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venerdì 21 febbraio 2014

> «Sporco, brutto negro» pestaggio alla Stazione di Verona razzismo

da Verona-in
http://www.verona-in.it/2014/02/21/sporco-brutto-negro-pestaggio-martedi-porta-nuova/

Stazione di Verona Porta Nuova: un nostro collaboratore racconta il pestaggio di un giovane nero condito da insulti razzisti. «I numerosi passanti affrettano il passo in una città il cui un clima cupo continua a produrre i suoi frutti avvelenati»

17 febbraio ore 20.30. Sto uscendo dalla stazione ferroviaria di Porta Nuova. Poco distante un pedone ed un autista chiuso dentro la propria vettura si fronteggiano. S’intuisce una discussione concitata. La vettura si allontana per togliersi di mezzo dalla carreggiata, ma poco oltre si ferma. Esce il guidatore accompagnato dal suo passeggero. Si dirige verso il pedone e lo assale a calci e pugni. Il pedone cade a terra e poi si rialza, ma l’aggressore si accanisce sferrando colpi d’ogni sorta.
Subito mi avvicino e come medico valuto l’alto rischio che ci scappi il morto. Grido di smetterla e minaccio di chiamare la Polizia. Fortunatamente intervengono di corsa due agenti di PS che separano i due. La vittima è un giovano nero e l’aggressore un bianco adulto, decisamente più alto e robusto. Mi rivolgo ad uno degli agenti assieme ad uno studente, anch’egli testimone oculare, che si dice sconvolto per il raccapricciante episodio di violenza gratuita.

Di fronte ad un agente che gli chiede se avesse bisogno di un’ambulanza, il ragazzo di colore dice di no, alzando le braccia in forma di resa e stringendo in una mano il permesso di soggiorno. Ha visibilmente paura della Polizia. E’ una scena non meno sconcertante della prima che rimanda ad alcune storiche immagini di persecuzione. Mostro spontaneamente i miei documenti, precisando di rendermi disponibile a collaborare con la Giustizia. Con la coda dell’occhio riesco a vedere l’altro agente che parla con l’aggressore. Sono anche in grado di udire qualche sua parola proferita a voce più alta.
E’ un dialetto veneto cavernoso e borbottante, poco comprensibile, intercalato da qualche bestemmia e da qualche «sporco/brutto negro». C’è poco da commentare, se non che i numerosi passanti, di fronte a questa aggressione, hanno affrettato il passo o girato la testa dall’altra parte. E’ il cupo clima di una città in cui l’escalation di un’intolleranza mal governata, quando non apertamente sollecitata, continua a produrre i suoi frutti avvelenati.
Paolo Ricci

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