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venerdì 11 ottobre 2019

Sinodo Amazzonia: suor Weiler, nessun motivo per negare diritto di voto alle donne



Sinodo Amazzonia: suor Weiler, nessun motivo per negare diritto di voto alle donne

«Superare il machismo». A lanciare l'invito, durante il briefing di oggi sul Sinodo per l'Amazzonia, è stata suor Birgit Weiler, della Congregazione delle Suore Missionarie Mediche, collaboratrice nella Pastorale per la cura del creato in Perù. Mons. Pedro Brito Guimarâes, arcivescovo di Palmas ha invece posto l'accento sui peccati ecologici.


11/10/2019 di Redazione Toscana Oggi

Rispondendo alle domande dei giornalisti, in sala stampa vaticana, suor Birgit Weiler ha fatto notare che «nel mio Circolo Minore, come in altri, c'è un'atmosfera molto aperta: noi donne ci riteniamo accettate, non c'è un atteggiamento clericale ma una grande libertà di parola. Tanti vescovi condividono le nostre preoccupazioni e ciò che ci addolora, e vogliono che le cose cambino». «Servono più donne in posizioni di leadership», la tesi di suor Weiler, «non come ruolo di potere, ma come condivisione dei nostri doni, talenti e carismi»: «Ci sono settori in cui non bisogna essere ordinate: sono cose che le donne già fanno, e l'Instrumentum laboris lo riconosce». «È importante che veniamo incluse nelle decisioni importanti», ha proseguito la religiosa: «Abbiamo desiderio di una maggior inclusione e di poter insegnare teologia a livello accademico. Noi donne possiamo contribuire molto alla teologia: dobbiamo lavorare insieme e arricchirci reciprocamente».
In Perù, ha testimoniato suor Weiler, «le donne teologhe stanno lavorando insieme alle donne indigene, per lo sviluppo di una teologia indigena». L'altro appello della suora: «superare la grande violenza contro le donne, per superare il machismo, che fa male sia agli uomini che alle donne e va contro la nostra esperienza religiosa e ciò che ci dice Gesù». Interpellata dai giornalisti sul mancato diritto di voto per le donne presenti al Sinodo, suor Birgit ha rivelato che «è uno dei temi trattati nel nostro Circolo Minore. Siamo supportati da tanti vescovi. Sono molto grata a Papa Francesco per tutti i passi che hanno portato alla presenza di 35 donne al Sinodo, è già un grande passo in avanti. Noi speriamo, desideriamo che si arrivi al punto per cui le nostre Superiori possano votare, così come possono fare i Superiori uomini. Abbiamo espresso questo desiderio chiaramente: non c'è nessun motivo per cui ciò non sia possibile. Già l'ultimo Sinodo ha stabilito che non è necessaria l'ordinazione al sacerdozio per votare: se si partecipa all'intero processo sinodale, si partecipa anche alla responsabilità delle decisioni prese».
«Il concetto di peccati ecologici per qualcuno è qualcosa di nuovo, anche per la Chiesa: dovremmo cominciare a confessarli». A lanciare l'invito, durante il briefing odierno sul Sinodo per l'Amazzonia in sala stampa vaticana, è stato mons. Pedro Brito Guimarâes, arcivescovo di Palmas, in Brasile. «Tutto è connesso», ha spiegato citando la Laudato sì: «Anche Dio ha fatto tutto in rete: se si tocca qualcosa, c'è tutta la filiera della terra che viene toccata, e il futuro dell'umanità dipenderà dalle decisioni prese da questo Sinodo, che ci dà grandi speranze». «Un altro mondo è possibile - ha garantito il vescovo - se prendiamo coscienza che la tutela dell'ambiente non è solo una questione dei verdi, delle ong, ma che ci riguarda tutti. O ci prendiamo cura della nostra natura, o comprometteremo il futuro della nostra stessa vita».
«Stiamo commettendo peccati contro il Creatore», il monito del presule: «il rispetto del creato fa parte del nostro Credo, ma forse non fa parte del nostro quotidiano». «Non facciamo mai un esame di coscienza», la denuncia di Brito: «Dio dice ‘non uccidere, non rubare', e noi uccidiamo e rubiamo continuamente. Se cominciamo a pensare ad uno stile di vita più semplice, più coerente, a vivere di più dell'essenziale, cambieremo il volto di questo mondo». Di qui la necessità di «un esame di coscienza, a livello sociale, culturale, economico, politico, religioso: non siamo i proprietari, siamo i custodi di questo mondo». «Non esiste un altro pianeta, un altro posto dove possiamo vivere», ha concluso Brito, sottolineando l'urgenza di «una catechesi sull'ambiente fin da bambini».



















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