30 marzo '12 - I VOLTI DEGLI IMMIGRATI NELLA CRISI - Monastero del Bene Comune

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venerdì 30 marzo 2012

30 marzo '12 - I VOLTI DEGLI IMMIGRATI NELLA CRISI

Il drammatico gesto del cittadino marocchino di Verona che è un appello alla comunità solidale
di Jean Pierre Piessou
dal sito http://www.slysajah.com
Il volto e il corpo ustionato del cittadino del Marocco che ieri attorno alle 11 si è dato fuoco ieri davanti al Municipio di Verona sono quelli del centinaio e migliaio dei cittadini immigrati che vivono, studiano, lavorano (in diverse realtà) a Verona e in Provincia. Il suo gesto da disperato senza lavoro, senza casa (un luogo sicuro dove abitare, dormire, riposare, farsi la barba e la doccia o farsi un the alla menta  o un caffè) rappresenta fisicamente e simbolicato il GRIDO di molti cittadini immigrati della nostra città. Per me, questa brutta notizia di questo dramma del concittadino del Marocco di cui non ci è dato di sapere il nome e l’età mi giunge non come le grida di tantissime persone che riceviamo negli sportelli che si presentano a noi come un solo grido drammatico da ritornello: AIUTAMI!

La mia associazione Pangea-Casa delle culture e Slysajah e l’Associazione Monastero del Bene Comune di Sezano abbiamo accolto e rilanciato queste grida dei cittadini e abbiamo organizzato lo scorso 24 febbraio una sorta di assemblea di riflessione e di proposte con i leaders delle comunità immigrati di Verona. Il tema centrale dell’assemblea era: Il volto dei cittadini immigrati dentro la crisi. Questa assemblea a cui molti immigrati ed italiani avevano aderito era molto affollata e soprattutto molto partecipata. C’erano diverse e svariate testimonianze dei cittadini immigrati. In queste testimonianze di gente coraggiosa che non ce la faceva piu’ ad arrivare a fine mese a pagare mutui, bollette, rette e mense scolastiche oppure ad inviare qualche spicciolo ai propri parenti, mogli o figli lasciati nei paesi d’origine) si poteva cogliere il senso di dignità mescolato alla stanchezza e alla sofferenza. Soprattutto il senso della stanchezza in queste grida, in questi appelli era molto sentito e molto forte. Credo che sia la stanchezza di chi si sente quasi abbandonato dalla gente, dalla propria certezza/forza motivatrice e dalle Istituzioni che continuano a tassarlo sui permessi di soggiorno come sugli altri documenti di soggiorno anziché capirlo ed accompagnare con un “lumicino” acceso per farlo uscire dal tunnel della solitudine e della profonda disoccupazione in cui è finito.

Ora il gesto del cittadino che oso chiamare MOHAMMED, perché non lo voglio rileggarlo nell’anonimato in cui è caduto e che ha contribuito a questo gesto drammatico. Lo voglio vedere col proprio nome, le proprie storie di cui e delle sue origini. Lo voglio vedere ed incontrarlo con la propria fisicità come è giusto che sia. Egli ha un volto, specchio del suo essere e del suo avere, anche se pour e homeless (come dicono gli inglesi).

Per me è uno di NOI. Uno tra tanti che ieri sera mi hanno chiamato per chiedermi se lo conoscevo. Uno dei tantissimi che ogni venerdi’, come questa mattina quando vanno in moschea a pregare passano da me allo sportello per parlare con me, per dirmi semplicemente due tre cose essenziali e vere che riguardano la loro esistenza di donne, di uomini e di giovani in cerca di felicità che è un Diritto fondamentale. Quella Felicità che gli sta lasciando inesorabilmente con questa crisi di cui non vediamo la via d’uscita nonostante il cambio di governo che ascolta la VOCE DEGLI UMILI E DEI POVERI DEL NOSTRO TEMPO.

Un abbraccio a te fratello Mohammed che mi ricordi Mohammed Bouazziz, il tunisino che ha fatto scopiare la primavera araba del 2010.

Noi non faremo rivoluzione di primavera, ma desideriamo semplicemente che il Tuo Grido di Dolore e di Sofferenza contribuisca a rompere le barriere di indifferenza, di silenzio e di solitudine che da decenni avvolgono molti volti dei sofferenti come il tuo.

Ti aspettiamo guarito per tornare tra di Noi per continuare la marcia insieme.

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