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sabato 29 dicembre 2012

> Decreto-legge Salva-Ilva o Ammazza-Taranto?




15 dicembre 2012, corteo a Taranto: salute, ambiente, cultura, reddito

I media nazionali non parlano della manifestazione del 15 dicembre e l'opinione pubblica è in parte convinta che la popolazione di Taranto gradisca il provvedimento del Governo che interferisce pesantemente con l'attività dei magistrati. Per sgombrare il campo da equivoci, basta sapere che molti nella città lo hanno battezzato subito decreto "Ammazza-Taranto"; pensano sia possibile puntare invece su salute, ambiente, cultura e reddito. http://www.peacelink.it/ecologia/a/37418.html


18 dicembre 2012 - Lidia Giannotti
Il 15 dicembre, un lunghissimo, affollato e appassionato corteo ha attraversato le strade di Taranto. Cresce la consapevolezza di tanti che in questo momento è in gioco la possibilità di allontanare la morte da questa città. Ma purtroppo (a parte gli amici di Genova, Trieste, Trento, Bari e degli altri paesi pugliesi che erano presenti) fuori da Taranto lo sanno in pochi: a parte le interviste in diretta di Rainews da Taranto, in TV non sono infatti passate notizie.
La stampa e le Tv locali hanno dato il giusto risalto alla manifestazione, in cui in tanti (tra i quindici e i ventimila partecipanti) hanno detto no al decreto-legge chiamato anche Ammazza-Taranto per chiedere azioni concrete per la tutela della salute e di altri beni e valori fondamentali, in appoggio alla magistratura. Non lo hanno fatto invece le TV  e la stampa nazionale, tranne l'agenzia ANSA, qualche quotidiano e Rainews, che senza però poter seguire molti momenti del corteo per un inconveniente tecnico, ha trasmesso da Taranto parti del concerto conclusivo e numerose interviste, raccolte anche il giorno successivo.
Il decreto-legge porrebbe nel nulla il sequestro giudiziario delle aree più pericolose dell' ILVA ed è un atto abnorme, adottato in carenza assoluta del potere che viene esercitato; per fare un esempio più estremo ma che rende l'idea, é come lasciare che un Sindaco adotti un'ordinanza di scarcerazione (un provvedimento impossibile da configurare, senza l'intervento di un organo che sia comunque un magistrato), per di più rispedendo l'indagato sotto processo nella famiglia o nel luogo di lavoro in cui il reato si è consumato. Anche per il futuro, il decreto-legge impedirebbe l 'intervento dei giudici in caso di violazione di norme, come  quelle stabilite nell'AIA  (e senza la possibilità di difenderli, i nostri diritti perdono molto del loro valore). Che il decreto abbia natura e forza di legge non alleggerisce la gravità dell'anomalia.
In questo terzo atto, dopo che molte istituzioni hanno ignorato per anni le richieste, le denunce e le lettere di allarme (perfino quelle accorate dei magistrati all’inizio del 2012), dopo il maquillage operato sull'Autorizzazione Integrata ambientale e la farsa - due ore prima dell'approvazione dell'AIA - delle audizioni del pubblico interessato (associazioni, pediatri, alcuni imprenditori), si arriva al culmine della commedia: si invoca l’esigenza di far fronte immediatamente all’emergenza sanitaria e di tutelare la salute, come presupposto per essere autorizzati  a intervenire con un decreto legge in sostituzione del Parlamento, e invece si rimette in moto proprio quell’attività che aveva dato origine all'emergenza, e che per questo era stata fermata.
Nonostante le tante difficoltà dovute anche all'accesso impari ai mezzi d'informazione, l’opinione pubblica non avrà però dubbi ad aderire alle ragioni sempre più limpide degli abitanti di Taranto.
In questa fase della vicenda Ilva, molti cercano di lasciare in ombra il tema più importante (quello da cui emergono gli aspetti illeciti o comunque più biechi o superficiali dei comportamenti di chi ha inquinato o ha lasciato fare), che però si impone con forza: le malattie e la sofferenza di questi anni, l'ingiustizia di situazioni in cui ci si ammala per lavoro e si viene addirittura licenziati, le paure degli operai e delle loro famiglie e di tutti gli abitanti di questo territorio.
Questa manifestazione, invece, con gli incontri che l’hanno preceduta e i ricordi che ha sollecitato, è stata l’occasione per raccogliere altri racconti e testimonianze sui tanti casi di patologie sospette, data l'età delle vittime e la concentrazione (con a volte decine di lutti nella stessa famiglia). Le storie sono amarissime: sono quelle degli operai che sapevano da sempre che un giorno si sarebbero ammalati, quelle di ragazzi colpiti nel fiore degli anni, e quelle di bambini che, quando non sono stati colpiti prestissimo o alla nascita da terribili patologie, hanno perso un genitore e si sono comunque abituati a vedere scomparire parenti e amici. Nel corteo, sabato scorso c'erano molti giovani genitori con i loro figli, i più piccoli nelle carrozzine, i più grandi seri e attenti fino alla fine. C'erano studenti vivacissimi e persone mature o più avanti negli anni, di ogni condizione sociale. Come si sentiva commentare spesso, l'imponenza e i modi di questa partecipazione pacifica ma decisa sono il segno forte di un senso civico ritrovato, che produce nuova forza e determinazione nonostante la cortina di silenzio. Chi c'era lo ha avvertito chiaramente: in alcune manifestazioni ci sono l'anima e la storia intera delle persone, e in questo caso, anche di quelle che non ci sono più e il domani dei bambini che questa comunità ha deciso di proteggere con tutte le sue forze.
Note:
NOTIZIE sul DECRETO-LEGGE 207/2012 (detto SALVA-ILVA) 
http://www.reteambiente.it/news/17717/il-decreto-ilva-e-legge-ok-a-produzione-per-sta/
PER CHI VUOLE APPROFONDIRE 
Il link che segue mette in evidenza i problemi più gravi degli impianti ILVA posti sotto sequestro, evidenziati dalle osservazioni sull'AIA delle associazioni nel 2011 e nel 2012: 
http://www.peacelink.it/ecologia/a/36897.html
L'Autorizzazione all'esercizio degli impianti ILVA (AIA = Autorizzazione Integrata Ambientale) è stata rilasciata nell'agosto 2011 dal Min. dell'Ambiente. La magistratura ha ritenuto alcuni impianti e l'area dove sono stoccate le polveri a cielo aperto molto pericolosi per la salute e li ha sequestrati. Le associazioni tarantine avevano presentato osservazioni puntuali e chiesto modifiche all'AIA. Ma anche gli ultimi frettolosi interventi del Ministero (integrazioni all'AIA del 18 ottobre 2012) lasciano inalterati i rischi per la popolazione, ridotti per ora solo grazie al sequestro giudiziario. 
Il decreto-legge 207 sottrae ora ai magistrati il potere di sequestrare gli impianti e di valutarne la pericolosità, dando prevalenza all'interesse alla produzione dell'acciaio: è una gravissima interferenza che viola la Costituzione e il sistema di tutela dei diritti individuali, a cui la popolazione di Taranto si oppone decisamente e contro cui è determinata a lottare, fino all'eliminazione dei rischi intollerabili a cui è sottoposta 

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