Meditazione domenica 4a di Pasqua C - Monastero del Bene Comune

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sabato 7 maggio 2022

Meditazione domenica 4a di Pasqua C

 


Meditazione domenica 4a di Pasqua C

Ricordiamo, O Signore, davanti a te

  • Nel mondo, secondo il Rapporto annuale Fao-Programma alimentare Onu-Ue quasi 200 milioni le persone colpite dalla piaga della fame. Territori particolarmente colpiti sono l’Etiopia, il Sud Sudan, il Madagascar e lo Yemen. In questi Paesi è maggiore il rischio di carestia e di morte diffusa.

  • Si sono riaccese le violenze tra Missiriya e Denka Ngok nella contesa regione petrolifera tra Sudan e Sud Sudan. Diventa urgente risolvere un conflitto che serpeggia da decenni. La missione di pace delle Nazioni unite nella regione ha indetto una serie di incontri a Kampala.

  • L’ultimo report di ActionAid racconta la vita nei campi e nelle serre delle donne. Tante le migranti, oggetto di molestie, aggressioni e minacce. Tra le 120 donne intervistate nell’Arco ionico (Puglia, Basilicata, Calabria) tre su cinque hanno subìto violenza e non hanno fatto denuncia.

  • Nel 2022 sono 32 le strutture idriche distrutte da attacchi terroristici. Attacchi mirati che hanno spaziato dai colpi diretti ai punti d’acqua e ai camion dell’acqua; dalla contaminazione intenzionale delle risorse idriche al sabotaggio dei generatori della rete idrica pubblica. Questi attacchi ripetitivi ai servizi idrici e il loro grave impatto sulla popolazione sono senza precedenti in Burkina Faso.

  • Un morto e 5mila persone sono state ricoverate in ospedale in Iraq nelle ultime ore a per problemi respiratori a causa di una tempesta di sabbia che ha colpito anche regioni della Siria orientale e nord-orientale.

  • La tragedia è accaduta a Siderno, grosso centro della Locride. Una barca a vela con 109 immigrati, in prevalenza afghani, tra i quali donne e bambini, per il maltempo, il mare grosso e un forte vento di scirocco è andata a sbattere contro il vecchio pontile di Siderno rovesciandosi.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

  • Francesco riceve in udienza i partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani e stigmatizza ancora una volta la guerra "crudele e insensata" in Ucraina: "Dinanzi a questa barbarie, rinnoviamo il desiderio dell'unità e annunciamo il Vangelo che disarma i cuori prima degli eserciti". L'auspicio che il Giubileo del 2025, coincidendo con il 1700° anniversario del primo Concilio di Nicea, "abbia una forte dimensione ecumenica"

  • Libertà di stampa: il Papa prega per i giornalisti coraggiosi. Nella Giornata mondiale Unesco che fotografa lo stato del giornalismo nel mondo, il premio è andato ad un'associazione stampa bielorussa chiusa dal governo. Secondo i dati dell'ong Reporter Senza Frontiere, Norvegia, Svezia e Danimarca sono ai primi posti mondiali.

  • Ecco "Dambe so", l’ostello sociale per i braccianti della Piana Il nuovo progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Calabria: un modello sperimentale per superare i ghetti. Si fonda su un’idea di economia circolare: i lavoratori contribuiranno alle spese della struttura con una piccola quota. Parte dei costi sarà sostenuta dalla quota sociale proveniente dalla vendita delle arance.

  • Senza dimora, a Torino un lavoro di rete per migliorare servizi e assistenza

Firmato oggi un protocollo d’intesa fra Prefettura, Città metropolitana e Comune di Torino con le sue circoscrizioni, Regione Piemonte, Azienda sanitaria, Arcidiocesi e Fiopsd per dare vita a un Piano integrato di sostegno alle persone senza fissa dimora. “Approccio innovativo: prevede un accompagnamento delle persone a 360 gradi e non si limita ad assicurare un posto letto per la notte e un pasto caldo”. L’obiettivo in particolare è rafforzare la rete dei servizi sociosanitari in modo che possano intervenire sia sui problemi legati alle povertà sia su quelli legati alla salute mentale o alle dipendenze, con percorsi mirati che richiedono il coinvolgimento del terzo settore per venire incontro alle difficoltà di relazione di molti senza fissa dimora.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Signore Dio, a causa delle nostre infedeltà, non lasciarci mai soli, poiché ci perderemo in aridi pascoli. Continua a custodirci con l'azione del tuo Santo Spirito a nutrirci di cibi purissimi e porta tutti a libertà. Sii benedetto nei secoli. Amen




At 13,14.43-52    Ap 7,9.14-17

Gv 10,27-30


Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.

Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.

Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

***

I pochi versetti di questo testo potrebbero suggerirci di fare le cose in fretta, quasi vi sia poco da dire. Invece, dovremmo cogliere in questo l'occasione per andare in profondità e, in profondità, comunicarci ciò che è più vero e reale.

