75 anni fa la strage di Marzabotto - Monastero del Bene Comune

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venerdì 4 ottobre 2019

75 anni fa la strage di Marzabotto

75 anni fa la strage di Marzabotto 

Fra il 29 settembre e il 5 ottobre la marcia della morte guidata dal maresciallo Kesselring 


28 SETTEMBRE 2019

"La nostra pietà per loro significhi che tutti gli uomini e le donne sappiano vigilare perché mai più il nazifascismo risorga". Questa scritta accoglie chi si arrampica fino al cimitero di Casaglia, sopra Marzabotto, sull'Appennino bolognese. Un luogo dove, 75 anni fa, è avvenuta una delle più grandi e feroci stragi di civili di tutta la Seconda guerra mondiale, quella che in Italia ha causato più vittime.

Fra l'estate e l'autunno del 1944 la ritirata delle truppe tedesche, ormai sconfitte, lasciò dietro di sé una gigantesca scia di sangue. Fra il 29 settembre e il 5 ottobre la marcia della morte guidata dal maresciallo Kesselring attraversò le colline e le montagne attorno a Marzabotto, lasciando dietro di sé circa 800 morti. Fu una strage premeditata, come hanno riconosciuto numerosi atti processuali, che non risparmiò donne, invalidi, bambini. Sui monti di Marzabotto era attiva la brigata partigiana 'Stella Rossa'. Prima di attaccarla Kesselring ordinò al maggiore Walter Reder di organizzare una vasta operazione di rastrellamento fra le valli del Reno e del Setta. Il 29 settembre 1944 la gente, impaurita, si riunì nella piccola chiesa di Casaglia, ma i nazifascisti entrarono in chiesa, freddarono con una raffica don Ubaldo Marchioni e raccolsero sul sagrato tutti gli altri: 195 vittime, le prime di una settimana di sangue, costellata da decine e decine di altri eccidi in villaggi e cascinali.

 Il "carnefice di Marzabotto"

L'esercito tedesco cercò di sottrarsi alla responsabilità della strage. Ne negò la stessa esistenza facendo affermare dai giornali qualche giorno dopo che il rastrellamento non aveva prodotto vittime.

"Il soldato si distingue dagli assassini perché ha il senso del limite della propria azione, perché è cavaliere. La verità è questa: Reder, come altri suoi simili, appartiene a una casta militare senza scrupoli e senza morale". Piero Stellacci, il pm che nel 1951 sostenne l'accusa nel processo contro Walter Reder, il "carnefice di Marzabotto", il "boia", soprannomi che gli ha cucito addosso la storia, chiese per lui la fucilazione. Reder fu condannato all'ergastolo e trascorse quarant'anni nel carcere di Gaeta, fu scarcerato nel gennaio 1985 e consegnato alle autorità austriache in applicazione delle convenzioni internazionali di Ginevra e di Strasburgo. Il Governo austriaco si impegnò ad assicurare la prosecuzione del trattamento ''consono allo status del condannato''. Morì libero nel maggio 1991, in un ospedale di Vienna.

Il 13 gennaio 2007 il Tribunale Militare di La Spezia ha condannato all'ergastolo in contumacia dieci imputati per l'eccidio di Monte Sole, ritenuti colpevoli di violenza pluriaggravata e continuata con omicidio, tra cui Josef Baumann, sottufficiale, Hibert Bichler e Max Roithemeier.

 La Scuola di Pace

 Oggi Marzabotto e Monte Sole sono un luogo di memoria. Da anni è attiva la scuola di Pace, che organizza iniziative e incontri, ogni 25 aprile migliaia di persone, soprattutto giovani, vi si radunano per un festoso pellegrinaggio sui luoghi dove è nata la Costituzione e molte delle più alte cariche istituzionali tedesche vi sono venute in visita, per ricordare il motivo principale per il quale è nato il sogno europeo. Domenica 6 ottobre nella piazza di Marzabotto ci sarà l'orazione ufficiale del presidente del parlamento europeo David Sassoli. 

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/75-anni-fa-la-strage-di-Marzabotto-5630d50c-462e-4ccc-a82c-b8fbe0e8d640.html

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