Ricordiamo, O Signore, davanti a te
Continuano i razzi da Gaza verso il sud di Israele e gli attacchi dell'aviazione israeliana contro obiettivi della Jihad islamica nell'enclave palestinese. Gli sforzi di mediazione in campo tra Israele e Gaza non hanno ancora raggiunto alcun risultato. Il ministero della sanità di Gaza ha fornito un bilancio aggiornato delle vittime palestinesi in due giorni di attacchi israeliani. I morti sono 20, di cui 4 donne e 5 minorenni. I feriti, secondo il ministero, sono 42.
Sarebbe di 4 morti, tra cui l'attentatore, e nove feriti il bilancio dell'attacco sferrato contro la sinagoga di Ghriba, sull'isola di Djerba, in Tunisia, dove era in corso un rito durante un pellegrinaggio a cui partecipavano anche numerosi stranieri.
Il numero di sfollati interni in fuga dalle violenze scoppiate in Sudan è raddoppiato nel corso dell'ultima settimana. Il totale degli sfollati interni dal 15 aprile 2023, quando sono scoppiati gli scontri è salito ad oltre 700.000.
Inondazioni senza precedenti in diversi villaggi nella provincia del Sud Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo in seguito alle piogge torrenziali. Sale il bilancio delle vittime, i sopravvissuti hanno bisogno di assistenza immediata.
Nigeria. "Quindici corpi, 13 bambine e due bambini, sono stati recuperati dalle squadre di soccorso locali e sepolti nel villaggio". I bambini stavano andando a raccogliere legna nei boschi sull'altra sponda del fiume Shagari quando la loro barca che era sovraccarica si è rovesciata.
Gli studenti di Milano e Roma, e ora anche di altre città, si stanno accampando davanti alle Università per chiedere di ascoltare le difficoltà enormi di intere generazioni a trovare un alloggio dignitoso a costi ragionevoli.
Carceri. Due detenuti, entrambi ristretti nel carcere di Augusta nel Siracusano, sono deceduti in ospedale a distanza di un mese l'uno dall'altro per le conseguenze di uno sciopero della fame. Il primo a perdere la vita è stato un siciliano, spirato ad aprile; l'altro è un russo, il cui cuore ha smesso di battere il 9 maggio.
La
missione Onu in Afghanistan, nel suo rapporto sulle punizioni
corporali e la pena di morte pubblicato, ha reso noto che "274
uomini, 58 donne e due ragazzi sono stati fustigati pubblicamente
negli ultimi sei mesi" dai talebani afghani.
Continua
a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison
Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza
I leader del sud-est asiatico membri dell'Asean si sono riuniti a Labuan Bajo, in Indonesia, per tentare di creare una finestra di dialogo e un corridoio di aiuti umanitari in Birmania.
«Posso annunciare oggi che i giudici indipendenti della Corte penale internazionale hanno emesso i quattro mandati d’arresto». Le parole del procuratore internazionale Karim Khan segnano un salto in avanti nelle inchieste per crimini contro i diritti umani in Libia.
È scaduto il termine di validità di "Titolo 42", una misura di salute pubblica utilizzata per più di tre anni per bloccare le richieste di asilo alla frontiera meridionale degli Stati Uniti. Così Medici senza Frontiere ricorda che si è trattato di una “politica utilizzata per permettere l’espulsione di oltre 2,8 milioni di persone dagli Stati Uniti verso le città lungo il confine tra Stati Uniti e Messico e che ha causato una catastrofe umanitaria per i migranti in cerca di sicurezza e di una vita migliore negli Stati Uniti.
La Conferenza degli istituti missionari in Italia, Cimi, prese vita nel 1972 con lo scopo di mettere insieme le realtà religiose caratterizzate da un carisma missionario ad Gentes e diffondere la conoscenza del lavoro della Chiesa nelle sue terre di “frontiera”. Oggi è costituita da 14 Istituti e giovedì, per onorare il suo mezzo secolo di attività, i suoi rappresentanti sono stati ricevuta in udienza dal Papa.
Ai partecipanti al convegno internazionale “Pace tra le genti. A 60 anni dalla Pacem in Terris”, papa Francesco ha inviato un messaggio significativo. L’appuntamento, in programma giovedì e venerdì, è stato promosso dalla Pontificia Università Lateranense e dal Dicastero per lo sviluppo umano integrale. «Mai la guerra ha saputo guidare il cammino degli esseri umani nella storia» ha scritto il Pontefice, richiamando poi l’insegnamento di Giovanni XXIII: «La pace significa, anzitutto, l’impegno a strutturare una politica ispirata a valori autenticamente umani che l’enciclica riassume nella verità, nella giustizia, nell’amore e nella libertà».
Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo
Continua, Signore Gesù Cristo, a pregare perché il Padre ci mandi lo Spirito: senza di lui è buia la mente e non esiste gioia. Signore, donaci sempre il tuo Spirito. Amen
At 8,5-8.14-17 1Pt 3,15-18
Gv 14,15-21
15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre,
17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.
18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.
19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.
20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.
21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
***
Questo breve testo, appartenendo ai discorsi di saluto di Gesù prima della sua passione e morte, ha le caratteristiche di un testamento spirituale. Al momento del congedo si consegnano ai propri cari e agli amici le cose che davvero contano.
Se Gesù fosse un caposcuola porrebbe nelle mani dei discepoli i testi fondamentali che riguardano i principi del suo pensiero e le linee programmatiche della sua azione. Nelle parole di Gesù, invece, non c’è posto per dichiarazioni di ordine dottrinale, morale, giuridico e quant’altro.
