Meditazione XXIVa Domenica B - Monastero del Bene Comune

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lunedì 20 settembre 2021

Meditazione XXIVa Domenica B

 


Meditazione XXIVa Domenica B


Ricordiamo davanti a te, o Signore


  • Repubblica Democratica del Congo. Continuano gli attacchi delle bande armate a convogli e villaggi. Tante le vittime civili. Per il governo del Paese africano e le organizzazioni per i diritti umani c'è la mano delle Forze Democratiche Alleate di ispirazione islamica.

  • Haiti: ucciso padre Andrè Sylvestre. Assisteva i bambini orfani

  • Il sacerdote, parroco della Chiesa di Nostra Signora della Misericordia di Robillard, a Cap-Haïtien, una delle città più popolose di Haiti, sarebbe stato assassinato nel corso di un tentativo di rapina.

  • Tunisia, un altro giovane si dà fuoco contro le autorità.

  • Le forze speciali che hanno preso il potere in Guinea Conakry, arrestando il presidente Alpha Condè, hanno annunciato un coprifuoco nazionale "fino a nuovo avviso" e la sostituzione dei governatori con i militari.

  • Una donna è stata uccisa e un bambino è rimasto ferito nel nord-ovest della Siria da bombardamenti di artiglieria governativi. Questo avviene poche ore dopo l'uccisione di quattro civili nella stessa regione.

  • Almeno 5 persone hanno perso la vita e altre 30 sono rimaste ferite per le conseguenze dei monsoni che hanno colpito oggi la provincia del Punjab in Pakistan.


Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

  • Torna in Brasile “Il grido degli esclusi”. È dedicata al valore della persona e alle realtà concrete della terra, della casa, del lavoro, la 27esima edizione della manifestazione organizzata ogni anno nella festa dell’indipendenza. Il titolo richiama alle tante sofferenze vissute dalla popolazione brasiliana, tra emergenza sanitaria e crisi economica, in definitiva al bisogno di riscoprire il rispetto per la persona, come sottolinea il rettore del Pontificio Collegio brasiliano a Roma.

  • La protesta delle donne afghane, da giorni diffusa in varie città del Paese, ha raggiunto la quarta città più grande dell'Afghanistan, Mazar-e-Sharif, capitale della provincia di Balkh, dove in tante hanno marciato.

  • San Pietro. Arriva la marionetta Amal, simbolo di tutti bambini profughi. Il Papa scherza con i bambini a San Damaso: «Chi vi ha fatto entrare? Rimanete qui a giocare eh!» La piccola Amal è un burattino alto 3,5 metri che raffigura una giovane rifugiata di circa 9 anni. Rappresenta idealmente tutti i bambini sfollati, molti dei quali separati dai loro genitori. Ha percorso oltre 8.000 km in cerca della sua famiglia per incarnare il monito: “Non dimenticatevi di noi”. La squadra che anima la piccola Amal è composta da dieci marionettisti, due dei quali hanno un passato da rifugiati e, a loro volta, hanno compiuto il percorso dalla Siria al Regno Unito.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis


Donaci, o Padre di comprendere chi è veramente importante ai tuoi occhi:

forse la più umile madre che accetta la morte del figlio ucciso per la giustizia,

forse un uomo pio, senza nome, che riesce a perdonare ai suoi sfruttatori

e quanti continuano in silenzio la tua passione pur combattendo contro ogni oppressione: Dio non lasciarci mai privi di questi anonimi servi di Jhwh. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

Is 50,5-9    Giac 2,14-18


   Mc 8,27-35


27Poi Gesù uscì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

Primo annuncio della morte e della risurrezione

31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.




***

Questo testo che troviamo al centro del Vangelo di Marco credo debba essere compreso all’interno dell’intenzione dell’evangelista stesso: mettere il catecumeno in progressivo contatto col Cristo.

Il nostro brano rappresenta il giro di boa del racconto marciano: d’ora in poi, il segreto che Gesù richiedeva riguardo la sua persona scomparirà; le cose che riguardano Gesù saranno, invece, sempre più chiare per il discepolo. Quando il centurione poi, sotto la croce, proclamerà “veramente quest’uomo era Figlio di Dio”, l’identità del Cristo risplenderà in tutta la sua pienezza.

Ciò che precede il testo è il racconto della guarigione del cieco di Betsàida. Ciò che avviene successivamente è costituito dalle condizioni che Gesù pone alla folla e a chiunque lo voglia seguire. L’insieme quindi di questa parte del Vangelo di Marco dovrebbe, a grandi linee, aiutarci a vedere (guarigione del cieco) chi veramente è il Cristo per poterlo seguire.

Due parti sono chiaramente distinte per i contenuti: il dialogo di Cesarea con la relativa risposta di Pietro e l’annunzio di quello che accadrà a Gerusalemme. Le due parti distinte sono però intimamente connesse tra loro in ragione dell’antitesi che oppone il pensiero di Gesù a quello di Pietro, il quale si fa portavoce del gruppo dei discepoli. In altre parole, anche questo contrasto è per Gesù un’occasione di chiarificazione.

