Strage Capaci, Mattarella: «La mafia ignorò la forza dell’esempio di Falcone e Borsellino» - Monastero del Bene Comune

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sabato 23 maggio 2020

Strage Capaci, Mattarella: «La mafia ignorò la forza dell’esempio di Falcone e Borsellino»

Strage Capaci, Mattarella: «La mafia ignorò la forza dell’esempio di Falcone e Borsellino»

di Carlotta Leo

23 Maggio 2020



«I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 28esimo anniversario della strage di Capaci.

I giovani
«I giovani sono stati tra i primi a comprendere il senso del sacrificio di Falcone e di Borsellino, e ne sono divenuti i depositari, in qualche modo anche gli eredi — ha aggiunto Mattarella —. Dal 1992, anno dopo anno, nuove generazioni di giovani si avvicinano a queste figure esemplari e si appassionano alla loro opera e alla dedizione alla giustizia che hanno manifestato. Cari ragazzi, il significato della vostra partecipazione, in questa giornata, è il passaggio a voi del loro testimone. Siate fieri del loro esempio e ricordatelo sempre».

Lamorgese: «Tenere alta la guardia nella fase 2»
Alle parole del presidente della Repubblica si aggiungono quella della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese: « È nostro dovere non disperdere l’impegno quotidiano per la legalità che ancora oggi manifesta tutta la sua carica ideale». Ai giovani soprattutto a quelli che nel 1992 non erano ancora nati «dobbiamo dire che lo Stato c’è. Che la magistratura e le forze di polizia si impegnano tutti i giorni». E poi parlando della pandemia delle sue conseguenze afferma: «Ora più che mai, in questa situazione senza precedenti, lo Stato deve tenere alta la guardia. Le istituzioni e la società civile hanno tutti gli anticorpi necessari per impedire alla mafia di approfittare di questa gravissima emergenza». «Come ci hanno insegnato i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le mafie sanno di poter contare su una grande capacità di adattamento - ricorda Lamorgese - E per questo sfruttano ogni occasione utile, anche ora l’emergenza sanitaria per il Covid-19, perché le opportunità di investimenti opachi rappresentano da sempre la chiave d’accesso che apre la porta all’inquinamento dell’economia sana a favore di quella illegale».

Casellati: evitare che le mafie diventino «banche»
Nella crisi economica provocata dall’emergenza coronavirus bisogna impedire che le mafie diventino le «banche» delle imprese in difficoltà: è il messaggio della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per la Giornata della legalità «dedicata a due magistrati simbolo della lotta alla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino» che «si erano caricati sulle spalle il peso di una battaglia enorme». «Vincere le mafie significa soprattutto difendere la nostra società - dice Casellati - Perché la mafia si prende gli spazi che lo Stato dimentica. Oggi, con l’emergenza economica in atto, con famiglie, imprese e cittadini in ginocchio, il rischio e’ che le mafie siano pronte a fare da banche alle imprese e da ufficio di collocamento per chi perde il lavoro. Questo non può accadere».

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