Meditazione domenica Corpus Domini B - Monastero del Bene Comune

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sabato 1 giugno 2024

Meditazione domenica Corpus Domini B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Medio Oriente, orrore a Rafah: 45 morti, molte donne e bambini, e 180 feriti in un raid. Sono numeri tragici quelli dell'attacco israeliano del 27 maggio sul campo profughi della città nel sud della Striscia di Gaza.

Frana in Papua Nuova Guinea, forse oltre 2mila le vittime.  Spaventosa strage nel Paese australe. La frana avvenuta nei giorni scorsi in un’area interna ha spazzato vita decine di case e villaggi. 

L’organizzazione Front-Lex, insieme a Refugees in Libya, ha lanciato una sfida legale contro Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, accusata di complicità in crimini contro l’umanità. Frontex, attraverso la trasmissione di dati di geolocalizzazione delle imbarcazioni dei rifugiati alla guardia costiera e alle milizie libiche, facilita l’intercettazione e il ritorno forzato dei migranti in Libia, paese noto per i crimini contro l’umanità perpetrati nei confronti dei rifugiati.

L'Ufficio del Difensore civico dell'Ecuador ha denunciato ripetuti casi di morte violenta di detenuti "con segni di presunte torture".

L'emittente Tv degli Houthi yemeniti ha reso noto che 14 persone sono morte e più di 30 sono rimaste ferite nei raid aerei lanciati nello Yemen dalle forze americane e britanniche.

Sono 85 le persone uccise dal caldo estremo in India nelle ultime 24 ore. Negli ultimi giorni le temperature son salite anche oltre i 50 gradi. 

 «Inutilizzati 200 milioni del Pnrr. Servivano a sanare i ghetti dei migranti». La denuncia di Cgil e Flai sui fondi per abbattere le baraccopoli: i Comuni non sanno come spenderli, e alcuni li hanno addirittura rifiutati. Il commissario straordinario competente non è stato nominato.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Da Arezzo alla "Arena di Janine", la marcia della pace arriva a Rondine. Quattromila ragazzi hanno inaugurato l'ottava edizione del Festival YouTopic della Cittadella della pace con un cammino di dieci chilometri fino al nuovo spazio pubblico dedicato a una ragazza prigioniera di Auschwitz insieme a Liliana Segre. “Rondine è un luogo magico per me, perché lì regna l’amicizia e la pace. Tutto il mondo è diverso da Rondine e nei miei ricordi tragici mi sento realizzata dal fatto che a Rondine ci sia l’Arena di Janine”. 

A Prato un bosco per riqualificare il territorio e dare ossigeno alla popolazione. È stato inaugurato mercoledì 29 maggio nella provincia toscana “Il Bosco delle neofite” composto da oltre 150 piante per creare, in un’area particolarmente soggetta a inquinamento, un polmone verde che restituisca uno spazio pubblico curato e dia alla comunità un maggior contatto con la natura. "Gli alberi sono il simbolo della vita e della rinascita per contrastare il clima di violenza nel mondo".

Si conclude la Gmb. Benigni ai bambini: siate eroi che insieme sconfiggono la guerra. “Ognuno di voi è il protagonista di una storia che non si ripeterà più. Siete voi gli eroi. Fate le cose difficili! Sognate! Che è la cosa più bella del mondo. Per sognare - dice il comico toscano - non bisogna chiudere gli occhi. Bisogna aprirli!”. “I bambini non sono un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere”. “Quando i bambini giocano, alla guerra, appena uno si fa male, si fermano e invece quelli che fanno la guerra non si fermano”.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a

disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…



Il segno della nuova ed eterna alleanza è il calice del tuo sangue, Signore: e il tuo popolo è il segno che il tuo sacramento continua ad avverarsi. Parlaci ancora del tuo dono, o Cristo, e fa che noi stessi come te ci facciamo pane per i fratelli. Amen

Es 24, 3-8 Eb 9, 11-15;

Mc. 14, 12-16. 22-26

Il racconto di Esodo (1a lettura) ci parla della stipulazione di un patto tra Jhwh e la comunità del popolo. Dio dà delle istruzioni, delle regole, indica una strada da percorrere e la gente ci sta: “Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!

