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mercoledì 13 aprile 2016
Lettera
aperta di Riccardo Petrella a Michele Emiliano, Presidente della
Regione Puglia. Un forte "Bravo" per il Suo rifiuto del
furto della sovranità popolare e dell'acqua diritto umano e bene
comune.
Bravo
Signor Presidente,
di
ritorno da un breve soggiorno all'estero, è stato un vivo
piacere leggere il comunicato dell'ufficio stampa della Regione
Puglia del 26 marzo scorso nel quale si riportano le Sue
dichiarazioni in merito alla legge nazionale sull'acqua e la gestione
idrica. Proprio oggi, è cominciato alla Camera dei Deputati il
dibattito sugli emendamenti proposti dai parlamentari del
PD ("Partito Dominante") al progetto di legge nazionale
sull'acqua d'iniziativa popolare (più di 400 mila
firme raccolte! sottomesso al Parlamento nel lontano 2007 e solo dal
2015 messo in esame dal Parlamento!. Le Sue dichiarazioni sono di
grande rilievo perché se gli emendamenti fossero approvati, essi
travolgerebbero radicalmente il senso e le finalità della legge
d'iniziativa popolare.
Vorrei
esprimerLe il mio plauso e ringraziarLa sinceremente per aver
affermato con forza, chiarezza e semplicità quattro principi
chiave per i quali i movimenti dell'acqua in Italia ,
Europa ed altrove (il popolo degli "acquaioli!") si
battono da anni con convinzione e ragione. In particolare , le Sue
dichiarazioni costituiscono un forte omaggio a tutti i cittadini
italiani in lotta per il rispetto integrale dei risultati dei
due referendum abrogativi sull'acqua del 2011 finora inattesi,
vuoi ignorati e, da poco, apertamente rigettati dal governo.
Il primo
principio da Lei difeso è quello secondo il quale “l’acqua
deve essere considerata un bene comune pubblico". Era
tempo di riaffermarlo in un contesto in cui la stragrande maggioranza
delle classi dirigenti italiane ed europee hanno apertamente optato
in favore dell'"acqua bene economico " soggetto
a rivalità ed esclusione, cioé merce, e quindi, sottomesso ad
un prezzo di scambio, monetarizzato. L'idea della monetizzazione
della vita predomina: fa bene constatare che un dirigente politico
del Suo peso prenda posizione contro la mercificazione
dell'acqua.
Questo
è nettamente precisato nel secondo principio da Lei
riconosciuto e cioé che " il servizio idrico (è)
privo di rilevanza economica".Da anni, i poteri forti
italiani hanno tentato con leggi ed altre misure socio-economiche di
affermare che il servizio idrico è di rilevanza economica,
considerando detto servizio un'attività industriale e
commerciale e, come, tale vendibile ad un prezzo abbordabile su tutti
i mercati. Da qui le loro ripetute iniziative miranti ad includere i
servizi idrici nei trattati europei ed internazionali
di liberalizzazione di tutti i servizi ( parzialmente
fallite finora grazie alla resistenza dei cittadini).
Grazie,
Signor Presidente, per aver riaffermato che il servizo
idrico è un obbligo per lo Stato e la collettività in quanto esso è
essenziale per la concretizzazione del diritto
umano all'acqua potabile ed ai servizi igienico-sanitari.
Il terzo
ed il quarto principio costituiscono un
riconoscimento eclatante dell'imperativo di dover mettere fine al
furto sistematico della sovranità dei cittadini in corso anche in
italia. Ella ha ragione di insistere sul fatto che il servizio
idrico deve essere gestito da un ente di diritto
pubblico con la più ampia partecipazione della cittadinanza nella
gestione e nel controllo e che .“bisogna che
la politica riacquisti la sovranità del governo dell’acqua,
unico modo per garantire il diritto umano all’acqua potabile
sancito dalla Risoluzione dell’ONU del 28 luglio 2010”.
Vorrei
sottolineare l'importanza dell'ultima frase con la quale Ella ricorda
pertinentemente il legame tra diritto umano all'acqua e
sovranità della politica sul governodell'acqua. Lei mette il
dito sulla centralità del binomio diritti umani e sovranità
effettiva dei cittadini. Oggi, i rappresentanti eletti della politica
hanno abbandonato la loro sovranità affidando il governo dellla
maggioranza dei beni e servizi comuni pubblici ai soggetti finanziari
mondiali ed ai meccanismi del mercato globale (caso emblematico
dell'Unione europea) . Né la finanza né il mercato riconoscono
alcun diritto, ad eccezione del diritto di proprietà privata e
della libertà di azione del capitale. I diritti umani e
sociali sono da essi considerati un brutto costo, una zavorra da
scaricare il più rapidamente possibile.
Come
vede, Signor Presidente, penso che i cittadini italiani debbobo
esserLe grati. Memore, inoltre, dei contatti di fiducia e di rispetto
intrattenuti con Lei allorché ebbi l'onore di essere
presidente dell'Acquedotto Pugliese(2005-2006) e Lei era sindaco
di Bari, mi consenta di dirLe che sono fiducioso che nei prossimi
mesi Ella cercherà di mettere in pratica in Puglia i principi sopra
proclamati ispirando nella loro direzione i lavori del tavolo tecnico
di cui ha assicurato l'istituzione.
Spero
di poter seguire a distanza i lavori del tavolo tecnico. Nel
frattempo, Le rinnovo i miei complimenti, con immutata stima e
fiducia.
Riccardo
Petrella
Ex-presidente
dell'Acquedottto Pugliese, Presidente dell'IERPE (Institut Européen
de Recherche sur la Politique de l'Eau) (B)
President
IERPE www.ierpe.eu - www.rampedre.net
Gruppo
Promotore Banning Poverty 2018 www.banningpoverty.org