Meditazione domenica 1° di avvento A - Monastero del Bene Comune

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domenica 27 novembre 2022

Meditazione domenica 1° di avvento A

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La violenza di genere non accenna a diminuire. Secondo l’OMS, nel mondo il 35% delle donne ha subìto almeno una volta nella vita una violenza fisica o sessuale. In Italia viene uccisa in media una donna ogni tre giorni. Ogni giorno nel mondo si verificano in media 137 femminicidi.

A due giorni dal sisma di magnitudo 5.6 gradi della scala Richter che ha causato la morte di 268 persone nell'isola indonesiana di Giava, le squadre di soccorso scavano ancora tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti. Sono oltre un migliaio le persone rimaste ferite, 2300 gli edifici e le abitazioni danneggiati.

Iran. Le proteste si allargano al mondo dello sport. Aumentano gli sportivi iraniani che solidarizzano con quanti manifestano nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini. Nella prima partita dei Mondiali di calcio in Qatar, la squadra dell'Iran non ha cantato l'inno nazionale. Arrestate anche due popolari attrici. I giudici emettono la sesta condanna a morte contro chi protesta. Le autorità iraniane hanno arrestato il celebre calciatore Voria Ghafouri con l'accusa di aver "insultato e infangato la reputazione della squadra nazionale (Team Melli) e di aver fatto propaganda" contro lo Stato.

Morto un clochard che aveva trovato riparo sotto il colonnato. Si tratta di un uomo nato in Germania nel 1961. Nella sua preghiera, ha reso noto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, Francesco lo ricorda insieme a tutti coloro che sono costretti a vivere senza una casa. Aveva poche cose, ma i libri non mancavano mai accanto a coperte e cartoni.

Sedici persone sono morte a causa delle frane causate da piogge torrenziali che si sono abbattute a Kamituga, una città nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc). Le vittime sono uomini, donne e bambini. La maggior parte delle case crollate o sommerse erano fatte di assi e costruite in siti non autorizzati ad ospitare abitazioni.

Violenti attacchi attribuiti ai jihadisti contro una base militare e una città nel nord-est della Nigeria, vicino al confine con il Niger, hanno provocato almeno 11 morti, tra cui nove soldati.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Il Centro di ascolto “Uomini Maltrattanti” (CAM) è un’associazione che nasce a Firenze con sedi anche a Ferrara, Cremona e nel Nord della Sardegna. Si occupa della rieducazione di uomini colpevoli di maltrattamento su donne e bambini. Il vicepresidente del Centro di ascolto fiorentino afferma: "pensiamo che sia un fenomeno di cui gli uomini si devono assumere la responsabilità. La violenza è una scelta quindi interromperla è una scelta”.

Giunto a Roma un nuovo gruppo di 158 profughi perseguitati dall'Afghanistan grazie ai percorsi organizzati dalla Cei, Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese, Arci, IOM, INMP e UNHCR d'intesa con i ministeri dell'Interno e degli Esteri. Donne e uomini di etnie perseguitate saranno subito inseriti in ambiti di integrazione. 

Al Festival della Dottrina Sociale che si è aperto a Verona il 24 novembre, il vescovo Pompili interviene: "Non scaricare sui poveri il peso della crisi. L'Italia e l'Europa rischiano la recessione e con essa potrebbe arrivare anche un aumento dei poveri. I poveri sono sempre le vittime predestinate delle crisi. Il rischio che i poveri vengano in qualche modo a pagare in percentuale molto di più che non i ricchi è assai probabile. Per questo è importante che ci sia, da parte di tutti, l'avvertenza a non scaricare su di essi che già pagano un prezzo alto, eventuali pesi che dovrebbero essere sostenuti in proporzione anche alle proprie possibilità. Già questo sarebbe un modo per rendere giustizia facendo in modo appunto che i pesi siano proporzionati alle spalle".

 Molte migliaia di persone - cittadini comuni, leader politici, sociali, sindacali e della cultura, e militanti delle associazioni di difesa dei diritti umani - hanno reso a Buenos Aires omaggio a Hebe Bonafini, la più nota delle Madri di Plaza de Mayo, deceduta domenica nell'Ospedale Italiano di La Plata all'età di 93 anni. Nella storica Plaza de Mayo, gremita di bandiere, striscioni e foto della donna che fra le prime si oppose con coraggio ai militari della dittatura argentina reclamando la verità sulla sorte delle migliaia di desaparecidos.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode

e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo


Dio della speranza, il mondo può cominciare di nuovo. Anche i desideri rinascono dalle ceneri delle illusioni; molti cuori sono stanchi di confidare in cose che ci muoiono tra le mani. Vieni, e continua a venire, torna ancora, Signore. Amen.


