Meditazione domenica VIIa A
Ricordiamo, o Signore, davanti a te
Nuova tragedia al largo della Libia dove un barcone con a bordo un’ottantina di persone è affondato: sono solo 7 i sopravvissuti. Sul fronte della cosiddetta rotta spagnola hanno perso la vita in due naufragi almeno 70 persone, tra cui una decina di bambini
La polizia federale brasiliana ha effettuato un'operazione contro un'organizzazione che inviava illegalmente negli Stati Uniti oro estratto dalla regione amazzonica. Tra il 2020 e il 2022 sono state spedite negli Usa diverse tonnellate d'oro per un importo di 4 miliardi di reais (poco meno di 800 milioni di dollari).
Ha superato i 45 mila morti il bilancio delle vittime del terremoto del 6 febbraio in Turchia e in Siria. Il bilancio è destinato ad aumentare ulteriormente, con numerosi dispersi ancora sotto le macerie di 264 mila edifici distrutti. Le vittime in Turchia sono 39.672, 5.800 in Siria,
Almeno 68 persone sono state trucidate, di cui solo 7 erano soldati governativi, in un attacco avvenuto nella Siria centrale e attribuito ai miliziani del Daesh o a jihadisti filo-iraniani L'attacco è avvenuto vicino alla città di Palmira, in una regione desertica della provincia di Homs.
Bulgaria. trovati 18 corpi in un camion a Sofia. Morti per soffocamento. I corpi senza vita di nazionalità afghana, tra i quali un bambino.
Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison
Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza
Ad Abu Dhabi inaugurata la “Casa della famiglia abramitica”. Spesso «si costruiscono muri per separare le persone, piuttosto che ponti per collegarle», ma «i muri che sono sorti in questo luogo, contraddicono la logica divisiva del potere e dell’odio». Lo ha sottolineato il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, intervenendo ad Abu Dhabi al primo forum dedicato alla Abrahamic Family House, complesso interreligioso ispirato dal Documento sulla fratellanza umana, che fu firmato da Papa Francesco e dal Grande imam di Al-Azhar il 4 febbraio 2019. Si tratta di una moschea, di una sinagoga e di una chiesa unite tra loro da fondamenta uniche intorno a un giardino, immagine che ha un significato importante per ciascuna delle tre grandi religioni monoteiste.
Premio Niwano per la Pace 2023 all’attivista indiano Rajagopal. Il Comitato della Fondazione organizzatrice ha assegnato l'edizione 2023 all'esponente gandhiano per l’impegno e il lavoro di una vita a favore dei più poveri ed emarginati nel suo Paese. “Tra i risultati particolari della sua azione si annoverano la negoziazione della resa e la riabilitazione delle bande, l'educazione dei giovani al servizio dei poveri e, nella consapevolezza che i bisogni primari dei poveri sono l'acqua, la terra e le foreste, il suo impegno per la cura dell'ambiente”.
Un flash mob per ricordare di “Camminare accanto alle vittime di tratta". Si è chiusa la Settimana internazionale contro la tratta, i giovani del network della Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro questo abominevole fenomeno si sono ritrovati in piazza San Pietro per l’Angelus del Papa.
Venerdì scorso 17 febbraio, p. Silvano è stato eletto Padre generale degli Stimmatini. Un abbraccio fraterno e colmo di gioia per il suo nuovo incarico che sarà come sempre traboccante di umanità per tutti... ogni bene per p. Silvano, con gratitudine e amicizia"
Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore.
Donaci il tuo Santo Spirito, o Padre, perché dal nostro cuore sia estirpata anche l'idea del nemico e che tutti si liberino dall'insidioso bisogno di vendicarsi e dall'istinto di rispondere sempre colpo su colpo. O misterioso Signore del mondo, in noi preghi lo stesso tuo Spirito e ti canti le lodi più degne. Amen
Lv 19,1-2.17-18 1Cor 3,16-23
Mt. 5, 38-48
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
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Il discorso di Gesù prosegue con altre due antitesi di compimento. Attraverso di esse Gesù aiuta a comprendere cosa egli intenda per “giustizia che supera quella degli scribi e dei farisei” (v. 20).
