Meditazione VIa Domenica di Pasqua B - Monastero del Bene Comune

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sabato 4 maggio 2024

Meditazione VIa Domenica di Pasqua B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Haiti. Le bande armate sono tornate in azione nella capitale, Port-au-Prince con la politica del terrore. Sullo sfondo violenti piogge che, negli ultimi giorni, hanno provocato vittime e danni. 

Sud Africa, assassinato a Pretoria un sacerdote stimmatino. Padre Paul Tatu, 45 anni, originario del Lesotho, sarebbe stato freddato dopo essere stato costretto a salire su un'auto, forse perché aveva assistito a un femminicidio.

È salito ad almeno 50 il numero di morti causati dall'ondata di maltempo che si è abbattuta sullo stato brasiliano di Rio Grande do Sul nell'ultima settimana. I violenti temporali hanno causato frane, smottamenti ma soprattutto allagamenti.

Almeno quarantadue persone sono rimaste uccise a causa dello scoppio di una diga in una città a nord di Nairobi: Ci sono ancora molte persone sepolte nel fango, si sta lavorando per il loro recupero.

In Africa australe è in corso una grave siccità che gli esperti dicono causata principalmente dal fenomeno climatico El Niño. Sono minacciati i raccolti ed è in corso una carestia che affligge gran parte della popolazione, ma anche gli animali ne subiscono gravissime conseguenze. Branchi di ippopotami rischiano di morire di sete e di caldo in Botswana perchè restano intrappolati nel pantano dove prima c'era l'acqua.

Secondo il Fondo Onu per l'infanzia (Unicef), il conflitto nel sud del Libano tra Hezbollah e Israele ha costretto circa 30mila tra bambini e ragazzi ad abbandonare le loro case assieme alle loro famiglie. In tutto, secondo Unicef, i civili sfollati in Libano sono 90mila dopo più di sei mesi di conflitto armato.

Un'intensa siccità ha colpito il sud del Vietnam ad aprile, quando le temperature sono salite fino a quasi 40 gradi lasciando anche gli agricoltori in difficoltà per mantenere in vita i loro raccolti.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Dopo l’innesco negli Stati Uniti a metà aprile, sta attecchendo in profondità pure in Europa l’ondata di proteste universitarie in segno di solidarietà verso i civili palestinesi e per la fine dell’offensiva israeliana.

L'Unesco ha assegnato il premio mondiale per la libertà di stampa a tutti i giornalisti palestinesi che seguono la guerra a Gaza, dove Israele sta combattendo contro Hamas da oltre sei mesi. "In questi tempi di oscurità e disperazione, desideriamo condividere un forte messaggio di solidarietà e riconoscimento ai giornalisti palestinesi che stanno coprendo questa crisi in circostanze così drammatiche". "Come umanità, abbiamo un enorme debito nei confronti del loro coraggio e del loro impegno per la libertà di espressione.

L'appello del Papa: "basta investire nelle armi, è terribile guadagnare dalla morte". “Purtroppo oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi”. A lanciare l’ennesimo appello contro la guerra e, in particolare, contro l’industria delle armi, che genera guadagni costruendo strumenti di morte è stato papa Francesco al termine della consueta udienza generale del mercoledì.

Primo Maggio. Nel corso della sua visita allo stabilimento Assolac-Granarolo a Castrovillari Mattarella ricorda che "il lavoro non è una merce. Ha un valore nel mercato dei beni e degli scambi. Anzi, ne è elemento essenziale, perché senza l'apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità. Ma proprio la connessione con la realizzazione della personalità umana conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico; lo rende elemento costitutivo del destino comune".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a

disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…

Signore Dio di amore, che ci cerchi continuamente, e trovi in noi la bellezza profonda dell'amicizia con te, concedici di trovare in te la fonte della speranza e della gioia. Sii tu benedetto nei secoli. Amen



Atti 10, 25-27. 34-35. 44-48 1Gv 4, 7-10;

Gv. 15, 9-18


Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».


***


Il brano è la continuazione della similitudine della vite e i tralci (Gv 15, 1-8) per mezzo della quale Gesù rendeva esplicito il tipo di relazione che intercorre tra lui e i suoi discepoli. In essa, il verbo di sintesi è rimanere in Gesù; fare uno con lui. Vale a dire la consegna che ha ricevuto dal Padre, cioè compromettersi fino in fondo per la causa dell’umanità. Tale modo di vivere è chiamato da Giovanni “amare fino a dare la vita”. In altre parole, per il Padre e quindi anche per Gesù, davanti a tutto viene l’umanità.

