Iniziativa dell'Agorà degli Abitanti della Terra, a favore di una politica pubblica globale comune contro la pandemia di Covid-19., libera da brevetti e fuori mercato. - Monastero del Bene Comune

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mercoledì 2 dicembre 2020

Iniziativa dell'Agorà degli Abitanti della Terra, a favore di una politica pubblica globale comune contro la pandemia di Covid-19., libera da brevetti e fuori mercato.

 


La salute mondiale. Quand’è che i poteri pubblici la dichiareranno “res publica”?



Nov 30 2020

di Riccardo Petrella – Agorà degli Abitanti della Terra

Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite

L’Assemblea generale dell’ONU ha convocato una sessione speciale sulla pandemia di Covid-19 a livello di capi di Stato e di governo il 3 e 4 dicembre prossimi. Ci è voluto più di un anno di discussioni per superare l’opposizione di alcuni Stati, in particolare degli Stati Uniti dell’ex presidente Donald Trump.

1.Un’opportunità unica

Lo svolgimento di questa Sessione Speciale (la 37a nella storia dell’ONU) è di notevole importanza. È un’opportunità unica per definire e attuare azioni congiunte a livello globale per combattere la pandemia al fine di garantire il diritto alla vita e alla salute per tutti gli abitanti della Terra. Come ha scritto il Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU nella sua lettera di convocazione: “Non dimentichiamo che nessuno di noi è al sicuro, finché non saremo tutti al sicuro“.

Questo è un momento storico. È in gioco il futuro dell’Onu, e soprattutto la capacità delle nostre società di dare alla vita un valore universale, libero da ogni subordinazione alle “logiche” di mercato, economiche e di potere. La salute, la vita, non è una questione di affari, di profitti, di potere nazionale, di dominio o di sopravvivenza del più forte. Il diritto alla salute per tutti non è solo una questione di accesso alle cure (medicine, vaccini….).

Questa sessione speciale è anche molto importante perché rappresenta una grande opportunità per noi cittadini. Ci incoraggia a esprimere le nostre priorità e i nostri desideri, a fare pressione sui nostri leader eletti affinché le loro decisioni siano conformi ai principi costituzionali dei nostri Stati e alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e alla Dichiarazione dei diritti dei popoli.

Come Agorà degli Abitanti della Terra, siamo già intervenuti a settembre presso il Segretario Generale delle Nazioni Unite in difesa di una politica sanitaria senza brevetti privati a scopo di lucro e gratuita (sotto la responsabilità finanziaria collettiva) (vedi https://www.pressenza.com/fr/2020/09/lettre-ouverte-au-secretaire-general-de-lonu-sur-le-vaccin-covid-19/).

Il 23 ottobre, a livello di OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio), i Paesi “ricchi” del “Nord” (Stati Uniti, Unione Europea, Norvegia, Svizzera, Regno Unito, Australia, Giappone…) hanno respinto la richiesta avanzata da Sudafrica e India, sostenuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e da altri Paesi del Sud, di sospendere temporaneamente l’applicazione delle norme sui brevetti nella lotta contro Covid-19. La sospensione era intesa a consentire alle persone nei paesi poveri un accesso equo ed efficace al trattamento con il coronavirus. Con questo rifiuto, i suddetti Paesi si sono fatti beffe del primato politico e giuridico del diritto alla salute secondo le regole e gli obiettivi fissati a livello internazionale dall’OMS sulle “logiche” e gli interessi di mercato promossi dal WTO. Questo è inaccettabile.

2. E’ l’umanità all’inizio della fine di ogni politica sanitaria comune globale  ispirata alla giustizia, alla responsabilità e alla solidarietà?

Le disuguaglianze nel diritto alla salute sono peggiorate nel quadro di un generale aumento dell’impoverimento. Secondo il Rapporto biennale sulla povertà e la prosperità condivisa della Banca Mondiale, si stima che la pandemia COVID-19 contribuirà  quest’anno ad aggiungere altri 88-115 milioni di persone in condizioni di povertà estrema, per un totale di 150 milioni entro il 2021.(1)  Il mercato dei vaccini è valutato a circa 29,64 miliardi di dollari nel 2018 e si prevede che crescerà a 43,79 miliardi di dollari  enl 2020. (2)   Il settore è caratterizzato da un alto grado di concentrazione: quattro grandi gruppi farmaceutici hanno dominato nel 2019 in termini di fatturato generato dalla commercializzazione dei vaccini. In testa c’è la britannica GlaxoSmthKline, seguita dalle americane Merck e Pfizer, rispettivamente con 7,3 e 5,9 miliardi di euro, e poi la francese Sanofi con oltre 5,8 miliardi di euro. (3)