La prima di queste antitesi richiama la cosiddetta legge del taglione. È presente in Es. 21,24ss. “occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido. Quando un uomo colpisce l'occhio del suo schiavo o della schiava e lo acceca, darà loro la libertà in cambio dell'occhio. Se fa cadere il dente del suo schiavo o della sua schiava, darà loro la libertà in compenso del dente”.
È una legge che troviamo anche nel codice di Hammurabi e che segna un passo evolutivo del diritto. Ciò lo si può evincere anche dalla figura dello schiavo e della schiava che, in qualche modo, sono sotto tutela. In poche parole ci possono essere si delle relazioni violente, tuttavia la violenza occorre contenerla affinché non distrugga la vita totalmente. Pertanto, in quel contesto, quella che noi chiamiamo vendetta era sostanzialmente vista come giustizia.
Gesù nell'etica evangelica del regno vede necessario un ulteriore passo in avanti ( sono venuto a riempire non ad abolire!). Del resto, tale superamento era pure in atto anche presso alcune scuole rabbiniche che vedevano comunque nella legge del taglione la persistenza di una violenza che, per quanto limitata, era pur sempre distruttrice. Ad essa legge preferivano la giustizia in termini di risarcimento, di un pegno ecc.
In ogni caso le esemplificazioni addotte da Gesù, vale a dire lo schiaffo, la tunica, l'accompagnamento per un miglio e il prestito, aprono su un orizzonte che va ben oltre la prospettiva di una giustizia meramente retributiva.
Si tratta di rispondere alla misura del male con una misura di ben altra natura. La violenza, la prevaricazione, l'oppressione e la speculazione usuraia, quattro situazioni tipo, vanno superate con una logica che svuoti dall'interno il potenziale di male che contengono. Perciò se la violenza che si scatena su di te non incontra una risposta altrettanto violenta, bensì la non violenza, senza alcuna ombra di minaccia, è probabile che l'aggressività si sgonfi dal di dentro perché in se stessa non ha più alcuna ragione di sussistere. A che serve l'arsenale atomico se la controparte è armata soltanto di fiori? Sono esemplificazioni di cui occorre coglierne la logica interna più che prenderle alla lettera. In realtà, secondo il vangelo di Giovanni, Gesù si trovò nella concreta situazione di ricevere un manrovescio nel corso del processo. Tuttavia, Gesù stesso ha trovato un modo intelligente di “porre l'altra guancia”. Chiedendo a colui che l'aveva percosso il motivo (“perché mi percuoti?”), ha messo il suo avversario nelle condizioni di riscattarsi, ossia di passare dall'essere disumano e irragionevole all'essere umano e ragionevole. Bastava che cogliesse l'occasione!
Era normale che un prestito di un attrezzo o di un qualsiasi altro bene venisse “impegnato” con la tunica o il mantello, vale dire con un bene indispensabile alla vita come è appunto il vestito, Anche su questo punto la logica che rivela Gesù va nella direzione di un superamento verso un supplemento di generosità perché, secondo Gesù, la generosità ha la forza di smontare la mentalità dell'accumulo.
Frequentemente i soldati di stanza in regione non conoscendo il territorio, obbligavano chiunque incontrassero a fare da guida per penetrare nei villaggi dell'interno da loro sconosciuti. Per tante ragioni, non da ultima quella di collaborare con l'oppressore, tale richiesta era più subita che gradita. Anche in questo caso, la proposta di Gesù consiste nel battere l'ostilità e l'oppressione con l'arma della fraternità.
