Meditazione Domenica XIX B - Monastero del Bene Comune

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domenica 8 agosto 2021

Meditazione Domenica XIX B

 

Meditazione XIX a Domenica B

Ricordiamo davanti a te, o Signore:

  • Nuovo attentato in Afghanistan. Un nuovo sanguinoso attacco a Kabul ha preso di mira la residenza del ministro della Difesa. Dopo il ritiro delle truppe internazionali, il Paese appare sull’orlo della guerra civile.

  • Con la scadenza della moratoria "anti-sfratti, 11 milioni di famiglie statunitensi sono a rischio sfratto.

  • 6 agosto 2021. Ricordiamoci di Hiroshima. 13mila testate atomiche, di cui 4mila operative, in mano prevalentemente a Russia e Stati Uniti, mettono a rischio la sicurezza internazionale.

  • Notizie allarmanti arrivano dal confine tra Sudan ed Etiopia, le autorità locali hanno recuperato circa 50 corpi dalle acque del fiume. Almeno altri 30 cadaveri sono stati ritrovati. Presumibilmente di etnia tigrina.

  • Almeno 16 civili sono stati uccisi a Ituri, provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), in un nuovo attacco attribuito al gruppo armato ugandese Forze democratiche alleate.

  • L'Amministrazione Municipale di Mumbai annuncia di avere aumentato il numero delle squadre impegnate a ripulire la spiaggia. Gli addetti alla bonifica dell'area hanno già raccolto cinque tonnellate di materia inquinante.

Continua ad aver cura di noi, O Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a custodire la speranza

  • La Sarta del Barrio”. Nella zona Tor De' Schiavi, periferia di Roma, vicino la parrocchia del Santissimo Sacramento, c'è una sartoria-laboratorio gestita da una ragazza cubana. Finanziata con il "Fondo Gesù Divino Lavoratore" voluto dal Papa per i lavoratori in difficoltà a causa della pandemia, è frutto della generosità di un intero quartiere e oggi dà lavoro a due famiglie altrimenti disoccupate.
  • La prima volta. Il Messico fa causa ai produttori di armi Usa: «Sono complici della violenza». Oltre 1.300 pistole ogni giorno passano il confine per finire nelle mani dei narcos.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo


Liberaci, o Signore, dalla tentazione di cercarti solo nel cielo. Fa che il nostro vivere insieme sia sotto il segno della preghiera e del lavoro, del silenzio e della frazione del pane. Insieme nel condividere i frutti del nostro lavoro e i doni del tuo Spirito. Amen



1Re 19, 4-8 Ef. 4,30 -5,2

Gv. 6, 41 – 51


In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

***

Elia, il profeta della prima lettura, inseguito dalla polizia del re fugge verso il deserto. È per lui l’unico luogo ospitale ma, nel deserto, tutte le speranze di cambiamento a cui egli aveva dedicato le sue energie si perdono: “Ora basta, Signore. Non sono migliore dei miei padri. Fammi morire…”. Elia è depresso e disperato. In situazioni del genere non si desidera altro che dormire affinché, al risveglio, la situazione appaia cambiata…e se no, meglio morire!

Il Signore con un’azione simbolica, per mezzo del messaggero, lo tocca, cioè entra in contatto con le sue frustrazioni, e lo fa mangiare perché, invece di coricarsi, Elia continui a camminare. il Signore, entra si in contatto con la sfiducia di Elia, ma non l’asseconda. Quel cibo è ciò che alimenta la fiducia e la speranza. Il pane di cui parla Gesù, è più che cibo di fiducia e di speranza.

Il suo discorso s’inerisce in un clima di sospetto, o meglio, di “mormorazione”. Essa non esprime solo malcontento. La mormorazione nella Bibbia ha un contenuto di crisi di fede. Chi ascolta Gesù entra in crisi, qualcosa gli si scompone dentro.

Nel deserto, ai tempi della manna, il popolo esprimeva così la sua crisi: “Qui in questi orizzonti sterminati, con le scarsissime possibilità di acqua e di cibo, Dio è in mezzo a noi si o no?”. Il resto del racconto della manna lo conosciamo.

Nel caso di Gesù, la gente si chiede: in uno come Gesù, che è uno dei nostri, così quotidiano, così fragile, soggetto alle difficoltà della vita, vicino ai senza Dio, ai peccatori, alle donne, ai malati. In uno come lui che non possiede entrature particolari nei palazzi dei potenti, che non ha conseguito titoli di studio particolari alla facoltà teologica di Gerusalemme ecc. come può essere presente e manifestarsi quel Dio che noi conosciamo come sovrano onnipotente? E pertanto, come può rispondere ai nostri bisogni? Ossia nutrici di quella fiducia e di quella speranza che ci sono tanto necessarie? Cosa mai possiamo aspettarci da lui?

La speranza di riscatto, di crescita, di sicurezza per oggi e per il futuro … queste cose, insomma, le possiamo ottenere da uno che può e quindi, da uno che sta più in alto…uno che grazie al suo potere è una specie di re assoluto. Uno che domina e trionfa. Colui che pretende di agire e parlare con la forza di Dio dovrebbe avere qualcosa che sia adeguato a colui rappresenta.

Allora Gesù afferma che se non si entra nella sua attrazione, vale a dire se non si vede Dio alla sua maniera, non si entrerà mai nelle sue prospettive di vita.

Un Dio che sostiene con la forza del potere, dell’ideologia, della cultura, di un sistema di pensiero, di un codice, agli occhi di Gesù, è un essere che schiaccia, quindi dà la morte, non la vita. Da tutto ciò non si può che ottenere un pane che fa scoppiare. Perché rimpingua i potenti; è a tutela dei privilegiati; gonfia il ventre dei sazi. È il pane della prepotenza e dell’arroganza.

Il pane di vita è lui. Perché? Perché è un pane che si cala dentro le situazioni, accompagna, condivide, ama dal di dentro, com-patisce, accoglie… questo è uno stile di vita che Gesù chiama “vita eterna” e che nessuno potrà mai distruggere.

Chiediamo nell’eucaristia di questa domenica che noi e la Chiesa tutta cerchiamo sempre questo pane.


Salmo 33

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

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