Ricordiamo davanti a te, o Signore
Nigeria. Scomparse mentre scappavano dal campo dove erano rifugiate nella città di Gamboru, preso di mira dai ribelli nel nord-est della Nigeria. Sono fra 50 e 300 le persone, donne soprattutto
Haiti, caos e violenza: nuovi attacchi delle bande armate contro istituzioni pubbliche. Si intensificano le sparatorie in varie parti della capitale, mentre le gang prendono d’assalto l’aeroporto Toussaint Louverture, causando scontri a fuoco con esercito e polizia e accrescendo uno stato di forte tensione. Il bilancio degli scontri, finora, è di almeno 12 morti e numerosi feriti.
Almeno 6 persone hanno perso la vita e altre 4 sono rimaste ferite a causa delle alluvioni che hanno colpito il centro del Malawi la scorsa settimana. Al momento sono oltre 14mila gli sfollati che hanno trovato rifugio nei centri di accoglienza.
Teheran. Due giovani donne sono state arrestate a Teheran dopo che un video sui social le ha mostrate mentre ballavano in strada per la Giornata della donna e per festeggiare il Capodanno iraniano, che inizierà il 20 marzo, in piazza Tajrish, a nord della capitale. Sono state accusate di "comportamento contrario alle norme sociali".
Almeno 35 persone, tra cui 22 bambini, sono morte e altre decine sono rimaste ferite a causa delle piogge gelate e delle inaspettate nevicate che hanno colpito alcune aree remote del Pakistan durante il fine settimana. La maggior parte delle vittime è rimasta schiacciata dalle frane che hanno travolto le abitazioni.
E' salito a cinque il bilancio dei palestinesi rimasti uccisi da lanci difettosi di pacchi di aiuti umanitari oggi a ovest di Gaza City. Un portavoce militare giordano ha riferito che oggi su Gaza sono stati condotti nove lanci di aiuti ''con la partecipazione di Egitto, Usa, Olanda e Belgio''.
Egitto: a Rafah il business dell’accoglienza dei palestinesi A Gaza i missili israeliani continuano a colpire i civili stremati. A Rafah, in Egitto, centinaia di persone cercano di portare in salvo amici e famigliari bloccati dall’altra parte del muro. Ma il prezzo richiesto dall’agenzia che stila la lista di chi può passare il valico è altissimo.
8.565 le persone migranti morte lungo le rotte migratorie in tutto il mondo nel 2023. Un numero record. Il più alto mai registrato prima. Un numero in crescita del 20% rispetto al 2022, quando le vittime migranti erano state 7.141. A dirlo il progetto Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM)
Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...
Aiutaci a custodire la speranza
Un diploma per celebrare l'8 marzo: il coraggio delle afghane. Dal ritorno dei taleban le ragazze non possono proseguire la scuola dopo le elementari. Ma tante cercano modi alternativi per istruirsi. Cinquanta di loro hanno appena terminato il primo livello e hanno improvvisato oggi una piccola cerimonia di ricorrenza degli attestati. Avvolte nei loro veli hanno preso dalle mani delle coordinatrici il certificato e lo hanno mostrato con orgoglio per la foto di gruppo. Al termine, nonostante la musica sia vietata, hanno intonato in daari - una delle lingue maggiormente diffuse in Afghanistan - un canto: «Anche se tutto il mondo è contro di me, anche se non ho tutte le risposte e forse nemmeno più domande da fare... Continuerò a provare e provare, non importa quante volte cadrò, non importa quante volte perderò, andrò avanti».
Papa Francesco: “Credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore»
Signore Gesù, tu ci ami. Caricandoti di tutto, ci apri una via verso la pace di Dio, lui che non vuole né la sofferenza, né la morte, né la miseria umana, ma ripete instancabilmente: Il mio amore per te non se ne andrà mai. Amen
2 Cr 36, 14-16. 19-23; Ef 2, 4-10
Gv 3, 14-21
Gesù disse a Nicodemo:
14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.
16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
18 Chi crede in lui non è giudicato; ma chi non crede è già stato giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.
21 Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.
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Dialogo notturno tra Nicodemo e Gesù.
Nicodemo è sinceramente in ricerca di verità e di luce per la sua vita. Sincera è pure l’ammirazione che egli prova per Gesù.
Tuttavia, appartiene ad un mondo di oscurità. La sua religiosità è fondata su una tradizione di regole e consuetudini che non conoscono il primato dell’amore per le persone. Il suo dialogo con Gesù è frutto di una ricerca che vivrà come lento passaggio dalle tenebre alla luce.
