Meditazione Domenica XXIIa - Monastero del Bene Comune

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sabato 29 agosto 2020

Meditazione Domenica XXIIa

 Signore, donaci di comprendere, con cuore da discepole e discepoli, che nelle parole che hai detto a Pietro, slancio e perplessità, fede e negazione sempre si inseguono e si intrecciano come la luce e l'ombra dei corpi, come onda su onda nel mare e che, anche così, tu ci offri sempre la possibilità di ritornare a seguirti. Amen

Ricordiamo davanti a te, o Signore che

  • Turchia: Ebru Timtik, avvocata per i diritti umani muore dopo 238 giorni di sciopero della fame. Lottava per processi più giusti.

  • Proteste e scontri a Kenosha (negli USA), dopo l’ennesimo caso di violenza della polizia contro un afroamericano.

  • Al 22 agosto abbiamo esaurito le risorse naturali prodotte dal pianeta nel 2020, ma grazie ai lockdown anti Covid-19, lo sfruttamento si è ridotto del 9,3 %.

  • Filippine, muore vescovo Monsignor Oscar Cruzbaluardo del contrasto al gioco d'azzardo

  • . Una nuova stima della Banca Mondiale parla di 100 milioni di persone cadute in estrema povertà, quasi il doppio rispetto a quanto previsto finora.

  • In Africa, in un anno, si sono perse le tracce di almeno 40mila persone che a oggi risultano scomparse.

  • Mentre in tutto il mondo si parla di Covid19 esplode un nuovo grave focolaio di Ebola nella Repubblica democratica del Congo.

  • Il passaggio della tempesta tropicale Laura ha causato a Cuba danni di una certa gravità, riguardanti 2.000 abitazioni, l'erogazione dell'elettricità e l'agricoltura.

  • Sono 100 i morti per le alluvioni causate da piogge torrenziali che hanno colpito 10 province dell'Afghanistan.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

  • La vittoria dell’Africa contro il virus della polio. Una buona notizia in un momento in cui il mondo lotta e cerca di vincere il Covid- 19

  • La comunità cattolica della striscia di Gaza, insieme ai cristiani e ai musulmani, non si è fatta fermare dal Covid e ha sfruttato spazi aperti e tempo libero per rafforzare i rapporti con ogni fascia sociale

  • Per l'appello contro le stragi di migranti «E se fossimo noi ad affogare?». Lo scritto interroga le coscienze e punta il dito sulle responsabilità italiane ed europee per le morti dei migranti nel Mediterraneo.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo


****

Ger 20, 7-9 Rm 12, 1-2

Mt 16, 21-27

21 Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme

e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi,

e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.

22 Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai”.

23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini! ”.

24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

25 Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

26 Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria vita? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria vita? 27 Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

***

Questo testo dovrebbe essere letto in continuità con la parte precedente, la cosiddetta confessione di Pietro. Appartiene alla medesima unità. È riduttivo limitarsi alla dichiarazione di Gesù nei riguardi di Pietro – Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa - e trascurare l’affermazione in cui, sempre lo stesso Pietro, viene chiamato addirittura con l’appellativo di Satana perché nei riguardi del Cristo esercita un’opera di ostacolo. Pietro è l’uno e l’altro nello stesso momento. Come del resto noi siamo nel contempo forti e deboli nella vita e nella fede.

Dalle parole di Gesù comprendiamo che Pietro, anche se con la dichiarazione “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente” meritò la beatitudine di Gesù, in realtà, i contenuti della sua affermazione non coincidevano con il pensiero di Gesù.

Gesù ribalta la situazione e la bella dichiarazione di Pietro viene come svuotata dalle parole del Maestro.

Si tratta di una visione talmente sorprendente da rappresentare qualcosa di assolutamente inatteso e nuovo, un vero e proprio inizio di cammino: “Da allora Gesù cominciò a dire…

Nelle sue affermazioni abbiamo una sintesi del suo destino di passione, morte e risurrezione. In altri termini, Gesù annuncia che la riuscita del suo percorso passa attraverso la via dell’abbassamento. Egli vincerà perdendo! Questo è il suo modo di portare avanti le cose, di amare le persone, di comunicare vita, di suscitare forza di cambiamento.

