Meditazione domenica XXIIIa A - Monastero del Bene Comune

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sabato 16 settembre 2023

Meditazione domenica XXIIIa A

 

Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Lo scorso anno quasi 2 milioni i bimbi sfollati nell'Africa subsahariana. Prevenzione, preparazione, supporto e ripresa dai disastri climatici per proteggere i più piccoli nelle emergenze: è ciò che chiede l'ong Save the children ai leader globali in occasione del primo vertice sul clima nel continente in corso fino dall’8 settembre a Nairobi. La Nigeria al primo posto con il più alto numero di sfollati interni, seguita dalla Somalia.

Terremoto in Marocco, oltre mille morti: crollati diversi edifici storici. L’epicentro è stato localizzato nella zona di Marrakech ad una profondità di dieci chilometri. I feriti sono più di 1200.

Continua a salire il bilancio delle vittime del ciclone extratropicale che si è abbattuto domenica scorsa sullo Stato brasiliano di Rio Grande do Sul: sono 38 finora i morti confermati.

Migliaia di manifestanti sono tornati a protestare a Panama contro un progetto che prevede l'estensione dell'esplorazione nella più grande miniera di rame dell'America centrale. La dimostrazione è stata la più numerosa finora, con circa tremila partecipanti, e si è conclusa con tafferugli con la polizia.

Sessantaquattro persone, tra cui 49 civili e 15 soldati, sono state uccise in due attacchi "terroristici" rivendicati da un gruppo affiliato ad al Qaeda che hanno preso di mira una nave passeggeri e una base dell'esercito nel nord del Mali.

Numerosi insediamenti di senzatetto sono stati sgomberati con blitz notturni, e migliaia di abitazioni precarie demolite a Delhi nel quadro degli impressionanti interventi di abbellimento della capitale indiana, che si prepara a ricevere i delegati del summit G20.

Il potente tifone Haikui ha toccato terra oggi a Taiwan. Nelle ultime ore circa 2.800 persone sono state evacuate.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Il Signore non cerca il centro del palcoscenico, ma il cuore semplice di chi lo desidera e lo ama senza apparire, senza voler svettare sugli altri”. Lo ha detto il Papa, ripercorrendo, nell’udienza in piazza San Pietro, le tappe del suo recente viaggio in Mongolia. “Ho avuto la grazia di incontrare in Mongolia una Chiesa umile e lieta, che è nel cuore di Dio, e posso testimoniarvi la loro gioia nel trovarsi per alcuni giorni anche al centro della Chiesa”, il ritratto del popolo mongolo, definito “un popolo nobile e saggio, che mi ha dimostrato tanta cordialità e affetto”.

Sono partiti ieri da Lecco per arrivare a Milano lungo il Sentiero di Leonardo. A percorrere rigorosamente a piedi circa 80 chilometri di questo cammino, diviso in 5 tappe, un gruppo di 14 ragazzi ciechi, ipovedenti e normovedenti per vivere, tutti insieme un’avventura di indubbio valore formativo, sociale e culturale partendo da un semplice assunto: la natura e l’attività fisica possono rappresentare gli ingredienti giusti per sentirsi accolti a valorizzati per le proprie caratteristiche, qualunque esse siano.

Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Il messaggio del papa: trasformiamo i nostri stili di vita e le politiche pubbliche

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo



Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso”. Così è scritto.

Uno è il Padre di tutti, che è al di sopra di tutti e agisce per mezzo di tutti”. Così è scritto. Signore, che nessuno al mondo abbia mai a rispondere come Caino: “Sono forse io il custode di mio fratello?”. Amen

Ez. 33, 7-9 Rm. 13, 8-10

Mt. 18, 15-20


Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

***


Ezechiele è il profeta che aiuta la sua gente a maturare il senso di responsabilità personale verso tutti. Ognuno è si responsabile delle sue azioni, tuttavia, nessuno può considerarsi indifferente riguardo le scelte e il comportamento altrui. Potremmo sintetizzare il messaggio della prima lettura nello slogan caro alla scuola di don Milani a Barbiana: y care – mi sta a cuore. Qui è l'altro come persona a starmi a cuore: “tu mi stai a cuore”.

La Parola di oggi ci educa ad atteggiamenti di vita opposti a quelli di Caino. La Bibbia si apre con un interrogativo: “Adamo dove sei?” (uomo dove sei – a che punto sei della tua vita – dove ti trovi – in che modo vivi la relazione con me? - cfr. Martin Buber ne “Il Cammino dell'Uomo”)

Come sappiamo, a questa domanda se ne aggiunge un'altra che rappresenta l’altra faccia della stessa medaglia: “Dov’è tuo fratello?”. Conosciamo molto bene la risposta di Caino: “Sono io il custode di mio fratello?”.

Ognuno pensi a se stesso. Nessuno s’impicci degli affari degli altri. Ciò che più conta è la tua vita, il tuo domani, i tuoi possessi. Chi si fa i fatti propri, è una personcina per bene.

Questo modo di pensare, per la Bibbia invece, è la radice della violenza omicida!