Il brano apre con un esplicito richiamo all’amore: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. E chiude con “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama”. Tre parole da approfondire: comandamenti – osservare –amare.
All'interno di questa sequenza sta il gioco d'amore i cui soggetti sono Gesù, i suoi, il Padre.
Il tema dell’amore attraversa ed unisce tutto il testo.
L’amore di cui parliamo però, non rimane nel vago del mondo emotivo e nemmeno suggerisce indicazioni moralistiche.
L'amore per Gesù, come ogni relazione di amore e amicizia, benché le due dimensioni della relazione non siano uguali, è vivere l'altro dentro di sé, come una madre ama la creatura che porta in grembo...” le mie parole in voi”. L'amore per l'umanità, al modo di Gesù, non si esaurisce in un generico sentimento filantropico, è vivere dentro noi stessi l'umanità; è amore di contatto.
Nel brano di oggi implica un OSSERVARE I COMANDAMENTI. Che significa dal momento che nel modo di sentire comune l'amore non combacia con l'esecuzione di un ordine?
Occorre distinguere tra osservare ed eseguire. Osservare significa custodire con cura un vissuto o un'esperienza come qualcosa che investe la propria esistenza. Le parole comandamento/i più che di doveri hanno il significato di istruzioni, indicazioni. Nel caso di Gesù i suoi “comandamenti” sono le sue parole ed opere che “rimbalzano” nell'intimo del nostro vissuto: il suo amore verso gli altri, l'amore che diventa servizio agli altri (lavanda dei piedi) - “Amatevi come io vi ho amati” rimbalza in noi. L'amore che Gesù chiede per sé è quello che lui ha declinato per gli altri. Quindi, nel caso di noi discepoli/e, l'osservare è un lasciare spazio nell'intimo della nostra esistenza perché la sua vicenda si manifesti. Un consentire alle parole di Gesù di diventare vita in noi.
Possiamo dire che in questo momento solenne di commiato, i discepoli e le discepole non ricevono da Gesù la consegna di una religione con il suo apparato di dottrina, di principii, di regole morali, di istituzione, di gerarchia e quant'altro. Ricevono la consegna della sua esperienza da far rivivere in loro.
I cristiani di Efeso, di Antiochia o di Siria a cui l'evangelista si rivolgeva con il suo racconto evangelico si domandavano che cosa li legasse al Signore Gesù:
Una quota associativa?
Una scuola di pensiero?
Un programma politico religioso?
La realizzazione di progetti di solidarietà?
La promozione di iniziative civiche?...
Giovanni rispondeva: l’amore che dà vita alle sue parole (comandamenti – parole e azioni – la sua vicenda) dentro di noi è ciò che ci lega a Gesù.
L'amore leale per l'umanità che Gesù ha vissuto fino alla fine, fino all'estremo, è così lontano dalla logica mondana che questa non lo può accogliere dentro di sé; non ne può fare l'esperienza (non può conoscere). Il mondo conosce solo potere e dominio. Occorre precisare che il mondo di cui parla Giovanni nel suo vangelo non è l'umanità e nemmeno la realtà del cosmo, è invece un modo di pensare e di stare nel mondo; è una mentalità, la mentalità di dominio e di potere. In questo senso, frequentemente il mondo così inteso lo incontriamo in personaggi dell'istituzione religiosa. Il mondo come mentalità non lo riscontriamo solo nei sistemi istituzionali e/o politici ma può occupare anche il nostro cuore.
Questo tipo di mondo non può fare esperienza (conoscere) di Gesù, né del Padre.
La presenza invece di Gesù, attraverso l'amore e il servizio reciproco è qualcosa che fa vivere la comunità e Gesù nella comunità: io vivo e anche voi vivrete.
Questo perché ciò che avviene in Gesù (il Padre in me) è in perfetta corrispondenza con ciò che avviene nei discepoli (io in voi)
E più ancora:
Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi
Comprendiamo che Giovanni, come in dissolvenza, si rivolge alle future generazioni cristiane, quali siamo noi, che viviamo di fede nel Signore crocifisso e risorto a prescindere dalla sua fisicità, e tuttavia lo confessiamo vivente cercando di incarnare le sue parole nella nostra vita.
Gesù è ben consapevole che questo può rappresentare una difficoltà per la comunità cristiana, difficoltà che la può condurre fino alla crisi. È per questo che promettendoci il suo stesso Spirito in noi, lo chiama consolatore (paraclito), colui che sta vicino, colui che entra in difesa, che conferma soprattutto nei momenti in cui ci si sente vacillare.
L’orfano è colui che nella difficoltà si trova senza nessuno. Un genitore accanto a te fa solo il genitore. la Presenza non è la soluzione dei problemi, non si sostituisce a te. Lui c’è e tu ti senti forte.
Paraclito: colui che ti parla da vicino, appunto, come fa l'avvocato difensore durante il dibattimento processuale. Egli è vicino a chi si trova in difficoltà nel far vivere dentro di sé la consegna ricevuta dal suo Signore. Lo Spirito -Respiro - Alito conferma la verità del Cristo nella nostra vita quando entriamo in crisi per qualsiasi ragione. Lo Spirito (il respiro...ciò che è più intimo di Gesù) agisce in noi perché custodiamo con cura (osserviamo) l'amorevolezza delle sue parole (comandamenti) che s'imprimono (che rimbalzano) nell'intimo del nostro esistere.
Salmo 65
Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!
A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.