Infine, l'invito alla magnanimità attraverso un prestito generoso fa comprendere molto chiaramente che nella mentalità del Regno, a cui chi ascolta desidera partecipare, non si misura sul criterio del do ut des, ma sulla gratuità gratificata unicamente dalla solidarietà verso il fratello in difficoltà.
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La seconda antitesi intende smontare il paradigma amico/nemico.
Sembra che le affermazioni di Gesù si riferiscano al testo di Lv. 19, 17-18:
“Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”.
Se da un lato risulta evidente che il testo del Levitico parla dell'amore, del superamento del rancore, dell'amore per il fratello – i figli del tuo popolo - , non per questo si può sostenere che il testo predichi l'odio per i nemici. Matteo sembra conferire alle parole di Gesù – fu detto amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico – una nota polemica. Nel Talmud troviamo sull'argomento testi bellissimi. Uno di essi recita: “Nella festa delle tende, la scrittura ci ordina per tre volte di gioire: Nella Pasqua, celebriamo la liberazione, eppure la scrittura non ci dà il comando di rallegrarci. Perché? Perché in quel giorno gli egizi morirono e, anche se erano nostri nemici, non dobbiamo gioire quando gli altri piangono”. In realtà di odio verso i nemici se ne parla più nella regola di Qumran che nei codici del Levitico. Tuttavia, volendo chiederci con chi si poteva identificare il nemico, il libro del Deuteronomio lo identifica con lo straniero, con chi non appartiene alla nostra religione e pertanto la categoria del nemico assume anche una connotazione religiosa. In ultima analisi, i nostri nemici sono anche i nemici di Dio. “L'Ammonita e il Moabita non entreranno non entreranno nella comunità del Signore; nessuno dei loro discendenti, neppure alla decima generazione entreranno nella comunità del Signore....non cercherai né la loro pace né la loro prosperità; mai, finché vivrai”. (Dt. 23, 4.7).
E' da questo versante che il messaggio di Gesù si rivela sconvolgente: Dio non è affatto a disposizione dei localismi religiosi, non è appannaggio di alcuna cultura o consuetudine religiosa. Egli sta oltre le corte vedute di questi prodotti culturali rigidi, monolitici, ingessati. Gesù lo esprime molto efficacemente attraverso il gioco parallelo del sole e della pioggia sui cattivi e sui buoni, sui giusti e sugli ingiusti.
È per questo che all'affermazione dell'amore per il nemico Gesù fa seguire la preghiera: “pregate per i vostri persecutori” (la comunità cristiana era perseguitata a motivo della sua adesione a Gesù). La preghiera ci fa vedere gli altri con lo sguardo di Dio. È il punto di visuale del Padre a dare la misura delle relazioni del discepolo del regno.
La conclusione di Gesù è pertanto evidente: “...siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
Questo lungo discorso etico è stato inizialmente illuminato dalla affermazione “...Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”
(5, 20). Ora, al v. 5, 48 ci viene spiegato in cosa consiste la “giustizia superiore”: essere perfetti come il Padre!
In realtà non si tratta di una perfezione morale distante da noi. Il termine “perfetti – perfetto” corrisponde all'ebraico “tam” che esprime un'idea di pienezza, di realizzazione, di pace. Proprio a fronte del particolarismo religioso localista chiuso in cui si alimenta il paradigma amico/nemico, con questo invito – Siate perfetti come il Padre – Gesù chiede di pervenire alle visioni del Padre, ossia di passare da un cuore provinciale che settorializza secondo i propri schemi a un cuore cosmico, capace di riconoscere agli eventi e a chiunque altro il diritto ad esistere per il semplice fatto di accadere e di esserci. Perfetti allora non significa essere esenti da colpe, ma avere una maturità che ci permette di vedere le cose secondo le prospettive di Dio. Questa è la giustizia superiore, o se si vuole, la conversione - metànoia (nel senso di andare oltre il solito modo di pensare) di cui parla Gesù all'inizio della sua attività.
Salmo 102
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.