Meditazione domenica XIIa B - Monastero del Bene Comune

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sabato 22 giugno 2024

Meditazione domenica XIIa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Satnam Singh è il centesimo lavoratore straniero morto nel 2024. Il 31enne bracciante era stato abbandonato in strada con un braccio amputato da una macchina avvolgicavi nei campi di Borgo Santa Maria (Latina). Un operaio di 34 anni è morto venerdì mattina durante il turno di lavoro in una fabbrica di laminati in vetroresina di Cividale Mantovano. Giovedì un ragazzo di 18 anni ha perso la vita schiacciato da un mezzo agricolo, una seminatrice, mentre stava lavorando in un’azienda nel Lodigiano. Infine a Bolzano sei operai erano rimasti ustionati a causa di un’esplosione avvenuta nel reparto produttivo di una fabbrica di alluminio: quattro di loro sono gravi.

Israele pianifica lo scontro totale con il Libano. L’esercito ha approvato piani operativi per una imminente offensiva oltre confine. La notizia giunge dopo riunioni strategiche, nel contesto dell’intenso scambio di fuoco fra Hezbollah libanesi e le forze di difesa israeliane.

Fonti palestinesi, riprese dai media israeliani, hanno riferito che si sono registrate "molte vittime" nei raid di Israele che hanno riguardato il campo profughi di Shati e il sobborgo di Tuffah, entrambi a Gaza City, nel centro della Striscia. Almeno 42 persone sono state uccise.

Tragedie nel mare tra Calabria, Lampedusa e Libia: decine fra dispersi e vittime accertate. Al largo delle coste calabresi in un naufragio almeno 66 le persone che mancano all’appello, tra cui 26 bambini. 12 i sopravvissuti. A Lampedusa il salvataggio da parte della ong ResQship di un'imbarcazione con decine di persone a bordo e il rinvenimento di dieci cadaveri. Migranti senza vita recuperati anche al largo della Libia.

In Italia quasi 270.000 persone hanno chiesto aiuto l’anno scorso ai 3.124 centri di ascolto della Caritas. Emergono tre tendenze in aumento: la condizione delle famiglie povere con bambini di età compresa fra 0 e 3 anni, la grave marginalità adulta degli individui senza fissa dimora e la povertà in solitudine degli anziani.

Il bilancio dei morti per le temperature torride tra i fedeli in pellegrinaggio alla Mecca supera le mille vittime.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Sono arrivati venerdì sera, 21 giugno, con un volo proveniente da Islamabad, 191 profughi afghani grazie ai corridoi umanitari promossi da Conferenza Episcopale Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Chiese protestanti italiane e Arci, d’intesa con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Questi nuclei familiari e singoli - tra loro 71 minori e 70 donne - erano rifugiati in Pakistan dall’agosto 2021.

Argentina, il grazie dei vescovi alle donne che danno da mangiare a migliaia di poveri. Le cuoche delle mense comunitarie offrono cibo a bambini, anziani, disoccupati, famiglie in povertà estrema. Insieme a banchi alimentari, Hogares de Cristo, rete di scuole e ospedali, le mense sono uno dei tanti progetti della Chiesa per aiutare chi è nel bisogno.

Niente motovedette alla Tunisia. Per chi opera a vario titolo nell’ambito delle migrazioni, un piccolo faro di speranza si è acceso giovedì, 20 giugno, mentre si celebrava la Giornata mondiale del rifugiato più cupa da qualche tempo a questa parte. Un gruppo di associazioni e Ong aveva presentato ricorso al TAR per bloccare questa operazione ritenuta illegittima, in quanto complice dei continui abusi che le persone migranti subiscono in Tunisia, L’istanza cautelare chiedeva la sospensione dell’invio delle sei motovedette alla Garde Nationale tunisina da parte dell’Italia.
Il presidente boliviano Luis Arce ha chiesto "pace, tranquillità e certezza, senza lotte né discordie", per tutti i boliviani, durante la celebrazione del Capodanno amazzonico andino e del Chaco 5532. Il capo dello stato ha sottolineato che la celebrazione arriva anche con la speranza che "la natura dia al paese una maggiore produzione agricola, con una buona semina e un buon raccolto, oltre a più salute per tutti".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a

disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…

Rendi salda, o Signore, la fede dei tuoi discepoli e delle tue discepole, perché ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei presente e ci accompagni.


Gb 38,1.8-11 2Cor 5,14-17

Mc 4, 35-41

35 E dice loro in quello stesso giorno, fattasi sera: Passiamo di là!

36 E, congedata la folla, prendendo lui com’era nella barca; e altre barche erano con lui.

37 E venne un turbine di grande vento, e le onde si scagliavano contro la barca, così che già si riempiva la barca.

38 E lui era a poppa dormendo sul cuscino. E lo svegliano e gli dicono: Maestro, non ti curi che periamo?

39 E, risvegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: Taci e chiudi la bocca! E cadde il vento e fu grande bonaccia.

