Ricordiamo davanti a te, o Signore
Niger, una serie di attacchi da parte di uomini armati ha provocato oltre 50 vittime nella zona al confine con il Mali.
Sempre più delicata la situazione migranti dal Messico agli Usa. L’amministrazione Biden difende il principio di non espulsione dei minori non accompagnati mentre respinge gli adulti soli.
Mozambico: le violenze dei jihadisti non risparmiano i bambini. Dal 2017 gruppi islamisti legati al sedicente Stato Islamico stanno colpendo il nord del Paese.
Myanmar. Decine di migliaia di giovani continuano a scendere in strada sebbene le forze di sicurezza sparino per uccidere da settimane.
Siria. il grido di dolore dell’arcivescovo maronita di Aleppo: “Il popolo soffre, più dell’80 % vive sotto la soglia di povertà. Ci sentiamo abbandonati dalla comunità internazionale, ora la nostra speranza è solo nel Signore”.
Repubblica democratica del Congo: aumentano i massacri nell’est. 152 uccisioni di civili, 61 rapimenti a scopo di estorsione e 34 casi di rapimento sono stati segnalati nel Nord e nel Sud Kivu dal 1° gennaio 2021.
Nigeria. Nuovo rapimento di insegnanti e alunni in una scuola nello stato di Kaduna.
Le strutture sanitarie nella regione del Tigray – in Etiopia, in conflitto dallo scorso novembre – sono state «deliberatamente e ampiamente distrutte» e alcune sono occupate da soldati.
Cina. Bambini strappati alle loro famiglie e rinchiusi negli orfanotrofi statali. È l’ultima di una lunga catena di soprusi ai danni degli uighuri, la minoranza etnica di fede musulmana che vive nello Xinjiang.
Assassinata in Colombia un'altra leader indigena da un commando armato in un attacco in cui ha perso la vita anche una nipotina di un anno e mezzo. Già 34 gli attivisti sociali ammazzati nel 2021.
Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...
Aiutaci a custodire la speranza
Il 19 marzo è stato il 27° anniversario dell’uccisione del sacerdote Peppe Diana di Casal di Principe, assassinato dalla camorra per le sue denunce e il suo impegno antimafia. Grazie alla testimonianza del suo martirio questi 27 anni sono stati anni di resistenza, di ricerca di libertà dalla criminalità.
Diocesi di Milano. Aperto nella multietnica Baranzate l'11° supermarket solidale, il secondo nato durante l'emergenza sanitaria. Dal marzo 2020 l'intero dispositivo alimentare diocesano ha assistito 34mila persone.
Al via la campagna “1.000 azioni per una nuova Italia”. Una lettera agli oltre 3.700 firmatari del “Manifesto di Assisi per costruire un mondo più sicuro, civile e gentile”.
Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeterno cantabo.
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Anche tu, Gesù, sei stato tentato di tornare indietro, di sottrarti alla tua missione: anche tu a chiedere nell'imminenza della notte orrenda, “che debbo fare? Fuggire?”. Tutto si può fare ma non fuggire al proprio destino. Solo che tutto si può compiere per amore. Amen
Ger 31, 31-34 Eb 5, 7-9
Gv 12, 20-33
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono:
«Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro:
«È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».
Disse Gesù:
«Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Le parole e i gesti che hanno accompagnato Gesù, stanno per condensarsi in momento preciso: la sua ORA.
I vari momenti dell’esistenza possono essere raccontati separatamente gli uni dagli altri, ma se vogliamo coglierne il significato profondo, ovvero la relazione interna che li tiene unificati, occorre prestare attenzione a quel momento, o a quei momenti, in cui le differenti circostanze si condensano. A partire da queste condensazioni, è possibile intravedere ciò che tiene legate le differenti congiunture di una vicenda umana.
L’evangelista Giovanni chiama quel momento “L’ORA di Gesù”. È il momento ermeneutico di tutto ciò che precede e segue la sua vicenda, parole, gesti, segni… In particolare, il nostro brano segna l’inizio di quest’ORA.
La prima coordinata che il testo ci presenta è la FESTA, è la Pasqua. Un enorme afflusso di presenze si concentra nella città santa.
Il racconto è come strutturato all’interno di una tensione bipolare: la FESTA, che attrae persone diverse verso il tempio e Gesù che, innalzato da terra, attirerà tutto a sé. I racconti che precedono il testo testimoniano un crescendo, da un lato, di consenso attorno a Gesù e, d’altra parte, aumenta l’ostilità nei suoi confronti da parte dei dirigenti. Infatti, il nostro brano è anticipato da una loro dichiarazione: “Ecco, il mondo è andato dietro lui”. E immediatamente, dei greci, quindi non giudei, chiedono a Filippo di entrare in contatto con Gesù.
All’interno di questa polarità avviene la manifestazione di Gesù, la sua ORA.
Leggendo il brano, una serie di paradossi non può sfuggirci.
Primo fra tutti, la prospettiva di una morte in croce - quando sarò innalzato – è una gloria, non una sconfitta.