Is 2,1-5    Rm 13,11-14

Mt 24,37-44

37 Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, 

39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti:


così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. 


40 Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.


42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 


43 Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.

***

Il cap. 24 fa parte del cosiddetto discorso escatologico di Gesù. Uno dei cinque pilastri su cui l'evangelista mette in ordine il suo materiale narrativo. Escatologico significa ultimo, ultimo non in ordine di tempo ma in senso di valoriale: ciò che è definitivo, la verità che conta, l'ultima parola, ciò che alla fin fine davvero resta come le cose ultime nel senso che danno pienezza, compimento.

Il testo fa emergere come centrale la tematica della venuta del Figlio dell'Uomo. Per comprendere questa terminologia, bisognerebbe riferirsi all'uso che ne fa il libro di Daniele dove si ricorre frequentemente al tema del Figlio dell'uomo. Possiamo affermare che la tradizione di Daniele con questo linguaggio intende parlare dell'avvento di una nuova umanità, una nuova condizione del vivere umano: nuovi rapporti, nuove modalità, nuova giustizia ecc. In altre parole, è un linguaggio che ci parla di cambiamento o capovolgimento della situazione che ci viene incontro come dono dall’Alto.

Nel nostro brano si parla per ben due volte di venuta: la prima, appunto, è la venuta del Figlio dell'Uomo, la seconda, è relativa al giorno nel quale il vostro Signore verrà.

Dal momento che nella predicazione di Gesù e in quella della Chiesa delle origini, il ritorno del Signore, spesso veniva considerato imminente, forse nelle comunità cui Matteo destinava il suo racconto evangelico c'erano persone che s'erano stancate di aspettare senza che vi sia stato il ritorno del Signore. Non aspettavano più il Signore. S'erano spente dentro. Non aspettavano più la novità, vale a dire la realizzazione della sua parola nella loro vita concreta: ecco la venuta del "vostro Signore".

Cosa accade quando non si è più in grado di aspettare? Inizia il processo di invecchiamento. La vita cristiana si sclerotizza. Si vive un tran tran da cuori spenti.

Se si leggono le parti che precedono questo brano, si comprende molto bene che questo argomento è presente in tutti questi capitoli finali del vangelo di Matteo.

Il testo si presenta come una duplice parabola: una che riguarda i Giorni di Noè, cioè il passato e una che riguarda il futuro attraverso la breve immagine parabolica del ritorno del padrone di casa.

Il paragone iniziale con i giorni di Noè - “Come furono ai giorni di Noè” -trova riscontro nei giorni della venuta del Figlio dell'uomo - “Così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo...”.

In parallelo, abbiamo due sconvolgimenti: uno di dimensioni naturali: il diluvio e, l'altro, di dimensioni storiche: in quei giorni accadrà...l'uno e l'altro sono accomunati dall'inconsapevolezza, dall'indifferenza, dalla pesantezza di cuore.

La seconda paraboletta, quella del ritorno del padrone di casa, vuole essere una risposta alla prima situazione in termini di attenzione, consapevolezza e vigilanza. La parola del vangelo, ricorre a immaginazioni forti, decisamente surrealiste, ma se guardiamo attentamente, il loro scopo è quello di scuotere le comunità dei discepoli dall'assopimento, dall'abitudinarietà, dall'attestazione su ciò che è scontato. I discepoli e le discepole che non preparano la novità del cambiamento nella vita di tutti i giorni, non aspettano il figlio dell'uomo.

Allora chi accoglie la Parola, impara a scegliere, impara a schierarsi: “due donne…due in campagna…Uno preso l’altro lasciato…”. Scegliere da che parte stare è l'esatto opposto al procedere senza motivazioni. La novità si prepara, non subendo supinamente gli eventi, ma scegliendo consapevolmente. Ciò costituisce la vera apertura e disponibilità alla novità di Dio: la venuta del figlio dell'uomo, il manifestarsi di un'umanità rinnovata.

La parabola di chi si muove in anticipo sull’arrivo del ladro, non intende affermare che il Signore viene per rubare e per rovinare. È invece un'immagine che vuole affermare il primato dell'attenzione, opposta all'assopimento dell'inconsapevolezza, dell'immaturità, della mancanza di responsabilità.



Salmo 121 (122)


Quale gioia, quando mi dissero:

"Andremo alla casa del Signore!".

2 Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!

3 Gerusalemme è costruita

come città unita e compatta.

4 È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge d'Israele,

per lodare il nome del Signore.

5 Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide.

6 Chiedete pace per Gerusalemme:

vivano sicuri quelli che ti amano;

7 sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi.

8 Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: "Su te sia pace!".

9 Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.


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