Ricordiamo davanti a te, o Signore
Aiutaci a custodire la speranza
Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Maranatha
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Torna, Dio, fra noi e non lasciarci soli. Lasciati prendere dal fremito della tua pietà e tenerezza, e ritorna, e non permettere che i cuori si facciano ancora di Pietra. Amen
Lett. Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Lett. Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Lett. Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Lett. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
Lett. tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
Lett. perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
Lett. noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.
Lett. Parola di Dio
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1Cor 1, 3-9
Mc 13, 33-37
33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
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Nei vangeli, l'assopimento corrisponde stato d'animo di chi, nei momenti difficili, si lascia andare. Ad esso subentra la sfiducia, alla sfiducia il disimpegno, la scarsa motivazione. Sonnolenza e distrazione sono sinonimi di rassegnazione, fatalismo, impotenza, indifferenza, attivismo sterile e tristezza.
Comprendiamo quindi molto bene perché troviamo l'inclusione compresa tra “fate attenzione” e “vigilate”.
Il corpo del racconto è costituito da una breve narrazione un po' parabolica ed un po' allegorica: un tale parte, dà le consegne ai servi compresa la casa, … non si sa molto di lui, dove vada, per quanto tempo, a fare cosa ecc. si sa solo che ritornerà.
Si può ritenere che per l’evangelista, parlando della casa, intenda alludere discretamente alla comunità. In essa tutti sono servi. Non sono però servi di Gesù ma servi gli uni degli altri. Ed anche il portinaio, che sembra ricevere un incarico specifico in ordine alla vigilanza, anche lui appartiene alla categoria dei servi.
Risulta allora di particolare interesse il contesto di questi pochi versetti 13, 33-37, ovvero ciò che precede e quanto segue. Sono preceduti dalla breve parabola del fico. Essa spiega la capacità di discernere la speranza nei momenti catastrofici in cui il mondo sembra caderti addosso. Quando infatti la storia e gli elementi cosmici sono in totale disfacimento, Gesù insegna a guardare le gemme del fico che non sono in caduta ma spuntano e inesorabilmente s’innalzano verso la luce.
In questo modo viene offerta una chiave di lettura a ciò che accadrà da lì a poco, ossia la tragica vicenda della passione e morte. Anch’essa va interpretata con la speranza delle foglioline: benché tragica, la vicenda di Gesù contiene il germe del vero cambiamento, il germe della risurrezione. Cogliere il movimento della speranza e risurrezione comporta attenzione, discernimento, sapienza. Tornando allora ai nostri versetti, che sono collocati tra la piccola parabola del fico e il grande racconto della passione, comprendiamo il significato del grappolo di parole “Guardare, stare attenti, aspettare e Vigilare”. La suggestione, insomma, è di andare oltre la soglia della superficialità degli avvenimenti e delle situazioni perché c’è un piano di amore, che può costare sofferenza fino ad apparire come un fallimento, ma che invece è una via di amore senza limiti. Proprio perché nessuno sa il come, il dove ed il quando si manifesta, è necessario non abbassare la guardia della vigilanza, ossia dell’amore, del perdono e della cura per l’umanità.
Immaginiamo l’effetto che poteva avere questo messaggio sulle prime generazioni cristiane provate in molte maniere e forse tentate di cedere alla sfiducia e alla mediocrità (esattamente come lo siamo noi del resto).
Un’espressione molto efficace e sconcertante è: “Dopo aver lasciato la casa e dato potere ai servi… (exousia: piena fiducia e potestà)”. È un’espressione che sta ad indicare che nonostante egli sappia che i discepoli, cioè noi, siamo provati da mille fatiche interne ed esterne, insomma una montagna di limiti e immaturità, lui s’è consegnato totalmente nelle nostre mani, ha dato tutti i suoi beni, ha dato se stesso.
Se stesso? I suoi beni? La sua casa? Di che si sta parlando?
Ci ha affidato tutto il suo amore per la gente, per l’umanità. (sono i beni dati in consegna!)
Dice di vegliare, di stare attenti, di fare la funzione del portinaio affinché il suo amore, la sua passione e compassione per l’umanità non partano da noi cosicché, al loro posto, non subentrino la pigrizia, l’egoismo, la sonnolenza, il disinteresse, l’indifferenza.
37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Questo è detto a tutti quelli che ritengono di appartenergli come discepoli e discepole.
Salmo 79
Tu,
pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini,
risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Dio
degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita
questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il
figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano
sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te
hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere
e noi invocheremo il tuo nome.