Sinodo
Amazzonia: suor Weiler, nessun motivo per negare diritto di voto alle
donne
«Superare
il machismo». A lanciare l'invito, durante il briefing di oggi sul
Sinodo per l'Amazzonia, è stata suor Birgit Weiler, della
Congregazione delle Suore Missionarie Mediche, collaboratrice nella
Pastorale per la cura del creato in Perù. Mons. Pedro Brito
Guimarâes, arcivescovo di Palmas ha invece posto l'accento sui
peccati ecologici.
11/10/2019 di Redazione Toscana Oggi
Rispondendo
alle domande dei giornalisti, in sala stampa vaticana, suor Birgit
Weiler ha fatto notare che «nel mio Circolo Minore, come in
altri, c'è un'atmosfera molto aperta: noi donne ci riteniamo
accettate, non c'è un atteggiamento clericale ma una grande libertà
di parola. Tanti vescovi condividono le nostre preoccupazioni e ciò
che ci addolora, e vogliono che le cose cambino». «Servono più
donne in posizioni di leadership», la tesi di suor Weiler, «non
come ruolo di potere, ma come condivisione dei nostri doni, talenti e
carismi»: «Ci sono settori in cui non bisogna essere ordinate: sono
cose che le donne già fanno, e l'Instrumentum laboris lo riconosce».
«È importante che veniamo incluse nelle decisioni importanti», ha
proseguito la religiosa: «Abbiamo desiderio di una maggior
inclusione e di poter insegnare teologia a livello accademico. Noi
donne possiamo contribuire molto alla teologia: dobbiamo lavorare
insieme e arricchirci reciprocamente».
In
Perù, ha testimoniato suor Weiler, «le donne teologhe stanno
lavorando insieme alle donne indigene, per lo sviluppo di una
teologia indigena». L'altro appello della suora: «superare la
grande violenza contro le donne, per superare il machismo, che fa
male sia agli uomini che alle donne e va contro la nostra esperienza
religiosa e ciò che ci dice Gesù». Interpellata dai giornalisti
sul mancato diritto di voto per le donne presenti al Sinodo, suor
Birgit ha rivelato che «è uno dei temi trattati nel nostro Circolo
Minore. Siamo supportati da tanti vescovi. Sono molto grata a Papa
Francesco per tutti i passi che hanno portato alla presenza di 35
donne al Sinodo, è già un grande passo in avanti. Noi speriamo,
desideriamo che si arrivi al punto per cui le nostre Superiori
possano votare, così come possono fare i Superiori uomini. Abbiamo
espresso questo desiderio chiaramente: non c'è nessun motivo per cui
ciò non sia possibile. Già l'ultimo Sinodo ha stabilito che non è
necessaria l'ordinazione al sacerdozio per votare: se si partecipa
all'intero processo sinodale, si partecipa anche alla responsabilità
delle decisioni prese».
«Il
concetto di peccati ecologici per qualcuno è qualcosa di nuovo,
anche per la Chiesa: dovremmo cominciare a confessarli». A lanciare
l'invito, durante il briefing odierno sul Sinodo per l'Amazzonia in
sala stampa vaticana, è stato mons. Pedro Brito Guimarâes,
arcivescovo di Palmas, in Brasile. «Tutto è connesso», ha spiegato
citando la Laudato sì: «Anche Dio ha fatto tutto in rete: se si
tocca qualcosa, c'è tutta la filiera della terra che viene toccata,
e il futuro dell'umanità dipenderà dalle decisioni prese da questo
Sinodo, che ci dà grandi speranze». «Un altro mondo è possibile -
ha garantito il vescovo - se prendiamo coscienza che la tutela
dell'ambiente non è solo una questione dei verdi, delle ong, ma che
ci riguarda tutti. O ci prendiamo cura della nostra natura, o
comprometteremo il futuro della nostra stessa vita».
«Stiamo
commettendo peccati contro il Creatore», il monito del presule: «il
rispetto del creato fa parte del nostro Credo, ma forse non fa parte
del nostro quotidiano». «Non facciamo mai un esame di coscienza»,
la denuncia di Brito: «Dio dice ‘non uccidere, non rubare', e noi
uccidiamo e rubiamo continuamente. Se cominciamo a pensare ad uno
stile di vita più semplice, più coerente, a vivere di più
dell'essenziale, cambieremo il volto di questo mondo». Di qui la
necessità di «un esame di coscienza, a livello sociale, culturale,
economico, politico, religioso: non siamo i proprietari, siamo i
custodi di questo mondo». «Non esiste un altro pianeta, un altro
posto dove possiamo vivere», ha concluso Brito, sottolineando
l'urgenza di «una catechesi sull'ambiente fin da bambini».