Meditazione domenica XXIVa A - Monastero del Bene Comune

NEWS

Home Top Ad

Post Top Ad

sabato 16 settembre 2023

Meditazione domenica XXIVa A

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Candele e silenzio in ricordo di tutti i morti nel Mediterraneo: si è conclusa così la giornata di lutto cittadino indetta dal sindaco di Lampedusa dopo la morte di una neonata di cinque mesi annegata nel ribaltamento di un’imbarcazione appena prima delle operazioni di salvataggio.

Sempre più critica la situazione del lago Titicaca sulla catena delle Ande tra Perù e Bolivia, culla degli Inca, e considerato uno degli specchi d'acqua più grandi del Sud America. L'abbassamento del livello dell'acqua ha raggiunto l'allarmante calo di 59 centimetri e la situazione tende al peggioramento. 

Almeno 177 attivisti ambientali sono stati assassinati nel 2022 in tutto il mondo, una sessantina dei quali in Colombia.

Scontri con la polizia e incendi dolosi si sono verificati a Santiago del Cile durante una marcia per commemorare le vittime della dittatura militare di Augusto Pinochet.

 Le organizzazioni umanitarie lanciano l'allarme per il crescente rischio di diffusione di malattie dopo che le inondazioni hanno causato migliaia di morti e dispersi nella Libia orientale, dove le speranze di trovare sopravvissuti si sono ormai affievolite a sei giorni dal disastro. La tempesta ha causato la morte di oltre 5.000 persone, mentre altre centinaia risultano ancora disperse. Almeno 30.000 sfollati interni. quasi 300.000 bambini sono stati esposti alla tempesta.

Un giovane attivista curdo, è stato ucciso dalle forze di sicurezza dopo avere gridato slogan anti governativi per la strada e avere invitato la popolazione a commemorare Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta il 16 settembre del 2022 dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La Celebrazione Nazionale della 18ª Giornata per la Custodia del Creato. Ieri a Verona si è svolto presso il Salone dei Vescovi il seminario di apertura della Giornata del Creato intitolata "Che scorrano la giustizia e la pace". Sono intervenuti il Vescovo di Verona, Athenagoras Fasiolo vescovo di Terme, Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Andrea Riccardi storico della Comunità di Sant'Egidio.

Patagonia cilena, dove l’acqua è un bene privatizzato. Si è svolta ad Aysén, in Cile, la Settimana sociale 2023: al centro dell’evento c’è la lettera pastorale del 2008 “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana” di monsignor Della Mora, vicario apostolico del luogo, che spiega l’urgenza di mettere fine agli sprechi della società consumistica, in Patagonia come nel resto del mondo.

Gianfranco Morino, medico chirurgo e co-fondatore di World-Friends, organizzazione non governativa che dal 2001 è a fianco dei più fragili nella megalopoli capitale del Kenya ha dichiarato in un'intervista ai media vaticani: “L’ospedale Ruaraka Uhai Neema Hospital, la cui prima pietra è stata posta nel 2007, anche grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana. è arrivato a compimento di un lungo cammino, in particolare nelle periferie fatte di baracche che circondano la parte nord-orientale della città.

“L’eredità di padre Puglisi è aver creato una comunità e averle fatto capire che affidarsi alla mano mafiosa non era una scelta obbligata ma c’era un’alternativa. Ecco perché la mafia si è impaurita di questo piccolo prete di Brancaccio”. Così Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro, ricorda don Pino Puglisi, il primo martire della Chiesa cattolica a essere stato ucciso dalla mafia, il 15 settembre del 1993. 

La tela di pace che il cardinale Matteo Zuppi sta pazientemente tessendo da più di due mesi a questa parte comincia a dare i propri frutti. Ne sono prova, all’indomani della tappa a Pechino (per l’andamento della quale filtra ampia soddisfazione da parte vaticana), le dichiarazioni di ieri del ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov. «L’inviato del Papa per l’Ucraina ha in programma un viaggio a Mosca», ha detto. E le autorità russe sono «pronte» a parlare con lui.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Con il tuo Servo Gesù, ti chiediamo, o Padre, di sostenerci affinché nessuno più condanni nessuno; che nessuno giudichi un fratello. Che non ci siano più vendette sulla terra o fratelli che si offendono. Ogni volta che diciamo la sola preghiera che Gesù ci ha insegnato, nessuno si scavi da se stesso la fossa. Te lo chiediamo per Gesù, nostro fratello e Signore. Amen


Sir 27,33-28,9 Rm 14, 7-9

Mt 18, 21-35

21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23 Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24 Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25 Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26 Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». 27 Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: «Restituisci quello che devi!». 29 Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò». 30 Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31 Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33 Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?». 34 Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

***


Questa parte del vangelo di Matteo è dedicata alle relazioni tra discepoli e discepole nella comunità del vangelo. In realtà, questo aspetto ecclesiale, nella prospettiva di Gesù, diventa la manifestazione concreta del Regno di Dio. La comunità Chiesa, non è il Regno di Dio, cioè la pienezza di come dovrebbero andare le cose secondo Dio, ma nei fratelli e sorelle che ne accolgono l'annuncio, il Regno si manifesta attraverso la qualità delle loro relazioni.

