Ricordiamo davanti a te, o Signore
Nuovi scontri a Nairobi ad un anno dalle manifestazioni represse violentemente dalla polizia: 16 morti e 400 feriti.
Quella del Mediterraneo centrale si conferma drammaticamente la rotta migratoria più mortale al mondo. Sono almeno 255 i morti e 284 i dispersi dall’inizio dell’anno al 21 giugno.
Israele ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti a Gaza dopo la minaccia del ministro di ultradestra Bezalel Smotrich di dimettersi dal governo se non fossero state prese misure per impedire che gli aiuti arrivassero a Hamas. Intanto non si ferma il massacro a Gaza con nuovi spari sulla folla in attesa degli aiuti. Intanto, a Gaza, sistemi idrici al collasso, rischio malattie e malnutrizione. Il carburante è diventato essenziale per distribuire acqua a più di due milioni di palestinesi. Se l'attuale blocco di oltre 100 giorni sul carburante in arrivo a Gaza non termina, i bambini cominceranno a morire di sete"
L'Iran ha affermato che almeno 610 persone sono state uccise dall'inizio della guerra con Israele.
A Roma flash mob degli Operatori e operatrici dell’informazione per Gaza. 237 i colleghi e le colleghe uccisi da Israele. In piazza San Giovanni, un gruppo di giornalisti denuncia con foto e racconti, la mattanza giornalistica portata avanti da Israele per far tacere l’informazione che racconta quel che sta accadendo a Gaza.
La società civile e la Chiesa africana denunciano un sistema che penalizza i contadini locali. Le multinazionali monopolizzano il mercato dei semi, imponendo varietà brevettate, mentre l'UE esporta in Africa sostanze chimiche proibite sul proprio territorio.
Almeno 16 persone sono state uccise della Repubblica democratica del Congo (Rdc) da una frana. L'incidente è avvenuto nella più grande miniera di coltan, minerale ampiamente utilizzato nell'industria elettronica, a livello nazionale, ormai sotto il controllo del gruppo armato M23.
Ti preghiamo, o Signore, prenditi cura di noi: Kyrie eleison
Aiutaci a custodire e a discernere i germi della speranza
“L'antica sentenza, che ha fatto e fa scuola nella politica: «si vis pacem, para bellum» non è ammissibile.
“Fermare la tragedia della guerra prima che essa diventi una voragine irreparabile”. Le parole di Papa Leone XIV sono accorate e mirate. Il richiamo è a chi detiene ruoli di governo ma anche ad ogni membro della comunità internazionale perché usi “ragione” e “responsabilità” prima che si imbocchi una via senza ritorno per l’umanità. “È desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza. Questo è indegno dell’uomo, è vergognoso per l’umanità e per i responsabili delle nazioni".
Zimbabwe, una radio che salva vite e promuove lo sviluppo. Fondata nel 2022, la stazione radio trasmette 24 ore su 24 e oltre ai programmi per i giovani fornisce informazioni essenziali sull’adattamento ai cambiamenti climatici, sui sistemi di allerta precoce e sull’agricoltura sostenibile.
Il 26 giugno 1945, 80 anni fa, veniva firmata la Carta delle Nazioni Unite. Con la Carta si inaugurava un modello inclusivo di Nazioni eguali, libere e indipendenti: non sarebbero state più consentite “guerre di conquista”, l’uso della forza è bandito nelle controversie internazionali. Se media e opinion leader ci abituano solo al linguaggio della geopolitica e delle armi, occorre la forza morale del diritto internazionale per ricomporre un momento fondativo di civiltà.
Con una preoccupata lettera aperta, monsignor Alberto Rojas (vescovo di San Bernardino – USA) denuncia con forza l'aumento dei fermi anche nelle strutture religiose. "Vediamo agenti che trattengono le persone mentre escono di casa, sul posto di lavoro e in altri luoghi pubblici scelti a caso". Contro il programma legislativo in materia di tasse e immigrazione dell'amministrazione USA scendono in campo decine di altri vescovi.
Dopo quattro anni e 133 udienze, si è concluso con una sentenza storica venerdì pomeriggio al tribunale di Vicenza il processo di primo grado per la più grande contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) che si sia registrata fino a oggi. Numerose e pesanti le condanne per 11 dei 15 manager e dipendenti dell’azienda chimica Miteni di Trissino, nel Vicentino: le fattispecie di reato di cui sono responsabili sono l’avvelenamento delle acque, il disastro innominato, l’inquinamento ambientale e la bancarotta per falso in bilancio. A fare di questa sentenza una pietra miliare del diritto ambientale è la natura dolosa dei primi due reati: in sostanza, chi ha inquinato lo faceva essendo cosciente dei danni che avrebbe potuto procurare a persone e cose.
Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo
Signore Dio, oggi noi celebriamo il martirio dei tuoi apostoli, Pietro e Paolo, concedici di camminare fedelmente sulle loro tracce per la testimonianza resa a Gesù, il Vivente, ora e nei secoli. Amen
Atti 12, 1-11 2Tim 4, 6-8.17-18
Mt 16, 13 -19
13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo,
chiese ai suoi discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”.
14 Risposero: “Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”.
15 Disse loro: “Voi chi dite che io sia?”.
16 Rispose Simon Pietro:
“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
17 E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.
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Il brano segue il processo di progressivo allontanamento di Gesù dalla religiosità rappresentata dalla categoria dei funzionari religiosi.