Al capitolo 9, Gv racconta il segno del cieco nato. Il brano è molto suggestivo per la drammaticità, per il movimento narrativo, per i dialoghi e per la tematica sottesa a tutto il racconto. Nella figura del cieco nato, che passa da non vedere al vedere, abbiamo la figura del battezzato: uno che incontrando Gesù trova la sua luce, la sua visione. Gesù gli ha aperto gli occhi. Colui che era nato cieco e viveva una condizione di mendicanza, ora si apre a una nuova visione perché la sua religiosità non è più sotto la pressione di un sistema religioso impersonale di regole che non tiene conto della sua storia e della sua persona, ma partecipa ad una relazione in cui sente di essere oggetto di cura da parte di Dio. Da persona seduta ad elemosinare è diventato uno che sta dignitosamente in piedi. Questo è il senso delle sue parole “ora ci vedo”.

Il capitolo 10, che ci presenta la figura del “Buon Pastore”, letteralmente del “Pastore Bello”, intende mettere in evidenza quale sia il rapporto di Gesù con i suoi. Una delle attività del Pastore Gesù consiste nel “condurre fuori” le pecore. In altre parole, i suoi sono condotti fuori da ogni ordinamento oppressivo, esigente e pretenzioso nel quale non si tiene conto dell’umanità. Egli conduce fuori, verso i pascoli verdeggianti, vale a dire verso ciò di cui l'umanità ha più bisogno, cioè di amore, di dignità, di riconciliazione, di perdono, di tenerezza e cura.

Il verbo CONOSCERE è il verbo principale del nostro breve testo: “IO CONOSCO LE MIE PECORE”. Sappiamo che nella bibbia questo è il verbo dell'amore. Amore che comprende l'amato perché a lui si è sempre attenti e interessati. Amore della mamma verso il bambino che porta in grembo. Amore che desidera la presenza. Ancora una volta, la conoscenza che Gesù ha dei suoi è espressione di una relazione vitale (io do loro la vita eterna) in cui dell’altro, ossia di noi come discepoli e discepole, egli ha una comprensione profonda che nasce dall’amorevolezza e si trasforma in cura.

Qui l'amore/conoscenza è l'opposto di estraneità/indifferenza. È reciprocità, cura, sollecitudine affinché l'altro esprima (corrisponda) il suo splendore, il suo dono. Ecco perché Gv associa all'idea di Bontà anche quella di Bellezza. Il buon pastore può anche essere detto Bel Pastore.

Secondo la consuetudine pastorizia, più greggi passavano la notte in un unico ovile. Una sorta di consorzio di pastori. Il mattino poi ogni pastore andava a recuperare il suo gregge ben sapendo che le pecore avrebbero riconosciuto un suo specifico segnale espresso con un suono della voce. Qual è allora il rapporto di Gesù con i suoi? Per ritornare alla questione iniziale. È UN LEGAME DI RECIPROCA APPARTENENZA. Ovvero, l’opposto di una religiosità che prescinde dalle persone; una religiosità che, fissandosi su doveri e regole impersonali, prescinde dall’umano e diventa disumana.

In realtà, queste affermazioni di Gesù hanno un retroterra biblico nei salmi, nei profeti e nella letteratura poetica.

  • Il Signore è il mio pastore – Ps. 23

  • Tu pastore d'Israele Ascolta...Hai sradicato una vite per trapiantarla – Ps. 80 – il PASTORE/CONTADINO.

  • Così dice il Signore: “Guai ai pastori d'Israele...Non avete reso forti le pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato le ferite... Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza – Ez. 34, 1ss

  • Egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. Avrà pietà del debole e del misero. Salverà la vita dei miseri. Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso, sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue. - Ps. 72, 12-14 IL RE PASTORE

  • Il Cantico dei Cantici, è un poema dell'amore intrecciato di scene pastorali e campestri: Una voce! L'amato mio! Eccolo, viene saltando sui monti. Egli pascola fra i gigli Ct 2,8ss. LA VOCE


L'altro punto focale è costituito dalla voce: ASCOLTANO LA MIA VOCE. Non c'è un ascolto di una parola di raccomandazione o di un ordine. È la voce che attrae. Si viene attratti da colui che si sa per certo che ci ama, secondo lo stile del Pastore. Non esige, non ordina, non impone ma ci ama. Con quell'amore straordinario che è solo di Dio. Chi è al seguito di Gesù è avvolto in questa qualità di relazione. Egli SI SENTE CONOSCIUTO.


Salmo 99

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,

servite il Signore nella gioia,

presentatevi a lui con esultanza.


Riconoscete che solo il Signore è Dio:

egli ci ha fatti e noi siamo suoi,

suo popolo e gregge del suo pascolo.


Perché buono è il Signore,

il suo amore è per sempre,

la sua fedeltà di generazione in generazione.



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