Meditazione domenica XXVa C - Monastero del Bene Comune

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sabato 17 settembre 2022

Meditazione domenica XXVa C


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

 Marche in ginocchio per l’alluvione. Dieci morti, tre dispersi e una mole incalcolabile di danni ad edifici, viabilità e agricoltura. Questo il drammatico bilancio della tempesta ha colpito una zona delle Marche, tra le province di Ancona e Pesaro Urbino. 

In Africa continua la guerra mondiale "a pezzi". Papa Francesco lo ha ribadito, parlando con i giornalisti sull’aereo di ritorno dal Kazakhstan: “Siamo in una guerra mondiale”. Sempre meno “a pezzi”, come è stata da sempre definita dal Pontefice, e sempre più globale. Ribadita dal Pontefice anche la condanna all’industria delle armi. “Se si smettesse per un anno di fare le armi si risolverebbe tutta la fame nel mondo”, ha detto il Papa, parlando di un negozio “assassino”. Il Papa: "è difficile dialogare con chi ha iniziato una guerra, ma si deve farlo". 

Le catastrofiche inondazioni in Pakistan finora hanno tolto la vita ad almeno 528 bambini, secondo gli ultimi dati del governo. Ognuna di queste morti è una tragedia che si sarebbe potuta evitare.

In Brasile, almeno tre persone sono morte e altre due sono rimaste ferite durante un'operazione della polizia militare in favelas situate nella zona ovest di Rio de Janeiro.

Cina, il piano di una maxi diga in Tibet allarma le comunità. Stiamo parlando dell’immensa diga, la maggiore al mondo quando sarà completata, che la Repubblica popolare cinese intende costruire in Tibet, a soli 30 chilometri dal confine con l’India, all’interno di un canyon di 320 chilometri di lunghezza dove, con un dislivello di 2.000 metri, il fiume Brahmaputra, Puntare sull’energia idroelettrica per raggiungere la neutralità di carbonio nel 2060, portando i combustibili fossili nel mix energetico sotto il 20%, sviluppare le aree circostanti e contribuire al benessere generale del Paese: questi nobili propositi dei pianificatori cinesi rischiano in realtà di far pagare un conto elevato a interi e delicati ecosistemi. 

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

A Nur-Sultan il Congresso dei leader religiosi "per aiutare a risolvere i conflitti del mondo” L’appuntamento, giunto alla settima edizione, si inaugura alla presenza del Papa. Didar Temenov del ministero degli Affari Esteri kazako: "Negli ultimi anni molteplici crisi tra conflitti, pandemie e disastri naturali. Le religioni dovranno essere un pietra miliare per le società, per aiutare a superare i momenti difficili e favorire lo sviluppo spirituale e sociale".

Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, a Reggio Calabria le celebrazioni. Sabato e domenica prossimi la cittadina calabrese ospiterà la Giornata dedicata al tema dell'ambiente. L’evento è promosso dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana e dall’Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro della Cei, con il supporto dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova.

Torna “Un pasto al giorno” nelle piazze e parrocchie d’Italia. L’iniziativa annuale della Comunità Giovanni XXIII si pone l’obiettivo di garantire sette milioni e mezzo di pasti alle persone in difficoltà anche in Italia dove, secondo i dati Istat, 2.9 milioni di famiglie vivono sotto la soglia di povertà. Cibo, ma anche acqua e cure: sono tanti gli obiettivi del ritorno dell’iniziativa.

140. Sono gli anni di vita delle Cucine economiche popolari – che, spiega la direttrice, suor Albina Zandonà, «hanno radici profonde, radicate nel territorio. Hanno una storia che s’intreccia con la storia stessa della città di Padova, nella sua evoluzione e nella capacità di vedere i bisogni dei più poveri e trovare risposte non solo di emergenza, ma anche di emancipazione». Una storia partita il 17 settembre 1882, quando una terribile alluvione provò anche la popolazione padovana, incidendo in particolare sulle fasce più povere e riversando in città molti profughi. Una donna, Stefania Omboni, filantropa di confessione protestante, il cui motto era “Amare, operare, sperare”, diede vita alle Cucine economiche popolari: cucine perché si cucinava; economiche perché si confezionava il cibo in economia; popolari perché destinate al popolo, alla classe sociale più povera. 

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Donaci lo spirito di discernimento, Signore,

perché apriamo gli occhi sulla grande ricchezza che tu ci doni

nel farci vivere assieme da fratelli e sorelle. Amen


Am 8,4-7    1Tm 2,1-8


Lc. 16, 1-13

Gesù diceva ai discepoli:

«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.

L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.

Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.

Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e (mammona) la ricchezza».


***

Il Contesto

Il brano è immediatamente preceduto dall'unità delle tre parabole:

  • la pecora smarrita

  • la dramma ritrovata

  • il padre e i due figli

  • All'inizio del capitolo 15 incontriamo la premessa del discorso parabolico:


15,2 “gli scribi e i farisei mormoravano perché accoglieva i peccatori e mangiava con loro”.


  • Immediatamente dopo, il nostro racconto è seguito dall'affermazione di 16,14:

I farisei che erano attaccati al denaro (amici del denaro) ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui”.


Benché sullo sfondo della scena ci sia la presenza dei farisei, questa parte del discorso parabolico (16,1-13) è rivolta ai discepoli.

Versetto 1: “Diceva poi anche ai discepoli”. Pertanto, è la comunità del vangelo ad essere interessata a questo discorso.

*****

Il brano appartiene al genere dei discorsi. Il racconto infatti, è dotato di tutte le caratteristiche della retorica biblica, in buona sostanza, è strutturato in due parti. Nella prima, abbiamo la parabola e nella seconda, delle dichiarazioni conseguenti alla parabola e perlopiù, costruite secondo i canoni del parallelismo.