Le tenebre sono il mondo del gruppo cui appartiene Nicodemo. Un sistema teocratico che pretende di realizzare salvezza a partire da un proprio progetto, trascurando la cura, il rispetto e la benevolenza per l’umanità. Nicodemo ha l’onestà di avvertire che il progetto cui ha finora aderito scricchiola. Egli sente stima e attrazione per Gesù. Tuttavia, ha bisogno delle sue parole per capire e capirsi.
La luce è l’iniziativa che Dio manifesta in Gesù, l’uomo che ha fatto dell’amorevolezza per l’umanità una priorità. Entrare nel dono di questa visione delle cose è nascere; sentirsi generati in un intreccio di relazioni che fanno vivere. Insomma, Dio fa vivere, non mortifica nulla dell’umano. Il suo dono è amorevolmente costante, fedele e permanente. È vita eterna.
Tra le due prospettive, tenebre e luce, è aperto addirittura un dibattimento processuale: si parla di giudizio. Alla fine le tenebre emetteranno una dichiarazione di condanna: innalzeranno l’Unigenito. In realtà, quell’innalzamento è il massimo dell’abbassamento. Ma in quella sentenza di condanna c’è il compimento di un disegno d’amore. “Attirerò tutto a me”. La dichiarazione di Gesù è chiara: l’amore esercita sempre attrazione. E forse è a questa attrazione che lo stesso Nicodemo sta obbedendo L’amore è condannato dalle tenebre ma in realtà vince. Dio vince con l’amore non con la forza del dominio. Per Gesù questo è molto chiaro, non altrettanto per Nicodemo il quale, a quel dialogo notturno s’era recato con la segreta speranza di attirare Gesù nel suo partito.
“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. Abbiamo davanti a noi una riflessione dell'evangelista su Gesù. L'innalzamento di cui si parla ha come riferimento il momento della croce. Gv. quindi scrive alla luce di un evento già accaduto le cui conseguenze però sussistono anche in seguito.
Il gioco luce – tenebre suggerisce immediatamente che il contenuto del dialogo è un confronto tra due prospettive di realizzazione di vita (due offerte di salvezza).
Quella rappresentata da Nicodemo, ha una certa valenza istituzionale, etico-religiosa, normativa, teocratica, politica. Insomma, si tratta di una salvezza che passa attraverso una qualche forma di potere. Per Gesù, ogni dominio giudica, separa ed esclude.
Quella di Gesù che non si muove nel senso del dominio, anzi, si qualifica come la via dell'innalzamento del Figlio dell'Uomo, dove per innalzamento, come s'è detto, Giovanni intende il massimo dell'abbassamento: la morte in croce di Gesù. È chiaro che qualsiasi prospettiva di potere sugli altri non appartiene alla visione di Gesù.
Sul crinale di questi due versanti, quello rappresentato da Nicodemo e quello rappresentato da Gesù, si gioca il crederci o il non crederci che, nel Vangelo, non corrisponde a aderire o meno ad una verità attraverso la convinzione della mente, significa invece prendere o non prendere la decisione di orientare la vita secondo il versante di Gesù. In pratica, credere è scegliere la sua strada perché si è convinti che va percorsa fino in fondo; perché si è convinti che quella è la verità della vita, perché la sua parte è quella vera, quella giusta ecc. evidentemente si tratta di un problema aperto per le chiese di tutti i tempi, non per chi è ateo e non ha alcun riferimento religioso riferimento religioso.
Allora il centro del testo da cui dipende tutto il resto è
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.
Ha offerto una relazione basata sull'amore, su un incontro di vita, su una esistenza, non su un codice o su un sistema organizzativo. È una relazione con il figlio perché tutti entrino nella figliolanza.
QUESTO FIGLIO AMA, NON DOMINA (non toglie nulla ad alcuno – non chiede sacrificio della vita – sottrae umanità). Spende la sua vita per dare vita. In concreto, è un amore che tende alla promozione dell'altro. Nel Vangelo di Giovanni, questo amore che sostiene la piena promozione di umanità nelle persone è chiamato vita eterna perché è ciò che rimane veramente.
Qui sta il giudizio, vale a dire il criterio di orientamento che è luce per chi lo accoglie. Una comprensione delle cose totalmente altra rispetto a chi non l'accoglie, il quale, da solo si autoesclude dalla partecipazione a questa bella opportunità.
Gli illuminati da questa luce-visione, a loro volta ameranno (promuoveranno) gli altri, le cose, la terra. A tutto danno vita, non sono predatori che sottraggono vita.
Questo amore è vita perché è fondato sulla relazione (col figlio e da figlio), non un vago sentimentalismo. Le relazioni sono sempre generative: generano novità, generano speranza, riconciliazione e condizioni umane sempre nuove.
Salmo 136
Lungo
i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di
Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre
cetre.
Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci
avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri
oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».
Come cantare i canti
del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te,
Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.
Mi si attacchi
la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non
innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.