Immediatamente prima, Gesù raccomanda ai suoi di “guardarsi dal loro lievito che è ipocrisia”. Il lievito, quando è vecchio, va buttato perché considerato elemento di corruzione. In altre parole, la religiosità che i funzionari religiosi rappresentano e qualsiasi altra forma di religiosità che ad essa assomigli, deve essere lasciata perdere. È superata. Quando la religione è ridotta a sistema di potere, è lievito vecchio. È da buttare! Gesù se ne allontana.
Non è un caso che anche geograficamente questo racconto sia collocato in una zona di confine come Cesarea di Filippo. Allo stesso modo, non è un caso che nel capitolo precedente sia narrato l’incontro di Gesù con la donna cananea.
Osservando lo sviluppo narrativo e i contenuti specifici, sembra che l’evangelista voglia insinuare che prendendo le distanze, dalla religiosità del sistema, i suoi sono inevitabilmente condotti a porsi domande vere, autentiche sull’uomo, sul Cristo e sul rapporto con lui e il senso della sua vita nell’orizzonte di Dio.
Matteo poi dà un risalto particolare ai titoli con cui Gesù interpreta se stesso: Figlio dell’uomo – Figlio di Dio (anzi, sulla bocca di Pietro: figlio del Dio vivente). Ovviamente, dietro queste parole la comunità cristiana delle origini che, elaborando anche concettualmente l’esperienza di fede nel Cristo morto e risorto, è giunta a identificarlo con alcune figure tipiche già appartenenti alla tradizione profetica dell’Antico Testamento.
Il titolo Figlio dell’uomo, così come quello di Figlio di Dio, è titolo messianico, vale a dire che indica la figura di un personaggio che nel suo modo di essere e di agire, porta avanti le cose per incarico di Dio e secondo il suo desiderio di salvezza e liberazione per l'umanità. In particolare, lo incontriamo nella letteratura profetica apocalittica del libro di Daniele.
È una figura dai tratti surreali nel suo è un incedere dall’alto, quindi dal mondo di Dio. In sintesi, potrebbe simboleggiare la nuova umanità che Dio fa nascere dalla sua iniziativa. Con le sue parole, Gesù si autointerpreta in questo senso, cioè l'inizio di un modo nuovo di vivere nel mondo secondo Dio; l'inizio di una nuova umanità. Questo è in sostanza il valore del titolo “Figlio dell'uomo”. La Stessa cosa, con qualche leggera differenza, può essere detto del titolo “Figlio di Dio”.
Quindi, la risposta di Pietro è in pratica speculare a questa figura: “tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”. Tuttavia, “Dio Vivente” è un’espressione interessante, cioè Dio come realtà viva che fa vivere e porta avanti la vita; Dio che entra nella vita per cambiarla, per liberarla e così rendere viva la vita.
Egli, Pietro, ne è testimone diretto: in realtà, lui non è che il figlio di Giona e si chiama Simone, ma la sua trasformazione è espressa nel nuovo nome, quello che gli impone Gesù: Pietro. Egli è un nulla, solo carne, ovvero solo fragilità e precarietà eppure, appoggiandosi sulla pietra della Parola di Dio, consegnando la sua fiducia in Gesù, egli diventa consistente come la pietra. È chiamato a fare uno con la pietra della fede che lo sorregge. In altre parole: ha trovato il suo punto d’appoggio.
Il ministero di Pietro, così come qui viene presentato, consiste essenzialmente nell’essere Porta-Parola, ossia voce di tutti. È più facile che qui si tratti della cosiddetta personalità collettiva, ovvero di uno nel cui vissuto si sintetizza il vissuto di tutti, piuttosto che di uno al di spora degli altri. In fondo il vero ministero dell’unità è proprio questo: offrire a tutti la possibilità di riconoscersi. Pietro, nella sua storia di fiducia e debolezza può confermare tutti nel loro cammino di fiducia proprio perché, come tutti, anche lui è attraversato dalla debolezza.
Di conseguenza, quello che Gesù consegna a Pietro lo consegna a tutti.
Il testo tuttavia è molto forte, soprattutto nell’affidamento del “potere delle chiavi”. Va però precisato che solo Mt. inserisce qui l’aggiunta di carattere ecclesiale: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia assemblea a te darò le chiavi… e le porte dell’ade…”. Inoltre, i poteri affidati sono poteri di cura verso i più deboli che, nella tradizione profetica, venivano affidati al re-messia. Il re, nella comunità d'Israele, non è un despota. Egli agisce per incarico di Dio, vero re d'Israele. Il cosiddetto “potere delle chiavi” indica un incarico di fiducia tutt'altro che arbitrario, si tratta di un incarico di cura del debole, dell’orfano e della vedova, ossia di chi si trova in difficoltà di fronte alla vita.
Potremmo dunque affermare che Gesù fa diventare messia Pietro, vale a dire servo per la cura della comunità, anzi, dell’umanità. Ma se Pietro è personalità rappresentativa dell’assemblea, è l’assemblea, ovvero la comunità ad essere comunità messianica, cioè serva per la cura dell'umanità.
È la Comunità che nella sua fragilità, appoggiandosi con e come Pietro sulla roccia della Parola, diventa roccia, trova la sua consistenza.
La Comunità del Signore Gesù è il luogo della vita. Le forze della morte non l’avranno vinta (l’ade – gli inferi- lo sheol cioè il luogo dove si custodisce la morte che sempre tenta di risucchiare la vita).
Potremmo anche affermare che la Comunità rappresentata da Pietro è infallibile nel senso che non sbaglia ad appoggiarsi sulla roccia del Vangelo.
Salmo 33
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.