Pensare e vivere
Che
cosa ‘facciamo’ quando non stiamo facendo altro che pensare? Come
mai e perché pensiamo? Dove siamo quando pensiamo? Che cosa vuol
dire pensare? Perché non pensiamo, ma solo facciamo dei calcoli?
2015 | 24 ottobre - 21 novembre - 19 dicembre
2016| 9 gennaio - 20 febbraio - 19 marzo - 16 aprile - 28 maggio
orario: 17.30-19.30 con possibilità di cena
Questi
sono i problemi che approfondiremo durante i nostri incontri
appoggiandosi al testo di Hannah Arendt, La
vita della mente,
il Mulino, 2009, pp. 83-312.
Arendt
ha sviluppato la sua riflessione colpita dal fatto che il criminale
nazista Eichmann non era stupido, anzi era intelligente, ma non
pensava. Per questa ragione la filosofa parlava della “banalità
del male” ed era convinta che nella serietà e nella profondità
del pensiero risiede il nostro essere umani.
“L’assenza
di pensiero non si identifica con la stupidità; si può incontrala
in persone d’intelligenza elevata e un cuore malvagio non ne
costituisce la causa; è vero probabilmente il contrario: che la
malvagità può essere causata da assenza di pensiero. Comunque sia,
non si può lasciare la cosa agli “specialisti” come se il
pensare, alla stregua della matematica superiore, fosse monopolio di
una disciplina specializzata” (dall’Introduzione al La
vita della mente).
Il testo "La vita della mente" di Hannah Arendt, ed. Il Mulino 2009 (disponibile all'inizio del corso)