L'insieme di questo capitolo, detto discorso ecclesiologico, ci permette di comprendere che il primo segno del Regno di Dio che si compie nei cuori è la fraternità tra le persone.

La parte che precede il nostro testo, quella che indicava i differenti tentativi di recuperare coloro che sbagliano, si concludeva con la parabola sintetica della pecorella smarrita. Vale a dire un'indicazione parabolica del modo di agire del Padre il quale non vuole che si perda neppure uno dei piccoli. La vita fraterna dunque, è tutta impegnata a manifestare l'azione e la presenza di Dio (Regno di Dio), nella cura e nel recupero dei piccoli (= il fratello che pecca).


Qui, nella seconda parte del capitolo (il nostro brano), la questione si fa ancora più acuta: come manifestare il Regno di Dio nelle relazioni quando queste sono segnate dall'offesa (mio fratello che pecca contro di me)?

La realtà fotografata nella comunità cristiana è quella di fratelli che agiscono male, che si comportano male gli uni verso gli altri.

Direi che questo è il dato più interessante da considerare; anche più dei processi di recupero e di perdono. Le comunità del vangelo non sono caratterizzate dalla presenza di persone in gamba, ma assai malconce sia sotto il profilo morale che relazionale. Eppure il Regno di Dio mette radici in questo terreno!

Veniamo alla sostanza della parabola. In un primo momento, le parole di Gesù sembrano far cadere l'accento sul dovere del perdono reciproco: ...settanta volte sette. Ciò che invece emerge dalla drammatizzazione della parabola è che l'agire secondo il criterio di merito non fa assolutamente parte dell'agire di Dio.

La narrazione si apre con la richiesta del re che richiedeva al servo i diecimila talenti imprestati. Volutamente il racconto mette in scena una situazione di una sproporzione semplicemente assurda. Diecimila talenti sono molto, molto di più di un bilancio dello stato. Come è possibile che siano stati dati in prestito ad un servo? Impossibile. In ogni caso, se anche ciò fosse accaduto, è fin troppo evidente che nel momento in cui il re consegna quella cifra, è perfettamente conscio che mai e poi mai le sarebbe ritornata. La logica del regno è solo il dono di cui il perdono ne è l'espressione in quanto dono che in assoluto prescinde dal merito. Dio ama perché ama, non con un secondo fine oltre l'amore. Il vangelo chiama questo atteggiamento com-passione. È la com-passione non il merito che regola le relazioni del regno. I regni di questo mondo sono invece regolati dal dovere, dal dare e avere, dalla coercizione che rende efficaci i doveri ecc. Non così il Padre.

Nella preghiera del Padre Nostro sono poste in stretta relazione sia la richiesta del venga il regno come quella del perdono perché a sua volta è condiviso con altri. Infatti Il focus della parabola si concentra in quell'espressione: Non dovevi forse aver com-passione anche tu come io ne ho avuto per te?

Stando alla legge del regno mondano, benché i cento denari ( 3 mesi di lavoro) non fossero paragonabili ai 10 mila talenti, nessuno lo avrebbe obbligato ad attenersi al comportamento generoso del suo padrone, ma se invece il servo è un discepolo del regno, il suo criterio di azione e di relazione con il prossimo non sarà più quello meritocratico ma del dono.

Emerge qui un'idea nuova di giustizia: non più ciò che uno merita, ma ciò di cui uno ha bisogno.

Nella comunità del vangelo non funziona il premio per il migliore, ma una cura particolare per chi è più immaturo, meno adeguato, più difficile, in una parola, più in difficoltà sotto tutti i punti di vista. E tutto ciò nella piena consapevolezza che tutti, chi per un verso e chi per un altro, non siamo gente in gamba, ma persone sempre in deficit con il conto dell'amore sempre aperto.


Salmo 102

Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,

guarisce tutte le tue infermità,

salva dalla fossa la tua vita,

ti circonda di bontà e misericordia.

Non è in lite per sempre,

non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati

e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,

così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;

quanto dista l’oriente dall’occidente,

così egli allontana da noi le nostre colpe.


Post Bottom Ad

Pages