Il testo di Ezechiele reagisce: Certo che sei custode di tuo fratello! Tu sei sentinella per lui. Certo, il linguaggio del profeta è quello che è: “Quando dico all’empio tu devi morire, se tu non parli per ridestare l’empio dalla sua condotta ecc.” In buona sostanza significa che la responsabilità verso gli altri, persino delle loro scelte sbagliate, ci riguarda da vicino.

Il brano del Vangelo vuole in qualche modo annunciare che il regno di Dio, ossia la presenza e l’azione di Dio nella vita delle persone, al di là delle belle parole, passa attraverso le relazioni.

Siamo insieme per diventare fratelli e sorelle. Se tuo fratello pecca, riprendi tuo fratello…Riprendi tuo fratello. Tanto a dire che il nostro destino consiste nel ritornare continuamente alla fraternità: Riprendi tuo fratello. È molto forte questo verbo “ri-prendi”, ovvero prenditene carico di nuovo di lui...

Paolo, nella seconda lettura afferma: “non abbiate nessun debito se non quello di amarvi gli uni gli altri”. COME DIRE: Questa è la vostra vocazione, la vostra ragion d’essere, il vostro scopo.

La sequenza dei vari tentativi, al di là di una prassi specifica significativa delle Comunità antiche per dirimere eventuali contenziosi, sta ad indicare che dobbiamo fare tutto il possibile per ritrovare l’altro proprio sul terreno della sua debolezza: la relazione - “Se pecca contro di te”.

Se poi, dopo diversi tentativi, le cose non cambiano, “sia per te un pubblicano e un pagano”.

In un primo momento, questa affermazione sembra una dichiarazione di scomunica.

In realtà, il criterio ultimo va ricercato nello stesso modo di agire di Gesù. Come agiva dunque Gesù nei confronti dei pubblicani e dei pagani, dal momento che dice: “Sia per te come un pubblicano e un pagano”? Allontanandoli severamente, oppure accogliendoli con un amore ed una comprensione maggiori?

Ebbene, le parole del Signore ci dicono che, dopo aver tentato le vie normali per recuperare alla fraternità l'altro che ha rotto la relazione, se i tentativi non funzionano, mettete in campo un amore più grande, un amore che diventa capace di ri-prendere ancora una volta il cammino dall’inizio.

Questo “lavoro” ci compete, ci viene affidato. Gesù coltiva la fiducia che la Comunità cristiana ne sarà all’altezza. Come un sovrano consegna le chiavi del potere al suo primo ministro perché di lui ha fiducia, così anche verso di noi ci ritiene capaci di sciogliere i nodi delle relazioni disturbate e/o rovinate. Quel parallelismo antitetico “quanto legate sulla terra sarà legato in cielo e quanto sciogliete sulla terra sarà sciolto in cielo” è una tipica espressione della poetica dell'antico Vicino Oriente, non si tratta di un potere dispotico e arbitrario affidato ai discepoli, come se in loro risiedesse l'autorità di definire chi è nella verità e chi ne è fuori, quell'affermazione sta per: “Tocca a voi sciogliere i nodi perché se non fate voi il lavoro di ricomporre le relazioni, nessuno lo può fare al posto vostro! - E quand’anche vi sembrasse impossibile, sappiate che se pregate, ovvero se imparate a vedere gli altri alla luce di Dio, con il cuore di Dio, allora il cambiamento accadrà, io stesso sono presente ed agisco in questo lavoro”.

“...Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.

Si parla di assemblea e di riunione “due o tre riuniti”. In realtà il cuore di tutto il discorso è ecclesiologico – comunitario. Il recupero dei fratelli o il perdono che i discepoli riescono ad accordarsi sono solo una conseguenza di una comunità il cui centro di vita è vivere di Gesù, in contatto con lui e la sua parola. Credo che il pensiero di Mt. riguardo a queste cose sia stato chiaramente orientato alla comunità- ekklesia nella sua espressione liturgica, ovvero la comunità dell’ascolto e della fractio panis. È difficile infatti che il Nuovo Testamento parli di assemblea o riunione senza riferirsi al momento della Santa Cena, ovvero dell'eucaristia. Ci sarebbe quindi da chiedersi, non solo se nelle nostre comunità viviamo o meno buone e significative relazioni di comunione fraterna, ma se l’eucaristia, la preghiera e la nostra adesione al Signore alimentano le nostre relazioni. Se, in altre parole, l’incontro con il Signore è generativo di vita rinnovata o rimane staccato dal resto della quotidianità e dalle relazioni con gli altri, soprattutto con coloro con cui abbiamo delle difficoltà.


Dal salmo 94

Venite, cantiamo al Signore,

acclamiamo la roccia della nostra salvezza.

Accostiamoci a lui per rendergli grazie,

a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostrati, adoriamo,

in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.

È lui il nostro Dio

e noi il popolo del suo pascolo,

il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!

«Non indurite il cuore come a Merìba,

come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri:

mi misero alla prova

pur avendo visto le mie opere».

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