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sabato 12 dicembre 2020

Difensori dei diritti umani: sotto attacco chi difende ambiente e diritti

 

9 dicembre 2020


Difensori dei diritti umani: sotto attacco chi difende ambiente e diritti

Oggi è la Giornata mondiale delle difensore e dei difensori dei diritti umani: ecco qual è la situazione in cui operano avvocati, attivisti, giornalisti e cittadini impegnati nella difesa dei diritti in un nuovo report del Business & Human rights resource centre


’8 giugno 2020 Susana Prieto, avvocatessa messicana impegnata per la tutela dei diritti dei lavoratoriè stata arrestata dalla polizia all’uscita da una maquilladora nella città di Matamoros con l’accusa di incitare alla violenza, minacce e resistenza. Una decisione che i suoi familiari e i colleghi hanno subito denunciato come un tentativo di intimidazione.

La donna, infatti, aveva denunciato la riapertura delle fabbriche e gli scarsi interventi per prevenire la diffusione del nuovo coronavirus all’interno degli impianti in Messico, che avrebFelipe Gomez, 63 anni, davanti al fiume Gualcarque, in Honduras. La comunità si oppone alla costruzione di una diga. 

Che cosa è successo durante l’epidemia da Covid-19

I mesi di picco della prima ondata dell’epidemia hanno rappresentato per molti governi e aziende senza scrupoli l’occasione perfetta per perseguire i propri obiettivi. La situazione d’emergenza ha permesso di approvare leggi o provvedimenti controversi e a lungo osteggiati.

In Slovenia, ad esempio, il governo ha inserito all’interno del pacchetto di stimoli per la crescita norme che hanno come obiettivo quello di deregolamentare il settore delle costruzioni e accelerare gli investimenti. Inoltre, è stato previsto che eventuali ricorsi da parte della società civile contro nuove costruzioni non potranno essere avviati da associazioni con meno di 50 membri. Decisioni che, probabilmente, andranno a sbloccare progetti a lungo contrastati dalla società civile per il loro impatto sull’ambiente.

In altre circostanze, alcune attività economiche sono state dichiarate «essenziali» nonostante i rischi per la salute dei lavoratori e delle comunità. In altri casi ancora è stata aumentata la presenza di militari e forze dell’ordine per le strade, soprattutto nelle zone rurali, ed è aumentato il loro utilizzo per reprimere proteste e manifestazioni.

In Zimbabwe, ad esempio, il governo ha usato il Covid-19 come scusa per disperdere le manifestazioni contro la corruzione e la prassi di esponenti del governo di accaparrarsi forniture di guanti e mascherine.

In Indonesia l’emergenza coronavirus e il fatto che l’attenzione dell’opinione pubblica e la stampa fossero concentrate prevalentemente su temi sanitari, ha fatto sì che diverse aziende dell’agribusiness intensificassero i loro sforzi per accaparrarsi nuovi terreni. Nei conflitti che ne sono derivati almeno due difensori della terra sono stati uccisi, altri quattro arrestati e si sono registrati diversi feriti gravi a Sumatra e Kalimantan.

A fronte di questa situazione, le organizzazioni per i diritti umani e l’ambiente si sono ritrovate con le mani legate: impossibilitati a muoversi o ad agire proprio a causa dell’emergenza scatenata dalla crisi sanitaria.Il fiume è considerato sacro – Foto: © Garry Walsh (via Flickr)bero messo a rischio la salute dei lavoratori.

«Pensiamo che questo sia un tentativo di farla uscire di scena. Stanno cercando di costruire prove false, indicando mia madre come responsabile di qualsiasi violenza commessa dagli operai», aveva dichiarato al quotidiano inglese The Guardian Fernanda Peña Prieto, la figlia dell’avvocatessa messicana.

Nel corso degli anni, Prieto si è fatta molti nemici rappresentando i lavoratori che lottano per salari più alti e cercando di organizzare sindacati indipendenti presso le maquiladoras, le fabbriche in larga parte di proprietà straniera che producono prodotti per l’esportazione.

Aumentano gli attacchi ai difensori dei diritti umani

Quello di Susana Prieto non è un caso isolato: con lo scoppio dell’epidemia da Covid-19 gli attacchi ai danni dei difensori dei diritti umani sono aumentati. A lanciare l’allarme è il Business & Human rights resource centre, che tra marzo e settembre 2020 ha censito 286 attacchi. «In questo arco di tempo si sono registrati almeno 20 attacchi in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni nello stesso periodo», si legge in un report.

Inoltre, molti difensori hanno dovuto affrontare rischi maggiori poiché «alcuni governi hanno abusato della situazione per limitare ulteriormente i diritti civili a partecipare al processo decisionale pubblico e hanno dispiegato le forze dello Stato per reprimere le proteste legittime e pacifiche e ostacolare l’accesso alla giustizia», si legge nel documento.


