dio invece, è il compiersi della “Gloria” ossia di un preciso piano di Dio, ossia, il compimento di un disegno d’amore.

Il brano termina con un interrogativo da parte di Pilato: “Cos’è la verità?”. Non si tratta di una battuta sprezzante. In realtà è una questione seria che non bisogna mai lasciar cadere: Che cos’è la verità? Vale a dire: Gesù ha ragione si o no? Vale la pena seguirlo?

Riconoscerne la regalità, la sua signoria, significa assumere, far nostri i criteri di riferimento che appartengono alla sua verità.


Salmo 92

Il Signore regna, si riveste di maestà:

si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.

Stabile è il tuo trono da sempre,

dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!

La santità si addice alla tua casa

per la durata dei giorni, Signore.


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