A mio modo di vedere è singolare che, in risposta alla reazione di Pietro Gesù arrivi ad apostrofarlo, non solo con l’appellativo di “Satana” (mentre prima lo aveva chiamato “beato”), ma lo rimproveri anche di essergli di scandalo.

Con questo termine indica, ancora una volta una pietra, ma una pietra d’inciampo. Pietro, di fronte al Vangelo, è quindi solido e debole insieme. Proprio come tutti noi.

Egli ora non è solo una pietra per edificare ma, al contempo, un intoppo per mandare tutto all’aria, che rischia di stravolgere, di snaturare il vangelo.

Infatti, nei confronti di Gesù assume un atteggiamento improprio. Si comporta come se fosse lui il maestro, non Gesù. Pietro, “Presolo in disparte” - dice il testo – Letteralmente sarebbe: “Avendo preso con sé (Gesù)”.

Nel capitolo successivo, Mt. adopera lo stesso verbo per indicare l’invito di Gesù rivolto a Pietro, Giacomo e Giovanni a salire sul monte della trasfigurazione: “Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni…”.

Allora, la Parola forte di Gesù, non corrisponde affatto all'intenzione di allontanare Pietro. Non è corretto tradurre “lungi da me” bensì: “ Torna dietro a me”. Come dire: riprendi il tuo posto di discepolo. Non davanti, ma dietro è il posto del discepolo. Non per insegnare ma per imparare. Non per imporre, ma per ascoltare e seguire Gesù.

Questo passaggio esprime molto efficacemente come deve essere il rapporto dell'evangelizzatore con la Parola del Vangelo: non uno che ammaestra ma uno che suscita discepolato negli altri perché anche lui continua ad imparare dal maestro come un discepolo. Nella Chiesa nessuno può insegnare qualcosa agli altri se non nella misura in cui si dispone ad imparare qualcosa dal Signore.

È a questo punto che il discorso s’allarga fino a noi: “Se qualcuno mi vuole seguire…”. Pietro, come noi, saldo e fragile, credente e dubbioso nello stesso tempo non può e non deve, come noi non possiamo e non dobbiamo abbandonare la condizione del discepolato, vale a dire dello stare dietro a Gesù per assimilare le sue scelte e far nostro il suo cammino.

Prendere la croce come Gesù, non significa rassegnarsi alla sofferenza. Significa invece accogliere la mentalità, i riferimenti che orientarono il cammino di Gesù: egli ha realizzato vita per gli altri dando la vita, non vincendo, ma perdendo.

Accogliere la croce significa esprimere la “differenza evangelica” in rapporto alle logiche mondane: mentre tutti ti dicono che è importante e fondamentale salvare se stessi, pensare a se stessi, concentrarsi su ciò che ti conviene ecc. tutto ciò che può dar l’impressione di guadagnare la vita, in realtà è un gioco al ribasso di ripiegamento su se stessi. Il cammino di Gesù annuncia che la vita è davvero vita che si compie nella verità quando si consegna, si mette in gioco, si lascia coinvolgere ecc.

Questo criterio è vero e si manifesterà con molta evidenza in modo definitivo e radicale. È questo il senso di quelle parole di sapore escatologico che troviamo alla fine del testo: “Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni”.


Dal salmo 62

O Dio, tu sei il mio Dio,

dall’aurora io ti cerco,

ha sete di te l’anima mia,

desidera te la mia carne

in terra arida, assetata, senz’acqua.



Così nel santuario ti ho contemplato,

guardando la tua potenza e la tua gloria.

Poiché il tuo amore vale più della vita,

le mie labbra canteranno la tua lode.



Così ti benedirò per tutta la vita:

nel tuo nome alzerò le mie mani.

Come saziato dai cibi migliori,

con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.



Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,

esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

A te si stringe l’anima mia:

la tua destra mi sostiene.



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