Meditazione Domenica XXIIIa - Monastero del Bene Comune

NEWS

Home Top Ad

Post Top Ad

domenica 6 settembre 2020

Meditazione Domenica XXIIIa

 “Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso”. Così è scritto.Uno è il Padre di tutti, che è al di sopra di tutti e agisce per mezzo di tutti”. Così è scritto. Signore, che nessuno al mondo abbia mai a rispondere come Caino: “Sono forse io il custode di mio fratello?”. Amen

Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • Libia: sempre più urgente chiudere i centri di detenzione dove migranti e rifugiati sono detenuti in condizioni disumane.

  • Altri due afroamericani sono stati uccisi negli Usa dalla polizia.

  • Una nave battente bandiera panamense con a bordo 43 membri di equipaggio e circa 6.000 capi di bestiame è scomparsa nelle acque al largo del Giappone,

  • Sette persone hanno perso la vita e numerose altre risultano ferite per l'esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio in Tamil Nadu (India)


Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...



Aiutaci a custodire la speranza

  • La Chiesa croata, nella diocesi di Varadzin, dove vive quasi un terzo dei 35 mila Rom , promuove attività educative, formative, spirituali e ricreative per la minoranza etnica più numerosa nel Paese

  • Al via dal 1 settembre il Tempo del Creato, la celebrazione annuale di preghiera e azione per proteggere la casa comune a cui partecipano i cristiani di tutte le confessioni.

  • Un importante passo verso la pace è considerata la firma della pace tra il governo transitorio sudanese e la maggior parte dei gruppi armati attivi nel paese

  • Il 4 settembre è stata la Giornata universale di preghiera e digiuno per il Libano
    Ieri, alle 20 e 30, a Quarrata, in provincia di Pistoia, si è tenuta la 27esima Marcia per la Giustizia, un'iniziativa promossa dalla Rete Radié Resh


Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo

***

Ez. 33, 7-9 Rm. 13, 8-10

Mt. 18, 15-20

Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».




Ezechiele è il profeta che aiuta la sua gente a maturare il senso di responsabilità personale verso tutti. Ognuno è si responsabile delle sue azioni, tuttavia, nessuno può considerarsi indifferente riguardo le scelte e il comportamento altrui. Potremmo sintetizzare il messaggio della prima lettura nello slogan caro alla scuola di don Milani a Barbiana: y care – mi sta a cuore. Qui è l'altro come persona a starmi a cuore: “tu mi stai a cuore”.

La Parola di oggi ci educa ad atteggiamenti di vita opposti a quelli di Caino. La Bibbia si apre con un interrogativo: “Adamo dove sei?” (uomo dove sei – a che punto sei della tua vita – dove ti trovi – in che modo vivi la relazione con me? - cfr. Martin Buber ne “Il Cammino dell'Uomo” )

Come sappiamo, a questa domanda se ne aggiunge un'altra che rappresenta l’altra faccia della stessa medaglia: “Dov’è tuo fratello?”. Conosciamo molto bene la risposta di Caino: “ Sono io il custode di mio fratello?”.

Prima di tutto i fatti miei. Ognuno pensi a se stesso. Nessuno s’impicci degli affari degli altri. Ciò che più conta è la tua vita, il tuo domani, i tuoi possessi. Chi si fa i fatti propri, è una personcina per bene. Per la Bibbia invece è la radice della violenza omicida!

Il testo di Ezechiele reagisce: Certo che sei custode di tuo fratello! Tu sei sentinella per lui. Il linguaggio è quello che è: “ Quando dico all’empio tu devi morire, se tu non parli per ridestare l’empio dalla sua condotta ecc.” In buona sostanza significa che la responsabilità verso gli altri, persino delle loro scelte sbagliate, ci riguarda da vicino.


Il brano del Vangelo vuole in qualche modo annunciare che il regno di Dio, ossia la presenza e l’azione di Dio nella vita delle persone, al di là delle belle parole, passa attraverso le relazioni .

Siamo insieme per diventare fratelli e sorelle. Se tuo fratello pecca, riprendi tuo fratello…Riprendi tuo fratello. Il vostro destino consiste nel ritornare continuamente alla fraternità: Riprendi tuo fratello. È molto forte questo verbo “ri-prendi”; di nuovo prenditene carico di lui...