Non il tempio – non il culto – non il sabato – non l’istituzione – non la dottrina – non la gerarchia – non l’identità culturale …ma l’umanità: i poveri, i lontani e gli allontanati, quelli che sono considerati peccatori, le donne, gli esclusi/e

Di fronte alla questione umanità, Gesù abbandona ogni atteggiamento strumentale. Il suo è un amore leale perché Dio, il Padre, che come dice la seconda lettura, appunto, è amore, ama senza secondi fini.

Non si ama l’altro perché passi dalla nostra parte e magari entri a far parte della nostra religione; non si amano le persone perché così ci sentiamo buoni…perché in questo modo si accresce la nostra reputazione…perché così guadagno consensi…e alla fine ci meritiamo di andare in paradiso.

Dio ama tutti perché ognuno di noi per lui è importante. Gesù, come il Padre, ama l’umanità di amore leale, ossia non in vista di un ritorno. Egli dà la vita, compromette la sua vita. mette in perdita la sua vita. È questo il sentire profondo nel quale Gesù chiede di rimanere.

Osservare i comandamenti, o il comandamento, significa quindi custodire con cura (ob-servare) la preziosità di parole (comandamenti) che muovono dentro.

Si tratta di accogliere, prima di tutto in noi, i profondi atteggiamenti del Signore fino a condividerli da amici:

- “Non vi chiamo più servi ma amici perché sapete…”. Perché voi pure “rimanete” in questo orizzonte delle parole che il Padre mi ha dato in consegna. Ed è nella partecipazione a questa causa, a questa proposta che troverete senso e pienezza: “Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

L’autore della seconda lettura dice che in questo orizzonte di sensibilità per gli altri è contenuta nientemeno che la stessa esperienza di Dio: “Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio”. Essere dalla parte dell’uomo, permettere all’altro di abitare i sentimenti e le scelte che emergono dalla coscienza, sentire nell’animo il movimento di compassione, consentire alla sensibilità umana di partecipare alle gioie e ai dolori, alle speranze e alle angosce della gente…questo è l’amore di cui parla il Vangelo. Questo amore capace di compromettersi e di implicarsi non si esaurisce in un’emozione momentanea. Inoltre, questa qualità dell’amore per i discepoli del Signore non è facoltativa, è un comando, ovvero una parola che raccoglie ciò che Dio desidera. Dio vuole che le persone si considerino fratelli e sorelle perché lui è Padre. Questo lui vuole! Respingere i barconi pieni di uomini e donne nel mare della disperazione, magari per difesa di un’identità religiosa cristiana, è contro Dio! Ed è peccato rimanere acquiescenti!

Il racconto di Atti degli Apostoli della prima lettura rappresenta un’autentica messa in pratica del comandamento dell’amore. Pietro e Cornelio, un pagano, non sono solo due personaggi, rappresentano due mondi, due orizzonti di vita separati e, almeno da parte di quella tradizione da cui proviene Pietro, a questa separazione contribuiva non poco la religione. Due uomini, due mondi, due esperienze di vita, separati in nome di Dio.

Tuttavia, entrambi maturano una certa comprensione delle cose, è loro data una visione: una visione l’uno e una visione l’altro. Dio ha manifestato loro qualcosa che va ben oltre gli stereotipi delle religioni. Qui il testo parla degli esiti di questa manifestazione. Comprendono che la reciproca distanza-separazione risulta incompatibile per Dio. Allora Pietro si reca a casa di Cornelio e Cornelio si muove verso Pietro.

Per Cornelio, Pietro è un “uomo religioso”, crede di doversi avvicinare a lui con di deferenza: “…si prostrò davanti a lui”. Ma Pietro, proprio in quanto consapevole di essere porta parola testimone del Cristo, esce con due significative affermazioni:

  • anch’io sono un uomo come te”

  • Dio non fa differenza di persone”.

L’uomo di Dio, il porta parola del Vangelo, di fronte ad un pagano afferma: “Io sono un uomo come te!”. Possiamo ritenere che in queste due affermazioni si realizza il desiderio di Dio. Il comandamento dell’amore si compie quando ognuno riconosce dentro di sé l’umanità dell’altro e la onora con cura.


Salmo 97

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

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