Meditazione domenica XXIa C - Monastero del Bene Comune

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sabato 23 agosto 2025

Meditazione domenica XXIa C

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere di aver approvato, in via definitiva, il piano d’occupazione di Gaza City. Almeno 800.000 persone migreranno progressivamente a sud, un esodo che si ingrosserà all’intensificarsi dei bombardamenti, allo stringersi dell’assedio. 

Gli operatori umanitari uccisi nel mondo nell’anno 2024, viene ufficializzato che il numero più alto dei morti, 185 su un totale globale di 383, si registra proprio a Gaza, nella guerra tra Israele e Hamas.

Nigeria, sono più di 50 i morti dell'attentato alla moschea. Nel Paese africano si susseguono gli attacchi legati alla lotta tra allevatori e contadini per il controllo delle risorse naturali.

Curtis Windom, condannato a morte: “Ti dico che sono vivo ma non so per quanto". L’uomo, afroamericano con accertata disabilità mentale, è detenuto nel carcere della Florida e per il 28 agosto è attesa la sua esecuzione.

 Piogge torrenziali e alluvioni senza precedenti stanno devastando il Pakistan e la regione intera. Mancano cibo e acqua potabile, mentre gli interventi di soccorso sono ostacolati dai danni alle infrastrutture viarie.  Dall’inizio della stagione, il 26 giugno, almeno 748 persone sono morte e 978 sono rimaste ferite.

In Tunisia aumentano le discriminazioni di genere'. Lo denuncia associazione per i diritti nella Festa della Donna. L’associazione denuncia l'aumento della discriminazione, della violenza e delle violazioni delle libertà, in particolare con l'incarcerazione di numerose attiviste per le loro opinioni o il loro impegno civico.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La pace non è meramente un conseguimento umano, bensì un segno della presenza del Signore tra noi” e “ciò è sia una promessa sia un compito, poiché i seguaci di Cristo sono chiamati a diventare artefici di riconciliazione”. Leone XIV inquadra in questo modo la missione comune di tutti i cristiani in un mondo che “presenta le cicatrici profonde del conflitto, della disuguaglianza, del degrado ambientale e di un crescente senso di disconnessione spirituale”. I cristiani sono chiamati “ad affrontare la divisione con coraggio, l’indifferenza con la compassione, e a portare guarigione dove ci sono state ferite”.

Il cardinale Pizzaballa: anche in Terra Santa i cuori possono cambiare. La speranza del patriarca di Gerusalemme dei Latini espressa alla vigilia della giornata di digiuno e preghiera indetta dal Papa per venerdì 22 agosto: la forza della preghiera è quella di aprire le persone alla fiducia, al desiderio di costruire il bene, anche in un luogo dove in questo momento riconoscere l’altro è quasi impossibile.

Nel ricordo di frère Roger, "esempio di riconciliazione ancora attuale per il mondo". Ucciso nel 2005 durante la preghiera serale, il fondatore della comunità cristiana monastica ecumenica internazionale continua ad essere un esempio di pace e riconciliazione. Il priore, frère Matthew: "La nostra realtà fu fondata durante il secondo conflitto mondiale e questo ci ha insegnato a farci vicini a tutti i popoli che soffrono, come quelli dell’Ucraina e della Terra Santa”

Una nuova nave per "migliorare le missioni di soccorso in mare". Così don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, descrive Mediterranea Ship, la nuova imbarcazione dell'ong, che ha iniziato ufficialmente la sua missione sabato 16 agosto. Si tratta di una nave più grande di quella usata precedentemente, che permette di ospitare sia più equipaggio e sia di salvare più persone. A bordo della nave è presente, inoltre, un ospedale per prestare dunque il primo soccorso ai migranti che vengono recuperati dalle acque.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Signore, Dio grande e buono, donaci di coltivare una visione grande di te: tu sei capace di far diventare vicini tutti i lontani. Nessuno è escluso dalla gioia di sedere con tutti gli altri alla mensa della vita. Allontana dal nostro cuore ogni sentimento che ci possa separare dagli altri. Donaci di entrare nella mentalità del vangelo. Amen.



Is. 66,18-21; Eb. 12,5-7.11-13;

Lc.13, 22-30


Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.

Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».

Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.

Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.

Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.

Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».


***


Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme”. Con queste parole si apre il brano evangelico di questa domenica. In questa sezione del Vangelo secondo Luca, più volte viene richiamata la meta conclusiva del cammino di Gesù: Gerusalemme. Là egli darà compimento al suo cammino e, strada facendo, insegna ai discepoli certe cose per indicare che anche per loro la vita evangelica è un cammino nel quale avvengono certi cambiamenti. Così è anche per noi.