Come in ogni parabola, per coglierne il messaggio occorre osservare l'insieme, cioè la drammatizzazione che l'efficacia delle immagini vengono a creare. Dunque, dall'insieme possiamo osservare che il testo intende suscitare ammirazione per uno che, guardando in avanti, sa fare un discernimento intelligente, fino a riuscire a cambiare i riferimenti su cui aveva impostato la sua vita.


Ascoltando questa parabola, la comunità dei discepoli/e dovrebbe saper guardare in avanti e scoprire i veri riferimenti di valore su cui contare.


Quanto alla parabola, ciò che mette in scena riflette una situazione abbastanza normale nel mondo economico del tempo di Gesù (ma anche nel nostro mondo, almeno fino agli anni '60): un latifondista, non residente, affida ad un amministratore il compito di riscuotere dai lavoratori mezzadri la parte di raccolto che spetta alla proprietà. Può anche capitare che l'amministratore, arrotondi un 15-25 % a suo vantaggio. Evidentemente la cosa non lo rende simpatico o amico agli occhi dei lavoratori dipendenti. Sono loro infatti a subirne le conseguenze più svantaggiose.

Ma a uno del suo ruolo non interessa l'amicizia degli altri, le buone relazioni con i dipendenti non fanno parte dei suoi obiettivi. La sua fortuna e il suo futuro, invece, dipendono dall'accumulo di possesso che poco alla volta riesce a raggiungere. Questa è la filosofia che per lui finora ha funzionato!

Tuttavia, ora si trova in una situazione nuova, quella, appunto, di cui parla la drammatizzazione della parabola. Riflettendo su questa nuova situazione, se fino a questo momento aveva inteso come ricchezza (= sicurezza per il futuro) l'accumulo di beni accaparrati, da questo momento in poi, appare ai suoi occhi un'altra ricchezza: l'amicizia, la condivisione di vita con gli altri. Gli altri cominciano ad essere per lui una ricchezza, benché continui a muoversi dentro una logica di interesse e scaltrezza. Perciò due ricchezze a confronto dunque. Quale delle due è quella vera?


Forse la comunità di Luca viveva un momento di difficoltà per penuria di risorse, difficoltà economica o di altro tipo. Può essere che in una situazione del genere la grande tentazione fosse quella di lavorare all'accumulo di beni così da raggiungere una certa serenità nel guardare in avanti.

Alle comunità, alle chiese, che attraversano questo tipo di crisi, l'evangelista ricorda le parole di Gesù affinché facciano discernimento sulla vera ricchezza che hanno e non sanno di avere: la fraternità, la condivisione, l'essere insieme. Questa è la risorsa fondamentale, la ricchezza vera che scaturisce dalla memoria viva del Signore nella Santa Cena... Appunto, qual è la ricchezza vera? Chi può dare questa ricchezza? Chi può decidersi veramente per essa?

L'amministratore protagonista della parabola, pur rimanendo dentro una motivazione astuta, ha saputo cambiare registro, pertanto, a maggior ragione, la comunità del vangelo (i figli della luce), dovrebbe far suo questo nuovo criterio di ricchezza per costruire futuro: Il criterio della fraternità e della comunione!

nella seconda parte del racconto, come abbiamo rilevato, troviamo delle dichiarazioni di Gesù che sono come le conseguenze tratte dal racconto della parabola. Il termine, attorno cui si muove il discorso, è “fedele” (pistòs): chi è fedele nel poco lo è anche nelle cose importanti e così via… Fedele, nel linguaggio biblico, significa uno che si appoggia. La parola biblica che traduce l'appoggiarsi fiducioso ad una promessa, ad una persona, ad una convinzione ecc. è amen.

Nel linguaggio scritto della bibbia non esistevano le vocali ma solo le consonanti, cosicché, Amen risulta avere la stessa radice di Mammona: m....n; mm...n.


Ora, decidere su quale ricchezza appoggiarsi, su quella derivante dall'avere o su quella della fraternità, corrisponde a decidere se appoggiarsi sull'Amen (la ricchezza della parola evangelica) o su Mammona (la ricchezza inconsistente dell'idolatria di possesso).

Infine, occorre considerare la chiusura dell'inclusione, cioè il v. 16,14 che va letto in parallelo con il v. 15,2.

a) 15,1-2 Gli esattori delle tasse e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo. I farisei e i dottori della legge mormoravano dicendo: Costui accoglie i peccatori e mangia con essi.

b) 16,14: I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui.


Dunque, l'unità narrativa apre con l'atteggiamento di chi si sente sicuro, ricco, nella sua verità. Si conclude con l'atteggiamento di chi si sente sicuro, ricco, di ciò che possiede. Sono le due facce della stessa medaglia. Esiste una ricchezza, un accumulo di perbenismo e un accumulo di denaro, l'uno e l'altro escludono la fraternità, la vita insieme agli altri, il camminare insieme, che, per il Vangelo, è l’unica vera ricchezza!

Occorre perciò precisare che il testo è ben lontano dall'affermazione qualunquista secondo cui la ricchezza è neutra, basta solo che sia bene orientata. Naturalmente questa è un'affermazione saggia, ma abbastanza scontata. il presente testo evangelico non ha nulla a che vedere con la banalità delle cose scontate.



Salmo 112


Lodate, servi del Signore,

lodate il nome del Signore.

Sia benedetto il nome del Signore,

da ora e per sempre.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,

più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è come il Signore, nostro Dio,

che siede nell’alto

e si china a guardare

sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,

dall’immondizia rialza il povero,

per farlo sedere tra i prìncipi,

tra i prìncipi del suo popolo.



 

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