I brani paralleli in Luca e in Matteo (Lc. 9,18-21 e Mt. 16,13-20) esprimono accentuazioni differenti da Marco e tra di loro. Luca rimarca il momento della preghiera: “E avvenne che, mentre stava pregando in disparte, i discepoli erano con lui e li interrogò…”. Matteo, aggiunge di suo tutto il testo del primato di Pietro. Per Luca la preghiera è il clima favorevole alla comprensione del Cristo; per Matteo lo è l’esperienza ecclesiale della comunità e per Marco, il progressivo crescere dell’esperienza umana che si avvicina al Signore. Tre dimensioni tutte valide che possiamo fare nostre.

Esiste una duplice domanda circa l’identità: una che riguarda il pensiero della gente e un’altra quello dei discepoli. “Voi chi dite che io sia…”. “Da voi mi aspetto qualcosa di diverso”. Il doppio interrogativo fa da specchio al doppio intervento terapeutico di Gesù sul cieco, progressivamente giungerà ad acquistare la vista così anche Pietro e i discepoli: progressivamente giungeranno alla comprensione del Cristo. Il versetto 27 infatti comincia con la parola “uscì”. E con lui uscirono anche loro. Lui e loro sono usciti dalla ideologia religiosa che aveva già definito nei suoi dogmi l’identità del messia come messia di successo. Adesso che sono usciti, dovrebbero vedere le cose in modo diverso da quello scontato dell’apparato religioso dogmatico tradizionale, cosa pensano?

La risposta di Pietro, quale porta voce del gruppo, non tarda a farsi sentire. È una risposta vera ma i contenuti che egli e gli altri attribuiscono alla parola “messia” corrispondono a quelli che intende il Maestro? Hanno bisogno di percorrere ancora del cammino.

Dalla reazione di Pietro di fronte al primo annuncio di passione di Gesù, risulta chiaro che la sua confessione è si sincera, ma non autentica. Il messia come lui lo intendeva non era quello in cui si identificava il Signore. Per Gesù, il Messia è il Servo, colui che salva l’umanità nella difficoltà di fronte alla vita, facendosi carico delle difficoltà, del dolore, delle ferite e dell’oppressione che l’umanità soffre e subisce (vedi prima lettura). Altro che messia di successo!

Da un rapido confronto tra le due parti del testo rileviamo che dopo la confessione di Pietro Gesù raccomanda ancora il silenzio dopo la dichiarazione di Pietro, ma, una volta messo in chiaro l’insegnamento circa il suo destino di servo sofferente a Gerusalemme, il discorso viene fatto apertamente. Al segreto, quindi, segue lo svelamento, la luce progressiva.

Gesù impone il silenzio quando il suo messianismo può essere frainteso con un messianismo di trionfo e di potere, perciò c’è bisogno di non dire troppo con le parole per comprendere, semmai, attraverso l’esperienza di vita. Al termine infatti, Pietro, che a questo punto rappresenta davvero tutti noi, non viene cacciato via, come superficialmente alcune traduzioni sembrano far credere: “Lungi da me, Satana!”, ma, nonostante l’epiteto di Satana, Pietro viene invece ricollocato al suo posto di discepolo: “Va dietro a me!”. Stare dietro a Gesù è il posto che gli spetta e che spetta anche a tutti noi.

In definitiva, mi sembra che questa parola ci inviti ad avvicinarci a Gesù per scoprirlo “Progressivamente”, così come ad ognuno è dato di farlo. Gesù accoglie e rispetta i tempi della nostra maturazione ed esperienza. Ci vuole tempo per attraversare l’oscurità e abituare lo sguardo. Addirittura possiamo avere idee sbagliate sul suo conto. È importante che non ci attestiamo su forme stereotipate e scontate (Gesù moralista, o espressione dogmatica o strano o Adone dagli occhi azzurri …). Quello che possiamo comprendere di Gesù passa attraverso un’esperienza vitale, un coinvolgimento che può avere dei costi da pagare (portare la propria croce), un guardare seriamente in faccia alla vita con i suoi interrogativi profondi, un misurarsi con la grandezza del suo amore per l’umanità e per ciascuno; in una parola, attraverso il cammino del discepolato.


Salmo 114


Amo il Signore, perché ascolta

il grido della mia preghiera.

Verso di me ha teso l’orecchio

nel giorno in cui lo invocavo.


Mi stringevano funi di morte,

ero preso nei lacci degli inferi,

ero preso da tristezza e angoscia.

Allora ho invocato il nome del Signore:

«Ti prego, liberami, Signore».


Pietoso e giusto è il Signore,

il nostro Dio è misericordioso.

Il Signore protegge i piccoli:

ero misero ed egli mi ha salvato.


Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,

i miei occhi dalle lacrime,

i miei piedi dalla caduta.

Io camminerò alla presenza del Signore

nella terra dei viventi.

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