Felipe Gomez, 63 anni, davanti al fiume Gualcarque, in Honduras. La comunità si oppone alla costruzione di una diga. Il fiume è considerato sacro – Foto: © Garry Walsh (via Flickr)

Difensori dei diritti in pericolo: i dati, chi è più colpito e quali i settori a rischio

In media, tra marzo e settembre 2020 ogni giorno si è registrato un attacco contro un difensore dei diritti umani. Inoltre, secondo quanto emerge dal report del Business&Human rights resurce centre, circa un quarto delle vittime è donna, mentre in più di un terzo dei casi si tratta di persone appartenenti ai popoli indigeni.

Si tratta di un’ulteriore conferma del fatto che queste comunità pagano un prezzo particolarmente elevato nelle loro battaglie per la difesa dei diritti umani. I settori in cui si sono registrati la maggior parte degli attacchi sono quello minerario (circa un terzo) e delle costruzioni (circa il 20%). Mentre l’America Latina si conferma il continente più pericoloso.

Dagli omicidi alle minacce: cosa rischiano i difensori

Per quanto riguarda la tipologia degli attacchi, sono state registrate 108 detenzioni arbitrarie. Gli omicidi sono stati 46, mentre i casi di intimidazioni e minacce sono stati 51.

Le autorità statali o locali sono state coinvolte in circa un terzo dei casi, mentre in 39 casi su 286, si legge nel report, «c’è stato il coinvolgimento di più di un soggetto».


Abristela Dominguez Gutierrez, 26 anni, si oppone a una diga in Honduras. Sette difensori, tra cui Berta Cacéres, sono stati uccisi per essersi opposti al progetto – Foto: @ Garry Walsh (via Flickr)

Che cosa è successo durante l’epidemia da Covid-19

I mesi di picco della prima ondata dell’epidemia hanno rappresentato per molti governi e aziende senza scrupoli l’occasione perfetta per perseguire i propri obiettivi. La situazione d’emergenza ha permesso di approvare leggi o provvedimenti controversi e a lungo osteggiati.

In Slovenia, ad esempio, il governo ha inserito all’interno del pacchetto di stimoli per la crescita norme che hanno come obiettivo quello di deregolamentare il settore delle costruzioni e accelerare gli investimenti. Inoltre, è stato previsto che eventuali ricorsi da parte della società civile contro nuove costruzioni non potranno essere avviati da associazioni con meno di 50 membri. Decisioni che, probabilmente, andranno a sbloccare progetti a lungo contrastati dalla società civile per il loro impatto sull’ambiente.

In altre circostanze, alcune attività economiche sono state dichiarate «essenziali» nonostante i rischi per la salute dei lavoratori e delle comunità. In altri casi ancora è stata aumentata la presenza di militari e forze dell’ordine per le strade, soprattutto nelle zone rurali, ed è aumentato il loro utilizzo per reprimere proteste e manifestazioni.

In Zimbabwe, ad esempio, il governo ha usato il Covid-19 come scusa per disperdere le manifestazioni contro la corruzione e la prassi di esponenti del governo di accaparrarsi forniture di guanti e mascherine.

In Indonesia l’emergenza coronavirus e il fatto che l’attenzione dell’opinione pubblica e la stampa fossero concentrate prevalentemente su temi sanitari, ha fatto sì che diverse aziende dell’agribusiness intensificassero i loro sforzi per accaparrarsi nuovi terreni. Nei conflitti che ne sono derivati almeno due difensori della terra sono stati uccisi, altri quattro arrestati e si sono registrati diversi feriti gravi a Sumatra e Kalimantan.

A fronte di questa situazione, le organizzazioni per i diritti umani e l’ambiente si sono ritrovate con le mani legate: impossibilitati a muoversi o ad agire proprio a causa dell’emergenza scatenata dalla crisi sanitaria.


Tania Carolina Hernandez, 23 anni, è una delle più giovani attiviste del Copinh (Honduras) 


Chi sono i difensori dei diritti umani

I difensori dei diritti umani possono essere attivisti, giornalisti, avvocati, sindacalisti. Ma anche contadini e leader delle comunità indigene. O semplici cittadini che si impegnano per combattere la distruzione di una foresta o la violazione di diritti fondamentali.

Il loro ruolo è riconosciuto dalle Nazioni Unite che, il 9 dicembre 1998, hanno adottato la Dichiarazione sui difensori dei diritti umani. E ogni anno, il 9 dicembre, si celebra la Giornata mondiale dei difensori dei diritti umani.

Nel denunciare i crimini commessi e le violazioni dei diritti umani da parte di compagnie minerarie, aziende impegnate nell’agribusiness e multinazionali che devastano l’ambiente, i difensori dei diritti umani svolgono un ruolo cruciale nella costruzione di un futuro più sostenibile e rispettoso dei diritti di tutti.

«Pertanto, la prevenzione degli attacchi contro i difensori è cruciale per la prevenzione degli abusi dei diritti umani legati al business, mentre ci prepariamo per un futuro post-pandemico più equo», sottolinea il report.

https://www.osservatoriodiritti.it/2020/12/09/difensori-dei-diritti-umani-2/







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