Persone estranee alla tradizione giudaica – alcuni greci – vanno verso la festa, in realtà si muovono per vedere Gesù (qui il verbo vedere è più del semplice guardare, significa capire, comprendere accogliere …), ne sono già attratti. I greci si rivolgono a uno che porta un nome greco, Filippo, il quale, a sua volta, si rivolge ad Andrea, anche lui con un nome greco. Poi, i due insieme vanno da Gesù. Insomma, il contatto richiesto all'inizio non avviene in modo immediato. Forse Giovanni intende far capire che per la chiesa delle origini aprirsi al mondo extra giudaico non è avvenuto immediatamente, ma c'è voluta una certa riflessione. In ogni caso, l’attrazione che esercita Gesù sull’umanità è totale, è per tutti al di là di ogni forma di appartenenza culturale, sociale o religiosa.
Infine, la piccola parabola del chicco di grano, che muore per dare vita, è la sintesi della vicenda paradossale di Gesù e di coloro che lo seguono. Anzi, è la chiave interpretativa di ogni esistenza. Il seme ed il suo percorso è VITA, fecondità, crescita. Non serve un’analisi particolarmente complessa per intuirne la forza simbolica. È tuttavia drammatico se questo processo lo applichiamo alla vicenda di una persona perché implica un consumarsi, un perdere la vita, un morire.
A margine di questi pochi rilievi, ci sarebbe da domandarsi in quale misura la nostra esperienza di fede fa credito alla paradossalità del Vangelo. Sovente, nella vita concreta dei credenti e delle chiese sembra emergere piuttosto lo sforzo di un annuncio che va d’accordo con ciò che chiamiamo “buon senso”, in realtà si tratta di equilibrismo benpensante.
In questa cornice dell’ORA Gesù manifesta a tutti la sua “GLORIA”, giudei e greci (noi possiamo aggiungere: credenti e non credenti).
Se la nostra immaginazione intorno all’idea di GLORIA sconfina in qualcosa di trionfale e di sublime, è bene comprendere che per il Vangelo di Giovanni, la realizzazione di ciò che a uno sta veramente a cuore, insomma, lo scopo principale della sua vita per il quale uno è disponibile perfino a dare la via, a consumarsi per esso, quella è la sua GLORIA.
In Gesù, la sua GLORIA, ossia il desiderio profondo della sua vita coincide con lo stesso desiderio che sta a cuore al Padre: curare, guarire, liberare, perdonare, risuscitare, servire, amare l’umanità. È il sogno di Dio che Gesù manifesterà pienamente nel corso della lavanda dei piedi CHINANDOSI fino a dove l’umano è più terra terra, più basso, più sporco, più in difficoltà.
Tutto questo è straordinariamente annunciato nella piccola parabola del chicco di grano.
La prima polarità, quella della FESTA, trova la sua GLORIA nel vivere in funzione di se stessa.
Quante istituzioni, comprese quelle religiose, sono prigioniere di questa idea! È un modello assunto da molti, i quali, nel mettere se stessi al centro di tutto, credono così di realizzare il proprio progetto di vita. È la GLORIA mondana che ogni forma di potere cerca di attribuire a sé. Il chicco rimane si intatto, ma sterile.
Chi, invece, obbedisce all’attrazione di Gesù, nell’amore verso l’umanità, realizza la GLORIA DI Dio, cioè il sogno del Padre che Gesù ha svelato – Chi vuole collaborare con me, mi segua, e così, là dove io sono, sarà anche colui che collabora con me. Chi collabora con me il Padre lo onorerà. – Siamo ai fondamentali della mistica politica. I chicchi che muoiono, dunque, sono i discepoli e le discepole di Gesù la cui esistenza è piena di contatti, perché si lasciano spogliare dei loro privilegi; accettano di contaminarsi con le fragilità terrestri affinché il sottile strato di glutine, marcendo, permetta alla vita del germe di bocciare e svilupparsi in altri chicchi di grano.
Forse questo tempo di pandemia con le relative misure anti contagio ci aiuta a comprendere, talvolta in modo acuto, che se in noi prevale l’introversione per proteggere noi stessi soltanto, il nostro essere finisce per implodere e spegnersi; se, nonostante tutto, continuiamo a interessarci del bene di tutti, la tendenza depressiva in noi non vincerà.
Il paradosso della piccola parabola è più realista di quanto non possa sembrare: - Essere attaccati alla propria vita è distruggersi, disprezzare la propria vita in questo sistema mondano è conservarsi per una vita definitiva. -
Non più la FESTA iniziale, ma la totale autoconsegna è la vera GLORIA-PASQUA-FESTA per tutti, Giudei e Greci, vicini e lontani.
Diventa un nuovo paradigma che scalza il principio attivo del sistema oppressivo - ora il capo di questo ordinamento sta per essere cacciato fuori; infatti io, quando sarò innalzato da terra, trarrò tutti a me. Questo lo diceva indicando il genere di morte di cui stava per morire. –
Il paradosso continua con notevole efficacia di contrasto perché, in realtà, ad essere cacciato fuori sarà Gesù. Questo è quanto che emerge dall’evidenze del criterio mondano, non così è il punto di vista di Dio. Per lui e per Gesù, la sua morte in croce non è il seguito di una sentenza di condanna che si consuma sulla croce, ma il compimento di un percorso motivato dall’amore.
E se tutto ciò è un giudizio, un punto di riferimento, un paradigma, sarà bene decidersi verso quale dei due poli decidiamo di lasciarci attrarre.
Salmo 50
Pietà
di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande
misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia
colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un
cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi
dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi
la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito
generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te
ritorneranno.