A Gerusalemme infatti assistiamo, non solo ad un cambiamento, ma ad un capovolgimento: l’escluso, l’eretico, il senza Dio, secondo la religione ufficiale, è stato scelto da Dio come manifestazione della sua presenza che salva e della sua gloria. Un capovolgimento dunque dovrà pur avvenire anche nella vita di coloro che si dicono di Cristo perché suoi discepoli e discepole.

L’occasione, come già altre volte, prende l’avvio da una domanda che parte da uno dei presenti: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. È una domanda circa la salvezza. La risposta non corrisponde alla domanda e, da buon orientale, Gesù ricorre all’uso dell’immagine e della drammatizzazione: la porta stretta, il padrone che si alza a chiuderla, gli altri che presentano le credenziali ecc.

La porta stretta dunque, non viene ad esprimere un’alta percentuale di selezione ma l’esortazione ad entrare in uno sforzo (sforzatevi), in una tensione, in un supplemento di impegno per accogliere la nuova mentalità di cambiamento – capovolgimento dell’agire di Dio.

Al di là della porta infatti ci sta una mensa. Gente che viene da tutte le parti, da tutte le culture, da tutti gli usi e costumi, quindi tantissimi!

Nel regno, ovvero nel modo di vedere ed agire di Dio, non esiste la logica dell’esclusione ma dell’inclusione: attorno a questa mensa c’è posto per tutti.

Invece, la proiezione di Dio secondo le persone religiose, talvolta, fa porre dei paletti di confine tra meritevoli e non meritevoli, buoni e cattivi, santi e peccatori, religiosi e senza Dio. Sono i controlli su Dio messi in atto dagli apparati religiosi attraverso la dottrina, i codici di comportamento, i riti e le loro regole, i sistemi di mediazione e il potere esercitato sulle coscienze. Naturalmente, queste persone o le istituzioni religiose si collocano tra i vicini a Dio e gli altri, quelli che non appartengono alla loro cerchia, sono i lontani.

Ma a Gerusalemme, esattamente fuori dalle mura, morirà uno per tutti quelli che stanno fuori dalle mura.

Già il profeta della prima lettura aveva intuito questo agire inclusivo di Dio: perfino tra i pagani mi sceglierò leviti e sacerdoti! È un’affermazione molto ardita perché viene ad affermare che nessuno può considerarsi mediatore tra Dio e l’uomo perché egli troverà comunque le vie per entrare in contatto con tutti.

Cosa ci dice allora questa parola? Ci dice che possiamo aver due atteggiamenti religiosi. Uno, è ideologico più che religioso perché si preoccupa di stabilire bene i confini sicuri della dottrina. E così, viene fissato ciò che è giusto, santo, retto, religioso, ortodosso. Chi è al di fuori appartiene alla massa dannata a cui vengono offerte poche possibilità di salvezza, se non quella controllata dal sistema religioso codificato! Stiamo attenti, perché la storia ci ha ampiamente dimostrato che l’ideologia, anche l’ideologia religiosa non solo quella atea, tende a mettere in croce gli altri. Gesù invece, non ha messo in croce nessuno, ma lui ha donato se stesso per le moltitudini!

L’altro atteggiamento è quello di fede. Aperto al mistero di un Dio che si rivela sorprendente in Gesù Cristo, eccedente nella tenerezza. Un Dio che fa diventare vicini tutti i lontani:

” Verrò a radunare tutti i popoli”.

È l’atteggiamento di chi coltiva una grande opinione di Dio perché egli è capace di entrare in quelle situazioni, che umanamente reputiamo impossibili e lontane, per riscattarle e trasformarle.

Questo brano del vangelo veniva proclamato nella comunità di Luca, una chiesa tutta attenta alla missione e, proprio perché attenta, sapeva coltivare questi atteggiamenti di apertura, di dialogo e di confronto; capace di ascoltare tutti e di accogliere la storia di tutti.

Noi oggi, giorno del Signore in cui celebriamo il capovolgimento che Dio ha operato nella Pasqua del Cristo, vorremmo trovarci oltre la porta stretta, ovvero attorno alla mensa. Da questa mensa non vogliamo uscire con la mentalità di chi esclude gli altri; di chi si accaparra il piccolo dio della civiltà occidentale, tutto per sè e a sostegno dei propri interessi, di chi divide il mondo in giusti ed ingiusti per collocarci nella falsa sicurezza di essere dalla parte della giustizia. In altre parole, non vorremmo trovarci laddove vi è “pianto e stridore di denti”. Un’espressione tipica della Bibbia (cfr. salmo 37) per indicare il sentimento di invidia degli empi verso quegli onesti e retti di cuore che hanno capito e accolto nella loro esperienza di vita i “rovesciamenti del Vangelo”.


Salmo 116 (117)

1 Lodate il Signore, genti tutte

terre tutte, cantate la sua lode.

2 È forte il suo amore per noi

la fedeltà del Signore è per sempre.

Alleluja!



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