In un Paese senza timoniere, la manovra assesta alla famiglia colpi micidiali.
Eppure, le indicazioni su alternative fiscali, come una tassa sui grandi patrimoni, non mancano. Di “tesoretti” intoccabili ve ne sono tanti. A cominciare dai centoventi miliardi annui di evasione fiscale. Una cifra definita «impressionante» dal cardinale Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. E che ha spinto anche Giorgio Napolitano, al Meeting di Rimini, a lanciare un appello: «Basta con assuefazioni e debolezze nella lotta a quell’evasione, di cui l’Italia ha ancora il triste primato». Per non parlare, poi, dei sessanta miliardi spesi in corruzione e dei novanta miliardi “fatturati” dalla criminalità organizzata. Su cui poco si è intervenuto.
Mentre è in corso l’esame della Manovra economica, è partito l’assalto alla diligenza. Ognuno ha qualcosa da salvare. O da proteggere. I sacrifici si scaricano su chi non ha “santi in paradiso”. O, meglio, nelle Aule parlamentari. Senza equità nei sacrifici, e se non si mira al bene delle famiglie e del Paese, difficilmente ne verremo fuori. Soprattutto se chi può dare un “elevato” contributo troverà modo di sfilarsi dalla solidarietà nazionale. Come i calciatori (ignobili!). Ma anche la casta politica, che danza allegramente sulle macerie del Paese. Vanta sacrifici e riduzioni, ma non dà un taglio risoluto a costi e privilegi, ingiustificati e immorali.
Ancora una volta, i politici cattolici stanno alla finestra. Insignificanti e a corto di idee. Si confondono nel mucchio, per non disturbare i “manovratori”. In entrambi i campi. Spettacolo, anche questo, avvilente.