Meditazione Domenica 1a di Natale C - Monastero del Bene Comune

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lunedì 27 dicembre 2021

Meditazione Domenica 1a di Natale C

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • Naufragio nell'Egeo. È salito a 16 morti, tra cui tre donne e un bambino, il bilancio dell'affondamento di un'imbarcazione con persone migranti. Tratte in salvo 63 persone, mentre la loro barca affondava presso l'isola di Paros.

  • Sono circa 90mila i rifugiati provocati dal conflitto in Nagorno-Karabakh che lo scorso anno ha visto fronteggiarsi Armenia e Azerbaijan. Una guerra che sembra dimenticata, ma che ha lasciato gravi conseguenze tra la popolazione.

  • Sudafrica. Ignorate finora le richieste di revocare alla multinazionale Shell le concessioni che le permettono di bombardare per mesi il fondale marino con onde sonore da 260 decibel ogni 10 secondi, 24 ore al giorno, alla ricerca di giacimenti di petrolio e di gas.

  • Egitto: condannati a 5 e 4 anni di reclusione tre attivisti per i diritti umani.

  • Secondo un rapporto dell'Istituto socio-ambientale, durante i primi tre anni del governo di Jair Bolsonaro, la deforestazione delle aree protette nell'Amazzonia brasiliana è cresciuta sensibilmente.

  • Un'ondata di maltempo coincisa con l'inizio della stagione umida ha causato per il momento in Bolivia la morte di 14 persone e danni alle abitazioni di migliaia di persone.

  • Sono almeno 46 le vittime delle inondazioni che negli ultimi giorni hanno colpito la Malesia, le peggiori registrate da diversi anni.

  • Almeno 6 persone sono morte e decine risultano disperse nel nord della Birmania a seguito di una frana che le ha travolte mentre lavoravano in una miniera illegale di giada. Secondo le autorità locali, almeno 70 persone potrebbero essere state travolte dalla valanga di fango e pietre.

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

  • Accoglienza: le Chiese europee rispondono all’appello del Papa. A più voci ma con un comune denominatore, quello del contrasto all’indifferenza e del rispetto della dignità e dei diritti umani, i cattolici d’Europa fanno proprie e rilanciano le parole di Francesco, in occasione dell’ultima udienza generale prima del Natale. All'Europa si chiede di essere generosa, solidale, unita e di fare progetti a lungo termine con il pieno appoggio delle comunità ecclesiali.

  • Caso Rackete. Archiviata l’inchiesta su Carola. “Aveva il dovere di sbarcare”.

La comandante della Sea Watch era stata arrestata a Lampedusa. In particolare il gip Micaela Raimondo, nel provvedimento di archiviazione scrive che non può in alcun modo “essere qualificato come luogo sicuro” una nave in mare che “oltre ad essere in balia degli eventi metereologici non consente il rispetto dei diritti fondamentali delle persone soccorse”. Su questo presupposto si basava infatti il divieto di sbarco, che secondo l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini non doveva essere consentito anche perché i migranti erano al sicuro sulla Sea Watch e la loro presenza costituiva un potenziale pericolo per il nostro Paese.

  • Cosenza. C'è una biblioteca in carcere (per merito di un bambino). Bico, 4 anni, e la mamma, Marta, hanno realizzato a Cosenza l’idea di portare volumi da tenere dietro le sbarre. È cominciata, dal sogno... di Alberico Guarnieri, per tutti Bico, un bambino di quattro anni, la raccolta di volumi da destinare alla casa circondariale di Cosenza, all’interno dello Spazio giallo che è un progetto ministeriale realizzato in quasi tutti i penitenziari. In Calabria quello di Cosenza è il primo. Accoglie i piccoli in arrivo nel luogo di reclusione prima di entrare per incontrare i papà, e all’uscita dopo avere dialogato con loro.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo



Dona ai tuoi discepoli e alle tue discepole, o Signore, di sentirci parte di un'unica famiglia, la famiglia umana, così che la stessa volontà di servirti sia l'origine di migliorare il mondo in cui viviamo. Amen


1Sam 1,20-22.24-28     1Gv 3,1-2.21-24  


 Lc 2,41-52

41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

***


Care amiche e cari amici, premetto che oggi, prima domenica del tempo di Natale è dedicata alla Santa Famiglia di Nazareth. Mi risulta difficile comprendere come il brano evangelico odierno possa essere utilizzato per sviluppare il tema della famiglia. La S. Scrittura non può essere considerata alla stregua di un prontuario su cui cercare la voce corrispondente alle varie circostanze. I vangeli sono racconti affinché i discepoli e le discepole di Gesù camminino e crescano nella fede.

Il brano di Lc 2, 41-52è circostanziato nell’ambito del pellegrinaggio annuale della festa di Pasqua. Nel susseguirsi delle generazioni, la comunità d’Israele faceva memoria di essere stata generata in una storia di liberazione e di alleanza con Dio. La festa, celebrata di generazione in generazione, offriva la consapevolezza che quella storia non era ancora giunta al pieno compimento.

All’età di dodici anni poi, si entrava nella comunità degli adulti, ovvero, nella possibilità di decidere se a questa storia si voleva partecipare oppure no; se si, a quale livello di coinvolgimento?

Dall’interloquire di Gesù con i maestri della Torah e dallo stupore che in essi suscitava, si può comprendere come egli fosse orientato a un coinvolgimento totale.

La risposta che egli dà alla madre preoccupata “Devo occuparmi delle cose del padre mio (devo stare nel luogo del Padre mio) conferma ulteriormente la sua totale dedizione.

L’evangelista Luca non manca di rimarcare la permanenza di Gesù a Gerusalemme e il suo ritrovamento dopo tre giorni. Sembra voler preparare in questo modo la narrazione del destino di ciò che comporterà l’occuparsi delle cose del Padre suo. Il riferimento infatti è speculare al momento in cui Gesù ritornerà a Gerusalemme, ma dall’apparato del tempio e dalle autorità religiose subirà l’espulsione. Gerusalemme, tuttavia, sarà il luogo del terzo giorno, il luogo del Risorto e il tempio, luogo del Padre suo, sarà sostituito dalla sua persona.

In tutta la vicenda, Maria, la quale è pure simbolo dalla Comunità credente, unisce alla preoccupazione e allo smarrimento la custodia di tutte queste cose nel suo cuore.

Aver a che fare con Gesù di Nazareth, come suoi discepoli e discepole, significa allora non possedere idee chiare a suo riguardo. La dottrina ha spesso chiuso dentro schemi dogmatici e concettuali Gesù, rendendolo così controllabile ed innocuo; Gesù come parte di un sistema; Gesù imbrigliato nella struttura dottrinale e rituale della religione.

Egli invece è nelle cose del Padre perchè ci sorprende, ci preoccupa, ci stupisce, ci destruttura.

Maria, allora, è per noi maestra di discepolato perché ci insegna a custodire nel cuore queste cose; tanto a dire: consentire allo stupore e perfino alla perplessità, che possiamo avvertire nei riguardi di Gesù, di muoversi dentro di noi fino a com-muoverci.

È così che egli continua nella nostra esistenza a crescere in Sapienza età e grazia davanti a Dio e agli uomini.



Salmo 83

Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.



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