Meditazione domenica XXIVa C - Monastero del Bene Comune

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sabato 10 settembre 2022

Meditazione domenica XXIVa C

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Sono 1 milione e 382mila in Italia i minori in condizioni di povertà assoluta registrati nel 2021, mentre ad abbandonare precocemente gli studi è il 12,7%.

Cisgiordania, ancora scontri e vittime. Un palestinese è stato ucciso e altri 16 feriti in un'operazione dell'esercito israeliano nel nord della Cisgiordania.

In Mozambico i funerali di suor Maria, insieme al "suo" popolo fino all'ultimo
"La donna della mitezza". Così è stata ricordata la comboniana vittima, nella notte tra il 6 e il 7 settembre, dell'attacco alla missione di Chipene.

"L'Unicef ha lanciato l'allarme sull'incombente carestia nell'area della regione di Bay in Somalia tra ottobre e dicembre di quest'anno. A causa della crisi che il paese sta affrontando, è urgente che il supporto sia ampliato rapidamente".

Una bimba di 4 anni muore in mare in attesa dei soccorsi.  La piccola si trovava a bordo di un'imbarcazione in balia delle onde in zona Sar maltese. La nave della Ong Geo Barents con 267 migranti a bordo verso Taranto. Un epilogo tragico, ampiamente annunciato. Perché Alarm Phone aveva dato notizia della richiesta di soccorso oltre tre giorni fa, indicando una barca partita dal Libano e «in viaggio da dieci giorni».

Eritrea. Ad Akrur domenica 4 settembre all'alba i militari del dittatore hanno circondato la chiesa e costretto ragazzi e ragazze a uscire per venire arruolati e spediti a combattere nel vicino Tigrai. Da quasi due anni proseguono le retate di giovanissimi, anche 15-16enni.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Libano. Saranno 30mila gli studenti e seimila gli insegnanti delle scuole cattoliche presenti nel Paese a beneficiare degli aiuti della nuova campagna varata per far fronte alla crisi economica aggravata dal caro-energia--Sono circa 185mila in Libano gli studenti, sia cristiani sia musulmani, di età compresa tra i 6 a i 18 anni che frequentano le 250 scuole cattoliche del Paese, che svolgono un ruolo fondamentale sia dal punto di vista educativo sia nei “rapporti tra cristiani e musulmani che qui sono un esempio di convivenza per tutto il Medio Oriente”.

Santa Teresa di Calcutta. Con un tweet Francesco ricorda l'essenza della Santa fondatrice delle Missionarie della Carità, che moriva 25 anni fa a Calcutta dove oggi riposa. Uno dei più forti simboli del XX secolo, premio Nobel per la Pace nel 1979. L'aspetto materno della sua figura resta nei cuori e nell'esperienza di vita di chi l'ha conosciuta. Di lei Papa Francesco in un tweet ripete parole legate alla carità fatta sorriso. "Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere". 

In Malawi 60 orti biologici garantiscono cura e dignità ai malati di Aids. Da un’idea di Sant’Egidio, Slow Food International e alcune comunità Laudato si’, un progetto di coltivazione organica e vendita di prodotti bio offre una possibilità di riscatto ai pazienti sieropositivi che oltre alla povertà, subiscono lo stigma della società.

Afghanistan, centinaia di ragazze si presentano a scuola. E i presidi aprono. Nella parte orientale del Paese, lontana dai centri del potere dei taleban, 5 scuole secondarie hanno ripreso le lezioni. Il preside: «Le ragazze sono venute spontaneamente, non le abbiamo respinte». 

 Inizia a Bologna il lungo percorso di riabilitazione e integrazione di Munzir e del piccolo Mustafa, papà e bambino siriani la cui storia è diventata nota grazie alla foto che ritrae l'uomo, mutilato di guerra, sollevare in aria il figlio nato senza arti per una malformazione causata dal gas nervino.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo





Signore, per quanto bella e grande sia la tua casa, molti vi si trovano a disagio; ma non è tanto per la tua presenza quanto per l'assenza di amore tra fratelli e sorelle, è per questo che molti se ne vanno: Signore, fa che finalmente i fratelli e le sorelle si incontrino e si parlino. Amen.


Es 32,7-11.13-14    1Tm 1,12-17


Lc 15,1-32

1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.

3 Allora egli disse loro questa parabola:

11 Disse ancora: “Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.

14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.

17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.

21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.

25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.

28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.

29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.

31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.


***


Abbiamo già visto altre volte che Luca, nel suo Vangelo, ci presenta Gesù come la carezza di Dio per l’umanità. La sensibilità dell’evangelista, sostanzialmente missionaria e aperta alle differenze, lo porta ad evidenziare quei tratti della persona di Gesù che favoriscono l’incontro l’accoglienza, la misericordia. Insomma, Gesù manifesta che la volontà di Dio è che le persone si riconoscano e vivano da fratelli e sorelle, ovvero secondo la dignità dei figli, non dei servi schiavi.

