Meditazione domenica Cristo Re C - Monastero del Bene Comune

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sabato 19 novembre 2022

Meditazione domenica Cristo Re C

 

Ricordiamo, o Signore, davanti a te

“In una Italia con pochi figli rileviamo che su 9 milioni e 400mila minori, circa un milione e 300mila vivono in condizione di povertà assoluta. Il dato è aumentato di un milione in circa 12 anni. Inoltre se a questo si aggiungono i 2 milioni e 300mila in povertà relativa, abbiamo in tutto un terzo della popolazione considerata in situazione di precarietà”.  “La povertà educativa contiene la povertà economica.

Nonostante i combustibili fossili siano la causa principale della crisi climatica, che colpisce in particolar modo l’Africa, oltre duecento società stanno avviando nuovi progetti per l’estrazione e il trasporto di gas dal territorio africano.

Acciaierie d’Italia, il principale gruppo siderurgico italiano, ha comunicato, per “sopraggiunte e superiori circostanze", la sospensione delle attività di 145 ditte dell’indotto, che coinvolgono circa duemila lavoratori, ma che si ritiene svolgano un lavoro ritenuto non essenziale.

Papa Francesco: «È assurdo. E provoca particolare rabbia e tristezza la consapevolezza che dietro tutte queste tragedie ci sono la brama di potere e il commercio delle armi. Mi hanno detto che se in un anno non si fabbricassero e vendessero armi, si cancellerebbe la fame nel mondo. E invece prevale sempre la vocazione distruttrice, che sfocia nelle guerre. Quando gli imperi si indeboliscono puntano a fare una guerra per sentirsi forti, e pure per vendere le armi”.

Altre tre persone sono state condannate a morte dai tribunali iraniani in seguito agli scontri avvenuti in diverse città dell'Iran durante le manifestazioni di protesta per la morte di Mahsa Amini, che da due mesi si ripetono in tutto il Paese. 

In Medio Oriente e Nord Africa i conflitti hanno ucciso quasi 580 bambini nel 2022. L'impatto devastante sui minori di conflitti, violenze e ordigni esplosivi in diversi Paesi, tra cui Iran, Iraq, Libia, Sudan, Siria, Yemen e Palestina.


Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Amnistia in Myanmar, su migliaia solo pochi prigionieri politici. in occasione della festa nazionale - che ricorda il giorno in cui nel 1920 gli studenti avviarono la campagna contro i colonizzatori britannici - la giunta al potere in Myanmar ha scarcerato oltre 5.700 detenuti. Si tratta di un gesto positivo che però riguarda in realtà solo 53 prigionieri politici tra altri condannati per reati comuni.

Il progetto. La scuola del cuoio: a Firenze dal 1950 combatte l'emarginazione. Nata per insegnare agli orfani, oggi offre borse di studio a giovani in difficoltà. Sono stati aiutati molti giovani in difficoltà (disoccupati, invalidi, ex detenuti, persone con handicap mentale) che hanno ritrovato fiducia in un futuro altrimenti segnato dalla paura del fallimento. Inoltre la Scuola, grazie all’alta qualità dei suoi prodotti, ha presto acquisito fama internazionale. I giovani artigiani realizzano prodotti in pelle secondo tecniche affinate nei secoli senza ricorso ai macchinari.

 Delle associazioni hanno promosso “School of Peace: le guerre e la pace ai confini dell’Europa”. “L’ispirazione” viene dalla visione che il Papa ci dà come compito quotidiano: quella di essere artigiani di pace”.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode

e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo



Nella tua tenerezza, ascolta la nostra preghiera e dà pace a tutti coloro che ti affidano la loro miseria. Quando la nostra coscienza ci accusa, la tua misericordia, più grande della nostra coscienza, ci assicuri il tuo perdono in Gesù Cristo, nostro Signore vivente ora e nei secoli dei secoli. Amen


2Sam 5,1-3      Col 1,12-20


Lc 23,35-43


35 Il popolo stava a vedere,


i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”.


36 Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: 37 “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”.


38 C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.


39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi! ”.


40 Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”.

42 E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”.


43 Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”.




È un quadretto all’interno del racconto di passione che si presenta davanti a noi per essere contemplato nella sua drammaticità. L’inizio infatti si apre collocando il punto di osservazione a partire dal popolo che sta a guardare. Il verbo usato da Lc. suggerisce un contemplare, un guardare tipico di chi assiste ad una sacra rappresentazione. Tu osservi ciò che viene messo in scena e, quasi senza accorgertene ti trovi partecipe. Quello che sta avvenendo ti raggiunge dentro. Senti che ti riguarda sempre di più.

È precisamente questo l'effetto scenico che vuole ottenere l’evangelista. Egli desidera che ognuno prenda parte, o meglio, guardando con occhio da spettatore i singoli attori, si riconosca in quelli che lo esprimono meglio.

Se stai con i capi è forse perché ritieni fallimentare il percorso di Gesù?

Se ti riconosci nei discepoli, in quale momento: quando erano con lui o quando si sono lasciati vincere dalla paura come è accaduto a Pietro?

Se nei soldati, in quale momento: della crocifissione o sotto la croce come il centurione ecc.

Se con gli esclusi, con chi pur condannato attende una rivincita o con l'escluso che nel momento estremo diventa il prototipo del discepolo?


Lo sfondo della scena è dominato dal tema della regalità (Sopra di lui c'era la scritta: Costui è il re dei Giudei) o, se si preferisce, dal rovesciamento dei criteri. Gesù entrò nella sua passione destrutturando il codice del potere, criterio che poi doveva accompagnare il cammino dei discepoli:

Lc. 22,25-27

25 Egli disse: “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. 26 Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. 27 Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

Gesù, Dunque, entra nella passione con un criterio regale di potenza e, il secondo condannato lo riconosce, in questo modo va verso il compimento del Regno: “Gesù, ricordati di me quando andrai verso il tuo regno”.

Ora questo criterio lo vediamo messo in pratica nella resistenza alla “Tentazione” che accompagnò Gesù durante tutto il suo percorso: per tre volte, come nelle tre tentazioni (Lc. 4, 13: Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato – allora, Gesù aveva rifiutato la tentazione della forza del potere, ora è di nuovo tentato di abbandonare la forza della non violenza, la forza del servizio e dell'amore), chi interviene gli fa la medesima proposta di allora: SALVA TE STESSO! SALVA TE STESSO! SALVA TE STESSO!

Evidentemente questo è il criterio che soggiace ad ogni forma di potere mondano!

Il regno di Dio, obbedisce invece ad un altro parametro:

OFFRI TE STESSO – DONA TE STESSO

È per questo che, come sempre, si trova a condividere la sorte degli esclusi.

Uno di loro comprende la via di Gesù. Comprende la logica del regno: l’amore capace di farsi compagnia con gli ultimi, con i condannati e gli esclusi.


Il ladrone riconosce a Gesù la sua signoria: Ricordati di me quando andrai verso il tuo regno.

La risposta di Gesù corrisponde ad un’accoglienza immediata: Oggi. (Lc. 4,21: Allora cominciò a dire loro: Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato – Lc. 19,9: “Gesù gli rispose: Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo”). Fin da adesso è possibile la novità e dà una risposta che qualifica il ladrone come discepolo.

A questa categoria di discepoli Gesù aveva detto in precedenza: Voi siete quelli che avete perseverato con me.


Salmo 121

Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!


È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge d’Israele,

per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide.


Al ladrone ora dice: Oggi tu sarai con me!


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