> dedicato da Jean Pierre Piessou a "tutte le donne indiane vittime dello sturpo e della violenza" - Monastero del Bene Comune

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sabato 5 gennaio 2013

> dedicato da Jean Pierre Piessou a "tutte le donne indiane vittime dello sturpo e della violenza"


A tutte le donne indiane vittime dello stupro e della violenza e in particolare alla studentessa di cui nome significava Tesoro che ne se รจ andata, che ha consegnato il respiro ai suoi nobili Antenati dell’altra sponda del fiume Gange dedico questa breve  narrazione della Arundhati Roy che traggo da "dio delle piccole cose":
  …Ammu accese la radio mandarino. Una voce d’uomo crepito’ fuori. Una canzone inglese che non aveva mai sentito. Sedeva li’ al buio. Una donna solitaria e splendente che guardava il giardino ornamentale della sua acida zia ascoltando un mandarino. Ascoltando una voce che veniva da lontano e si espandeva nella notte. Navigando su laghi e fiumi. Sulle dense cime degli alberi. Oltre la chiesa gialla. Oltre la scuola. Sobbalzando sulla strada di terra. Salendo su per i gradini della veranda. Fino a lei. Non ascoltava quasi la musica. E osservava la frenesia degli insetti che svolazzavano attorno alla luce, facendo a gara a chi si ammazzava prima. Le parole della canzone le esplosero nella testa:

There’s no time to lose
I heard her say
Cash your dreams before
They slip away
Dying all the time
Lose your dreams and you
Will lose your mind

Non c’รจ tempo da perdere
L’ho sentita che diceva
Spendi i tuoi sogni prima
Che scivolino via
E muoiano
Se perdi i tuoi sogni
Perderai la testa

                                                              di Jean-Pierre Sourou Piessou

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