Ritorno al futuro… delle balene! - Monastero del Bene Comune

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venerdì 19 febbraio 2021

Ritorno al futuro… delle balene!

 Ritorno al futuro… delle balene!



12 Febbraio 2021

Le balene sono spesso protagoniste di vicende tristi, che generano pessimismo e sconforto non solo in coloro che adorano i cetacei ma anche in chi, imbattutosi per caso in queste notizie, si rammarica per il faticoso destino a cui vanno incontro alcune tra le creature più intelligenti, sensibili e delicate del Pianeta. Sono fatti che riguardano rari ma efferati episodi di caccia (e purtroppo non solo di frode); depauperamento del loro ambiente naturale in termini di disponibilità di sostanze nutritive e aumento dell’inquinamento dei mari che le costringono a modificare rotte e abitudini nel tentativo di recuperare il diritto di vivere; inquinamento acustico dovuto alle perforazioni sottomarine. Queste solo alcune delle cause che rendono la vita di questi affascinanti cetacei una quotidiana lotta per la sopravvivenza, senza considerare cause naturali di morte che inevitabilmente sopravvengono e spiaggiamenti inusuali come quello recentemente avvenuto nella baia di Sorrento, probabilmente riconducibile a un caso di morbillo che accende una spia di allerta rispetto a un virus circolante nel Mediterraneo e favorito dall’indebolimento del sistema immunitario dei cetacei soprattutto – e ancora – a causa dell’inquinamento.

Questa volta però vorremmo condividere con voi una notizia positiva, esito di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Endrangered Species Research che dimostra come i cetacei, grazie alla messa al bando della caccia alle balene, stiano tornando ad abitare areali per lunghi anni abbandonati, soprattutto nelle regioni polariDal 1969 in poi in quasi tutto il mondo sono stati via via adottati provvedimenti che bandivano la caccia alle balene per scopi commerciali, annullando quasi completamente – anche se purtroppo non ancora in maniera definitiva – la presenza dell’industria baleniera intorno alla fine degli anni Ottanta.

La ricerca, che ha raccolto dati per circa 30 anni attraverso avvistamenti casuali, sondaggi sistematici visivi e acustici e identificazione fotografica per un’area di oltre 34.000 km, ha seguito in particolare le balenottere azzurre (Balaenoptera musculus), duramente colpite dalla caccia in quanto di grandi dimensioni e dunque facili bersagli per le navi baleniere (si stima che nell’Atlantico meridionale, quando la caccia alle balene era ai massimi livelli, ne venissero uccise in media 3000 ogni anno). Intorno all’isola di South Georgia però, negli ultimi 8-9 anni, sono stati avvistati una 50ina di esemplari (in aumento soprattutto dal 2018 in poi) non precedentemente catalogati nel database Atlantico e che sembrano aver riscoperto l’area non solo per la sua abbondanza di krill ma anche perché tornata di nuovo sicura e “frequentabile”. Ma non sono le sole: le megattere stanno tornando nelle acque della penisola antartica occidentale, le balene della Groenlandia nell'Artico occidentale e le balenottere comuni e quelle minori nel mare dei Ciukci, al largo dell'Alaska.

Un risultato che, seppur contenuto e bisognoso di ulteriori dati ed elementi per monitorare il trend di ripopolamento di queste acque da parte delle balenottere azzurre, apre un barlume di speranza sulle sorti di questi grandi mammiferi dei mari. Un barlume che rimane però velato di malinconia perché la caccia alle balene non rappresenta(va) l’unica minaccia: l'aumento del traffico navale e lo scioglimento dei ghiacciai dovuto al riscaldamento globale, solo per citare altri due esempi di pericoli che incombono sugli oceani e sui loro abitanti, rende indubbiamente necessaria l’attivazione urgente di nuove strategie di conservazione che impediscano la vanificazione dei risultati fino ad ora ottenuti. Senza contare che, se per arrivare a questi risultati sono occorsi oltre 40 anni, i tempi si fanno stringenti, sia perché non tutte le balene cacciate in quei terribili anni di impunità indiscriminata stanno recuperando i propri habitat, sia perché alcune specie come i beluga, le balene della Groenlandia e alcune megattere stanno ancora combattendo la loro battaglia contro l’estinzione, così come accade con i capodogli e le balene grigie.

Come scienziati, ma anche come cittadini, condividiamo un duplice mandato: da un lato imparare dagli errori del passato e fare sì che questa lezione ci indichi strade più sensate per il futuro, dall’altro la consapevolezza dell’estrema vulnerabilità di questi giganti dei mari e la necessità di fare ogni cosa possibile per garantire a loro – e dunque anche a noi – una prospettiva coniugata al futuro.


https://www.unimondo.org/Notizie/Ritorno-al-futuro-delle-balene!-205707

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