Paolo, nella seconda lettura afferma: “non abbiate nessun debito se non quello di amarvi gli uni gli altri”. COME DIRE: Questa è la vostra vocazione, la vostra ragion d’essere, il vostro scopo.

La sequenza dei vari tentativi, al di là di una prassi specifica significativa delle Comunità antiche per dirimere eventuali contenziosi, sta ad indicare che dobbiamo fare tutto il possibile per ritrovare l’altro proprio sul terreno della sua debolezza: la relazione - “Se pecca contro di te.

Se poi, dopo diversi tentativi, le cose non cambiano, “sia per te un pubblicano e un pagano”.

In un primo momento, questa affermazione sembra una dichiarazione di scomunica.

In realtà, il criterio ultimo va ricercato nel modo di agire di Gesù. Come agiva dunque Gesù nei confronti dei pubblicani e dei pagani, dal momento che dice: “Sia per te come un pubblicano e un pagano”? Allontanandoli severamente? Oppure accogliendoli con un amore ed una comprensione maggiori?

Ebbene, le parole del Signore ci dicono che, dopo aver tentato le vie normali per recuperare alla fraternità l'altro che ha rotto la relazione, se i tentativi non funzionano, mettete in campo un amore più grande, un amore che diventa capace di ri-prendere ancora una volta il cammino dall’inizio.

Questo “lavoro” ci compete, ci viene affidato. Gesù coltiva la fiducia che la Comunità cristiana ne sarà all’altezza. Come un sovrano consegna le chiavi del potere al suo primo ministro perché di lui ha fiducia, così anche verso di noi ci ritiene capaci di sciogliere i nodi delle relazioni disturbate e/o rovinate. Quel parallelismo antitetico “quanto legate sulla terra sarà legato in cielo e quanto sciogliete sulla terra sarà sciolto in cielo” è una tipica espressione della poetica dell'antico Vicino Oriente, non si tratta di un potere dispotico e arbitrario affidato ai discepoli,come se in loro risiedesse l'autorità di definire chi è nella verità e chi ne è fuori, quell'affermazione sta per: “Tocca a voi sciogliere i nodi perché se non lo fate voi, il lavoro di ricomporre le relazioni, nessuno lo può fare! - E quand’anche vi sembrasse impossibile, sappiate che se pregate, ovvero se imparate a vedere gli altri alla luce di Dio, con il cuore di Dio, allora il cambiamento accadrà, io stesso sono presente ed agisco in questo lavoro”.

“...Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.

Si parla di assemblea e di riunione “due o tre riuniti”. In realtà il cuore di tutto il discorso è ecclesiologico – comunitario. Il recupero dei fratelli o il perdono che i discepoli riescono ad accordarsi sono solo una conseguenza di una comunità il cui centro di vita è vivere di Gesù, in contatto con lui e la sua parola. Credo che il pensiero di Mt. riguardo a queste cose sia stato chiaramente orientato alla comunità- ekklesia nella sua espressione liturgica, ovvero la comunità dell’ascolto e della fractio panis. È difficile infatti il nuovo testamento parli di assemblea o riunione senza riferirsi al momento della Santa Cena, ovvero dell'eucaristia. Ci sarebbe quindi da chiedersi, non solo se nelle nostre comunità viviamo o meno buone e significative relazioni di comunione fraterna, ma se l’eucaristia, la preghiera e la nostra adesione al Signore alimentano le nostre relazioni. Se , in altre parole, l’incontro con il Signore è generativo di vita rinnovata o rimane staccato dal resto della quotidianità e dalle relazioni con gli altri, soprattutto con coloro con cui abbiamo delle difficoltà.


Dal salmo 94

Venite, cantiamo al Signore,

acclamiamo la roccia della nostra salvezza.

Accostiamoci a lui per rendergli grazie,

a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,

in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.

È lui il nostro Dio

e noi il popolo del suo pascolo,

il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!

«Non indurite il cuore come a Merìba,

come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri:

mi misero alla prova

pur avendo visto le mie opere».

Post Bottom Ad

Pages