Un fatto molto grave che mette in grave pericolo il libero scambio delle sementi e che ci pone sullo stesso piano delle nazioni che sono alla mercé delle grandi multinazionali sementiere con i brevetti esclusivi sul seme. - Monastero del Bene Comune

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giovedì 2 novembre 2017

Un fatto molto grave che mette in grave pericolo il libero scambio delle sementi e che ci pone sullo stesso piano delle nazioni che sono alla mercé delle grandi multinazionali sementiere con i brevetti esclusivi sul seme.



Grano Cappelli, il Consorzio sardo incontra la Sis a Tuili




Sabato 14 Ottobre alle 09:39

Non hanno nessuna intenzione di arrendersi: in attesa di un incontro con il ministro delle Politiche agricole e forti del sostegno della Regione, i soci del Consorzio sardo grano Cappelli, si preparano alla riunione con il loro competitor, quello che gli ha portato via la certificazione esclusiva delle sementi.
Il presidente della Sis (società italiana sementi di Bologna) Mauro Tonello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, sarà nell'Isola mercoledì prossimo, nella sede del Consorzio, a Tuili.
La grande azienda emiliana si è aggiudicata in esclusiva per quindici anni la produzione e certificazione di questa varietà di frumento, "scippandola" ai coltivatori e produttori dell'Isola, che l'hanno avuta fino al 2016 grazie a un contratto con il Crea (Centro di ricerca per la cerealicoltura, vigilato dal governo).
"Siamo preoccupati, di fatto la Sis sta instaurando un monopolio sui semi e sul cibo", sottolinea la presidente del Consorzio, Laura Accalai. "La Sis impone il prezzo della semente e il prezzo del grano da macina, su cifre spropositate che compromettono il suo utilizzo finale, in quanto si arriverebbe a costi sullo scaffale talmente alti che il consumatore si rifiuterebbe di comprare, quindi a priori le filiere stanno rifiutando questa 'collaborazione'. Perché viene permesso di privatizzare una varietà che è libera?".

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