40 E disse loro: Perché siete paurosi così? Come non avete fede?

41 E temettero di grande timore, e dicevano l’un l’altro: Chi è mai costui, che il vento e il mare lo ascolta?

***

In quello stesso giorno”, cioè il giorno in cui Gesù, seduto sulla barca a motivo della folla, spargeva il seme della parola del Regno. Il capitolo 4 inizia infatti così: “Cominciò di nuovo ad insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole…”. Le parabole poi, sono quelle della seminagione, della crescita e del frutto. In altre parole, Gesù parla alla gente dell’efficacia del Regno di Dio a prescindere dalla visibilità o dai successi evidenti. Il seme della parola del Regno, ovvero dell’azione e della presenza di Dio nella vita dell’uomo, cresce e porta frutto a prescindere dal controllo del seminatore… “Vegli o dorma”.

Il contesto delle parabole del Regno rende simbolicamente significativo questo testo.

A parole, è facile e consolante accettare questo messaggio, tuttavia, nei fatti, di fronte alla non evidenza dei risultati, è facile entrare in crisi e porsi un sacco di domande: Non è che Gesù abbia un po’ esagerato? Forse è il caso di ridimensionare la novità del Vangelo? Non è che il Regno di Dio sia sostanzialmente utopico per cui vale la pena cercare delle mediazioni nei meccanismi che regolano gli equilibri di questo mondo?... “Fattasi sera”. È la sera del dubbio.

Passiamo di là” – Gesù sa che il Regno non è questione di belle parole. Occorre attraversare la notte delle perplessità e delle paure. Fin dai tempi dell’esodo, il popolo ha dovuto fare infinite pasque e attraversare molte notti per raggiungere la sponda luminosa. Quindi, con la sua parola, Gesù propone un esodo, un cambiamento, l’esperienza di un bene che ci sta davanti e che si trova oltre le nostri ripiegamenti. Davvero occorre passare di là, andare oltre.

E allora lo prendono com’era nella barca. Allo stesso modo della notte dell’esodo, non si può indugiare. Occorreva mangiare in fretta, in piedi, senza attendere la lievitazione del pane.

L’evangelista ci ricorda che occorre prendere Gesù per quello che è, non secondo le aspettative delle nostre previsioni o strategie.

La barca è lo spazio della comunità dei discepoli e delle discepole in cui il Vangelo è accolto e da cui è annunciato e testimoniato. I suoi avevano accordato fiducia a Gesù, ma ora, di fronte al sonno, ossia all’apparente inefficacia, questa fiducia è messa a dura prova. Il vento dell’incertezza e delle paure, dei mille pensieri che fanno pensare a tutto e al contrario di tutto sembra sballottare nell’abisso anche gli animi più sicuri.

Gesù dorme e, più avanti, la sua vicenda lo condurrà nel sonno della morte.

I cristiani delle prime generazioni non hanno superato lo scandalo di questo fallimento e nemmeno noi ci sentiamo sereni di fronte al fatto che il mare della prepotenza dell’uomo sull’uomo e sempre più devastante. E di fronte a ciò, perché Dio non si fa sentire? Perché il Vangelo non esce trionfante davanti alle tragedie dell’umanità? A Dio importa qualcosa di noi?

Come possiamo fidarci di un annuncio – sembravano chiedersi i cristiani delle prime generazioni – che di fronte alle sfide, ai contrasti e persino alle persecuzioni, invece di rivelare forza, intraprendenza e successo, piomba nel sonno?

Ai tempi dell’esodo, il popolo dubitava di Mosè e di Jhwh. I credenti di Israele, nella preghiera del salmo 44,24 dicevano: “Signore! Svegliati! perché dormi?”.

I discepoli gridano: non t’importa che periamo?”.


Non comprendiamo questo il sonno profondo del Signore nel momento in cui occorrerebbe essere svegli!

Questo breve brano di Marco è pieno di allusioni all’Antico testamento. Il sonno, nei racconti biblici, è il momento in Dio agisce. Quando Dio è all’opera, l’uomo dorme il sonno del bimbo in braccio a sua madre.

Gesù attraversa il mare minaccioso della sua passione per l’umanità abbandonandosi a quel Padre che sa dare risposte di vita ad ogni morire dell’uomo. Il suo dormire è una risposta di fiducia nel momento in cui il mare (simbolo biblico che rappresenta ogni genere di minaccia per l’uomo) delle avversità induce alla paura e allo smarrimento.

Del resto, il grido scomposto dei discepoli, raggiungesse anche il massimo dei decibel, non riuscirebbe a cambiare la realtà; nemmeno un granellino di polvere riuscirebbe a spostare. Invece, la fiducia che Dio non abbandona, anche quando tutto sembra perduto, è la forza che ci permette di passare di là, che ci consente tutti gli attraversamenti.

Con questa fiducia, Gesù ha addirittura attraversato il sonno della morte. In quel sonno fiducioso dovrebbero entrare i discepoli e le discepole. Sonno tutt’altro che inoperoso, perché chi affronta le contraddizioni della vita con la fiducia che OLTRE i propri criteri di valutazione della realtà, ci sia un amore e una fedeltà che non ci abbandona, sarà in grado di ancorarsi e di rendere attive le ragioni della speranza.

Il “malgrado tutto - nonostante tutto” è davvero la riva verso cui la barca di Gesù tende ad approdare; ma a condizione che permanga nella domanda: “Chi è mai costui, che il vento e il mare gli obbediscono? Domanda che potrebbe essere declinata anche in questo modo: “Perché mai il Vangelo affronta in questo modo i contraccolpi della vita?”.


Salmo 106

Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.

Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.

Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.

Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.


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