Impressionante anche la concentrazione della produzione di vaccini. L’Europa rappresenta attualmente i tre quarti della produzione mondiale di vaccini. Il resto della produzione si divide principalmente tra Nord America (13%) e Asia (8%). In Europa ci sono giganti farmaceutici come Roche, Novartis e Bayer. (4)

Le fratture sociali che ne derivano dalle tendenze sopra citate rendono più difficile l’attuazione di misure e azioni in linea con obiettivi comuni e condivisi, nell’interesse di tutti, soprattutto dei più deboli che sono a rischio.  Lo spirito di sopravvivenza e le divisioni nazionaliste, razziste e di classe si sono rafforzate. Con poche eccezioni, la mercificazione e la privatizzazione dei sistemi sanitari hanno contribuito al trasferimento dei poteri decisionali a soggetti privati globali industriali, commerciali e finanziari. I poteri politici nazionali, responsabili dei processi di mercificazione e privatizzazione, sono sempre meno in grado di progettare e imporre una politica sanitaria globale e pubblica nell’interesse della popolazione mondiale.

3.  Le narrazioni, i valori, le scelte e i sisemi di regolazione devono cambiare

La situazione mondiale è drammatica. Ciò non significa che sia impossibile invertire le tendenze. Dii seguito riportiamo le soluzioni che l’Agorà degli Abitanti ha sottoposto all’attenzione del presidente dell’Assemblea generale dell’Onu in vista della Sessione speciale su Covid-19. Le nostre proposte sono state oggetto di una consultazione con associazioni, gruppi, movimenti e reti di cittadini durante il mese di novembre. Abbiamo ricevuto 1.285 email personali di sostegno firmate provenienti da 53 Paesi.

In primo luogo, la Sessione speciale deve riaffermare con forza il principio che la salute di tutti gli abitanti della Terra è la più grande ricchezza che possediamo. La salute è un diritto universale. Non dovrebbe appartenere solo a coloro che hanno il potere di acquistare i beni e i servizi necessari e indispensabili per la vita. I nostri Stati devono smettere di spendere quasi 2.000 miliardi di dollari all’anno in armamenti e guerre. La salute di 8 miliardi di esseri umani e di altre specie viventi è più importante del potere di conquista e di sterminio. 

A tal fine, è necessario cambiare le priorità della finanza globale investendo nell’economia dei beni pubblici globali (salute, acqua, conoscenza/educazione). La sessione speciale dovrebbe

a. proporre la creazione di un fondo finanziario pubblico cooperativo per la salute, come parte integrante di un Cassa mondiale di depositi e prestiti per beni pubblici globali;

b. incaricare l’UNIDIR o una commissione di esperti indipendenti di presentare un rapporto di studio sulle riduzioni immediate della spesa militare e la riconversione della sua allocazione allo sviluppo, alla produzione e alla distribuzione di beni e servizi pubblici nel settore sanitario e nei settori correlati dell’acqua, dell’agroalimentare e della conoscenza.

In secondo luogo, il diritto universale alla vita implica che i beni e i servizi indispensabili per la vita non debbano più essere soggetti ad appropriazione privata né ad appropriazione collettiva esclusiva. Pertanto è necessario costruire il futuro comune di tutti gli abitanti della Terra promuovendo e salvaguardando i beni e servizi pubblici comuni indispensabili alla vita. L’acqua, la salute, i semi, le sementi, l’abitazione e la conoscenza e l’educazione, sono i beni pubblici comuni più evidenti. Non possono essere dissociati dai diritti universali. I brevetti sulla vita (e l’intelligenza artificiale) sono un forte esempio della dissociazione tra i beni indispensabili per la vita, come i beni sanitari (infrastrutture, medicine, ecc.) e il diritto alla vita. Pertanto, proponiamo di

a. riconoscere che la salute (beni e servizi) è un bene pubblico comune globale che deve essere salvaguardato, protetto e valorizzato dalla comunità, sotto la responsabilità delle istituzioni democraticamente elette dell’autorità pubblica, ai diversi livelli dell’organizzazione sociale delle comunità umane, dal locale alla comunità globale della vita sulla Terra;

