Meditazione Domenica XXVa - Monastero del Bene Comune

NEWS

Home Top Ad

Post Top Ad

domenica 20 settembre 2020

Meditazione Domenica XXVa

 


Meditazione XXVa domenica


Non facciamo che lamentarci, o Signore, sempre pronti ad avanzare pretese e privilegi quasi fossimo noi i proprietari della tua vigna. Non sappiamo che è un onore servire la causa del Regno fin dal mattino. Perdonaci, o Signore. Amen







Is. 55, 6-9 Fil 1, 20-27

Mt. 20, 1-16

1 “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2 Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.

3 Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4 e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.

5 Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.

6 Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? 7 Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.

8 Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dá loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.

9 Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.

10 Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno.

11 Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12 Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.

13 Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. 15 Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?

16 Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”.

***

Non so quali sentimenti o pensieri può suscitare una parabola come questa. Sensibili al senso di giustizia contrattuale, credo che non ci discostiamo più di tanto dal parere degli operai della prima ora. Ma forse la parabola che il Signore oggi ci consegna vuole proprio scuoterci. A che serve del resto una parola di Dio che ci comunichi le cose scontate?

D’altra parte è necessario sfatare il mito che il linguaggio parabolico di Gesù sia un linguaggio semplice, alla portata di tutti ecc. Non è vero. Gesù parla come un orientale e noi siamo occidentali e comprendiamo le cose secondo le nostre vedute.

In questa parte del Vangelo di Matteo si parla per tre volte di lavoro nella vigna, cioè in questa parabola (Mt 20,1-16), in quella dei due fratelli inviati nella vigna (Mt 21, 28-32) e nell’altra dei vignaioli omicidi (Mt 21, 33-41). E così, n questi racconti, ricorre frequente come uno slogan la dichiarazione di Gesù “I primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi.

Sappiamo che l’immagine della vigna, nella tradizione profetica, viene a designare il popolo d’Israele, non è difficile intravedere il senso profondo che Gesù intende dare alla parabola: la comunità dell’alleanza anziché aprirsi e godere che Dio sia per tutti e di tutti, anche oltre il confine del proprio orizzonte religioso, si è chiuso gelosamente e presuntuosamente nel proprio localismo. Certe ristrette visioni religiose, sono il frutto di una meschina visione di Dio. Occorre un sussulto critico per andare oltre lo stereotipo del “dio ragioniere” che incontriamo a fine mese quando ci raggiunge con la busta-paga. Quanta fatica a far capire che questa è una caricatura di Dio degna del più volgare degli idoli! Lo sapeva bene il profeta della prima lettura. I suoi uditori ritenevano che ovunque avessero cercato pace, sicurezza, benessere e felicità, questi beni li avrebbero dovuti pagare a caro prezzo, quasi per meritarli. Anche oggi crediamo di dover meritare la vita. Pensiamo che Il bene della pace, dell’amicizia, della condivisione, della solidarietà, della giustizia, del rispetto, della dignità ecc. siano beni dovuti a chi li merita. Come se Dio ci accordasse il suo Regno in cambio di un baratto basato sull'ottemperanza di principi moralisti o sulla rigidità dogmatica di appartenenza confessionale. Occorre perciò prendere decisamente congedo da una tale mentalità, prodotto di una concezione mercantile di Dio. Con la logica di sempre è impossibile crederlo. Per ciò il profeta della prima lettura dice che occorre mettersi sulle tracce di Jhwh; occorre ricercano, chiamarlo, andare verso di lui - “Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino” -. Insomma, fintanto che resteremo con i nostri ragionamenti rasoterra, non riusciremo a capire come si possa uscire dal labirinto delle corte visioni utilitaristiche e interessate, ma appena al di sopra, si può vedere la realtà delle cose secondo lo sguardo di Dio:

Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”.

Nella parabola, il tragico non è solo il fatto che alcuni non comprendono la gratuità di un Dio che non segue, per nostra fortuna, il criterio del merito, ma soprattutto che nessuno degli operai della prima ora abbia partecipato all’ansia di coinvolgimento del Signore.

Con questa parola Gesù vuole dirci che nel discepolato non c’è posto per chi pensa solo a se stesso, per chi vuole salvarsi da solo, per chi non si coinvolge nella crescita del regno anche negli altri, per chi non ama camminare con gli altri,con i diversi, con i lontani.

Si tratta di entrare davvero nella novità di Dio. Chi non vi entra è, appunto, invidioso - Oppure tu sei invidioso- ovvero non vede la realtà per quello che è; vede male, distorto. Molto probabilmente vede male la vita e probabilmente anche se stesso. Il criterio del merito non è semplicemente una distorsione della realtà ma è pure violento con se stessi e con gli altri; una vera schiavitù

Cosa significa per noi cercare Dio? Rientrare nei ranghi del pensiero che dice: “Se ti comporti da persona per bene, avrai del bene perché lo meriti" o lanciarsi verso un orizzonte di libertà più grande, un rinnovamento non ancora sperimentato, una visione di più ampio respiro?

Siamo testimoni del vecchio e piccolo dio dogmatico di una religiosità localista o del Dio biblico che apre strade nuove perché, contro ogni ottusa invidia, si ostina nell'essere buono?

Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.


Dal salmo 144

Ti voglio benedire ogni giorno,

lodare il tuo nome in eterno

e per sempre.

Grande è il Signore

e degno di ogni lode;

senza fine è la sua grandezza. 

Misericordioso e pietoso è il Signore,

lento all'ira e grande nell'amore.

Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature. 

Giusto è il Signore in tutte le sue vie

e buono in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,

a quanti lo invocano con sincerità.


Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • In Bielorussia decine di nuovi arresti nella ‘marcia delle donne’, convocata per chiedere la liberazione della leader dell’opposizione, Maria Kolesnikova.

  • Il Procuratore di Reggio Calabria denuncia che la ’ndrangheta arruola i tredicenni per lo spaccio. E i ragazzini «sognano» di diventare boss

  • Colombia: vittime e disordini, 56 agenti sotto inchiesta dopo la morte violenta di un avvocato per mano della polizia

  •  Il tribunale di Kigali, capitale del Ruanda, ha negato il rilascio su cauzione a Paul Rusesabagina, lo 'Schindler africano' che salvò 1.200 persone dal genocidio del 1994

  • Gli Stati Uniti hanno intensificato la loro presenza militare in Siria dopo che una serie di 'scontri' con le forze russe hanno fatto aumentare le tensioni nel Paese.

  • Israele-Palestina. La nuova escalation è stata innescata dalla firma del 15 settembre alla Casa Bianca che normalizza i rapporti fra Israele, gli Emirati Arabi .

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

  • Per il seminario “Religion from Inside”presso la facoltà di teologia di Lugano il cui obiettivo è scoprire quanto in ogni religione ci sia l'apertura verso gli altri.

  • Per la Giornata ABIO, da 15 anni vicino ai bambini in ospedale. Sono cinquemila i volontari della fondazione ABIO, che portano conforto ai bambini ricoverati nei nosocomi italiani e alle loro famiglie.

  • I vescovi della California lanciano una speciale attività per contribuire ad un cambiamento della società, a sradicare i pregiudizi e i comportamenti razzisti,

  • Per il ricordo di papa Francesco di don Roberto martire della carità, il sacerdote della diocesi di Como che è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava.

  • Botswana, una modifica alla legge fondiaria ha permesso per la prima volta alle mogli di possedere la terra insieme ai loro mariti.

  • Per La terza edizione della manifestazione"il festival della solidarietà" che animerà Padova, Capitale europea del volontariato

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo




Post Bottom Ad

Pages