La cosa potrebbe chiudersi qui o, tuttalpiù, con una scrittura. Tuttavia, benché il modello del patto sia di tipo notarile, i rapporti con il Signore non sono regolati da un documento scritto e controfirmato, si tratta di una relazione che coinvolge tutta la/e persona/e.

Allora Mosè grida agli orecchi le cose dette, perciò il popolo non si limita ad eseguire. Alla promessa “noi eseguiremo” il popolo aggiunge: “Noi presteremo ascolto”. Tanto a dire: “Noi cercheremo di lasciar penetrare in profondità le cose che il Signore ci dice”.

Il racconto poi prosegue con il rito dell’aspersione del sangue, prima sull’altare formato da dodici stele in rappresentanza del popolo e poi sul popolo. Come sappiamo, il sangue rappresenta la vita. si tratta di un altro elemento per indicare che la relazione con Dio si compie nel “giocarsi la vita”. non si esaurisce nella ritualità ma, come diremmo noi oggi, “ci si mette la faccia”.

La 2a lettura, la lettera agli Ebrei, nel riferimento a Cristo è più esplicita: “…in virtù del proprio sangue, ottenendo così redenzione eterna”. Egli diventa cioè causa di guarigione, di pace, di riconciliazione, non a parole, non attraverso una ritualità sacrale, ma con la sua stessa esistenza, mettendola a disposizione, offrendola a tutti.

Il brano evangelico e è situato all’inizio del racconto di passione. Le parole e i gesti di Gesù spiegano, innanzitutto ai discepoli, il senso e il motivo del suo soffrire e morire. Loro infatti erano convinti che per realizzare salvezza, ossia un buon progetto di bene, in una parola, il Regno di Dio, fosse necessario ottenere successo e potere. Quando tu hai potere e mezzi riuscirai ad imprimere l’orientamento che desideri alla storia e alla società. Insomma, con la forza del potere e del dominio si possono fare tante cose belle e buone.

Come noi, erano ancora legati allo schema del chi vince ha ragione e chi perde no, nonostante che l’evidenza storica dimostri come proprio dal paradigma “vittoria-sconfitta” abbiano origine male e sofferenza.

Per comprendere Gesù Cristo (e l’eucaristia che celebriamo) i discepoli e noi abbiamo bisogno di entrare in un processo di conversione, ossia di cambiare modo di pensare su Gesù.

A questo punto il racconto diviene altamente simbolico.

Il primo simbolo è rappresentato dall’uomo con la brocca d’acqua. “…vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo”. L’evangelista ha voluto evocare la figura di uno che fin dall’inizio ha avuto a che fare con l’acqua: Giovanni il Battista, il quale invitava a cambiare mentalità sul messia. “Io battezzo con acqua ma lui vi battezzerà in Spirito Santo…”.

Seguire il Battista significa accettare di cambiare visione sul Cristo e, cambiare, conduce alla stanza che si trova al piano superiore. È l’altro simbolo. Gesù entra in Gerusalemme; non conclude il suo cammino nel tempio ma sulla croce. Quella è la stanza in alto e che dalla sua altezza possiamo vedere il mondo.

Non il dominio sugli altri ma il dono di sé agli altri manda avanti il mondo.

Ora le parole cedono il posto ai gesti. Ci sono momenti in cui, per manifestare ciò che abbiamo dentro e il significato della vita, le parole non servono più. Occorre che il parlare sia esplicitato dai gesti. A volte servono solo le azioni senza più parole!

Gesù prende il pane, prende il vino. “È il mio corpo…è il mio sangue…prendete, bevete”. In quegli elementi c’è tutto Gesù, la sua persona, la sua vicenda, la sua vita, le sue parole, le sue scelte, il suo amore per l’umanità ferita e peccatrice, i suoi conflitti, il suo essere Figlio del Padre. Il corpo significa la persona; il sangue significa la vita.

Gesù dice ai suoi che l’umanità non ha bisogno di persone di potere; non ha bisogno di essere guidata con la forza e nemmeno di imposizioni dettate dalla legge. L’umanità ha necessità che qualcuno la nutra mettendosi a disposizione, offrendo sé stesso/a.

Quando anche noi diventiamo nutrimento, quel pane e quel vino sono profezia del Regno. Il Signore non vede l’ora di poter brindare con noi che, nutrendoci di lui, diventiamo anche noi suo corpo e suo sangue. “Non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel Regno di Dio”.


Salmo 115

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.



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