b. approvare l’abbandono, per il periodo 2021-2023, dell’applicazione delle norme relative ai brevetti sugli organismi viventi, in particolare su tutti gli strumenti per combattere la pandemia di Covid-19 (diagnostica, cure, vaccini). I monopoli lasciati ai titolari di brevetti non hanno alcun valore sociale, etico, economico e politico rilevante. A tal fine, gli Stati membri delle Nazioni Unite e le sue agenzie specializzate, rappresentanti di tutti i popoli e cittadini della Terra, si impegnano, per mancanza di qualcosa di meglio, ad utilizzare fin da ora gli strumenti di diritto internazionale esistenti, come le licenze obbligatorie.

c. decidere di istituire una Task Force globale, sotto l’egida dell’ONU, per rivedere il regime giuridico-istituzionale della proprietà intellettuale nell’era dell’ Antropocene, con l’obiettivo di abbandonare il principio della brevettabilità degli organismi viventi a fini privati e di lucro e di definire un nuovo regime globale sulla proprietà intellettuale alla luce anche dell’esperienza accumulata negli ultimi anni nel campo dell’intelligenza artificiale.

In terzo luogo, è di fondamentale importanza abbandonare la sottomissione ai dettami del “In nome del denaro”. “Non sei redditizio? Non sei indispensabile. In ogni caso, la tua vita non è una priorità“.  Non è perché una persona non è redditizia per il capitale investito che non è più indispensabile.  Essere senza potere d’acquisto non significa diventare senza diritti. La vita non è denaro. Gli esseri viventi non sono merci, risorse per il profitto. A questo scopo, la Sessione Speciale dovrebbe .

a. evidenziare la necessità di ripubblicare la ricerca scientifica (di base e applicata) e lo sviluppo tecnologico. La messa in comune delle conoscenze e dei protocolli sanitari, dei farmaci e dei vaccini deve far parte delle misure immediate da adottare. In questa prospettiva

b. proporre l’approvazione di un Patto Mondiale sulla Scienza per la Vita e la Sicurezza per tutti gli abitanti della Terra;

c. proporre l’organizzazione nel 2022 di una conferenza mondiale dell’ONU sui beni e servizi pubblici  globali. L’attuale uso mistificante del concetto di “beni pubblici globali” in relazione ai vaccini Covid-19 sottolinea l’urgenza e l’importanza della proposta.

In quarto luogo, una politica sanitaria globale richiede un’architettura politica globale capace, soprattutto, di mettere fuori legge la finanza predatoria. La “sicurezza globale” dei beni pubblici globali nell’interesse della vita di tutti gli abitanti della Terra può essere raggiunta creando istituzioni globali con competenze e poteri corrispondenti. Gli abitanti della Terra non hanno bisogno di nuovi vincitori, di nuovi conquistatori globali. Hanno bisogno di leader mondiali e di cittadini convinti che il futuro della vita sulla Terra richieda un nuovo e urgente Patto sociale globale per la vita. Tra 25 anni l’ONU celebrerà il centenario della sua fondazione. La Sessione speciale deve affermare che non si tratta più di discutere in merito a parziali e settoriali aggiustamenti del modello regolatore mondiale noto come “multilateralismo”.

La Sessione speciale dovrebbe

a. riconoscere l’Umanità come soggetto istituzionale e attore chiave nella politica globale della vita. L’apertura di una Casa Comune Mondiale della Conoscenza, basata sulla messa in comune di conoscenze, esperienze, strumenti tecnici (caso del Costa Rica in materia di salute…) sarà un significativo passo avanti concreto,

b. proporre l’urgente creazione di un Consiglio di sicurezza globale per i beni e i servizi pubblici, a partire dalla salute, dall’acqua e dalla conoscenza. alle cure (farmaci

 È tempo che i governi e i cittadini ottengano o riacquistino il controllo comune della politica sanitaria.  La Sessione speciale deve mettere le cose in chiaro. Il diritto alla salute per tutti non è solo una questione di accesso (economico) ai medicinali, ai vaccini….) ma, ancora di più, una questione di costruzione delle condizioni umane, sociali, economiche (come l’occupazione…), ambientali e politiche che formano uno stato di salute individuale e collettivo.

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