Le parole di Gesù nascono da una logica particolare, la logica paradossale del Regno di Dio. Perciò il discepolo obbedisce a criteri di vita che sono alternativi rispetto a quelli mondani. Perciò in questo progetto di vita non c’è quindi spazio per criteri di merito tali da stabilire la superiorità degli uni sugli altri.

È vero che nella vita non siamo indotti a pensare e agire in questo modo, ma la Comunità dei discepoli/e è alternativa rispetto ai criteri mondani. È di tale paradossalità che il mondo ha necessità perché essa dà valore e sapore all’esistenza: “Il sale è buono, ma se perde il suo sapore, con che osa gli si renderà il sapore? Non serve né per la terra, né per il concime; perciò lo si butta via” è detto nei versetti 14,34-35 che precedono il nostro brano.

Il contesto immediato, ovvero la situazione che offre a Gesù l’occasione di dire queste parole è fornito da un particolare che troviamo all’inizio del 15° capitolo:

1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.


Dunque l’umanità ferita e moralmente fallita di coloro che sono considerati peccatori s’avvicina a Gesù. I “puliti” invece, non vogliono confondersi con la “sporcizia”. È bene mantenere le distanze! Secondo loro, mettere insieme giusti ed ingiusti è fonte di confusione. Alla fin fine, secondo loro, Dio stesso potrebbe uscirne danneggiato perché, appunto, sempre secondo loro, egli è onorato da chi fa le cose per bene mentre è disobbedito da chi non corrisponde alle regole. E così l’umanità, che piaccia o no, risulta chiaramente divisa. Ma questo non è affatto il pensiero di Gesù, né la volontà del Padre.


I rappresentanti della religione ufficiale, quelli che hanno la pretesa di spiegare agli altri il volere divino, “Mormoravano”. Con questo verbo Luca allude alle mormorazioni d’Israele nell’esodo. Sappiamo che esse significano ben più di un malcontento. Mormorare, per la Bibbia, vuol dire mettere in dubbio l’azione di Dio e la sua presenza.

In altre parole, il Dio accogliente, manifestato da Gesù attraverso il suo modo di agire, è contestato dagli scribi e dai farisei. Il loro è un Dio diverso da quello di Gesù.


È questa, come dicevamo, l’occasione prossima delle parole di Gesù in questa circostanza. Leggendo il brano, la nostra attenzione cade spontaneamente sulla cosiddetta parabola del figliuol prodigo (in realtà, più che sul figlio che fa ritorno, la parabola insiste sul padre e il modo di vivere la relazione con lui da parte dei figli). È essa che occupa uno spazio maggiore. Tuttavia, le parabole sono tre:


la pecorella smarrita

la dramma perduta

Il padre e i due fratelli.

Ognuna di esse sviluppa un qualcosa di paradossale:

perché correre il rischio di perdere 99 pecore per recuperarne una?

Perché fare festa con le amiche per la dramma ritrovata con il rischio di spendere più di quanto è stato recuperato?

Perché riammettere il figlio in famiglia dopo che l’eredità, ovvero la sua parte, era stata già data?

Sono tutte drammatizzazioni che, ascoltandole, rivelano come la logica del merito sia assolutamente fuori luogo nel pensiero di Dio.

Possiamo partire dall’ultima.

L’importante di questa drammatizzazione è la posizione che gli interlocutori di Gesù sono chiamati a prendere con se stessi. Man mano che il racconto avanza, da soli, senza bisogno di spiegazioni particolari, comprendono che non accettando l’accoglienza che Gesù riserva ai pubblicani e ai peccatori, loro stessi, avvertono qualcosa di stonato in tutte le buone ragioni del figlio che torna dai campi. Non la pensano forse anche loro come lui dal momento che mormorano perché Gesù riceveva i peccatori e mangiava con loro? Non si sentono a disagio di fronte a questo padre che soprattutto ha a cuore chiunque è perduto? Perché non accettano un Dio buono? Perché continuano a credere che bontà sia sinonimo di debolezza se non di stupidità? Perché tutte le religioni nella loro dimensione istituzionale perdono cuore ed umanità? Infine, quale Dio confessano?

Solo dopo essere entrati in questa provocazione della drammatizzazione della parabola possiamo cogliere il legame intimo dell’ultima alle prime due:

            • la pecora è perduta fuori casa – il figlio minore si perde fuori casa (come la pecora smarrita nel deserto)

            • la dramma è perduta in casa – il figlio maggiore è perso in casa (come la dramma)

            • il padre esce due volte per il primo e per il secondo dei figli.


Conclusione: tutti siamo perduti (chi si ritiene giusto e chi e ritenuto ingiusto) ma tutti possiamo far conto su un padre che quando ci guarda vede in ciascuno qualcosa di amabile. Negli uni e negli altri vede dei figli!

Chi non parte dalla luce di questo sguardo non arriva da nessuna parte perché, sia nella presunta giustizia sia nell’ingiustizia della vita, mancherebbe il calore dell’amore.



Salmo 50

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

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