Meditazione IIIa domenica di quaresima B - Monastero del Bene Comune

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sabato 2 marzo 2024

Meditazione IIIa domenica di quaresima B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

L'uccisione di oltre un centinaio di civili, a Gaza City. Secondo le autorità sanitarie della Striscia, almeno 112 i palestinesi morti e 760 quelli rimasti feriti dopo che l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su una folla accalcata presso un convoglio di aiuti umanitari.

Quasi 1.000 miliardi di dollari (959) sono stati utilizzati in due anni dalle istituzioni finanziarie globali per sostenere la produzione e il commercio di armi. A denunciarlo è il rapporto “Finanza per la guerra. Finanza per la pace”. «Le banche e l’industria finanziaria non sono semplici intermediari di denaro, ma agenti critici del cambiamento» si legge nella premessa del rapporto.

Le dense foreste interne dell’isola di Gran Nicobar, nell’Oceano Indiano, sono la loro dimora. Eppure, gli Shompen, uno dei popoli indigeni più remoti della Terra, rischiano di essere cancellati dal pianeta. A minacciarli è un progetto da 9 miliardi di dollari del governo indiano che prevede la costruzione di un gigantesco porto, una città, un aeroporto, una zona industriale, una centrale elettrica e l’arrivo di 650.000 coloni.

Strage di Cutro, veglia all’alba sulla spiaggia per ricordare le vittime di una “notte nera”. Pianti, canti e preghiere alle 4 del mattino nello stesso luogo del naufragio di un anno fa. Centinaia di persone strette intorno a superstiti e familiari di morti e dispersi. La testimonianza di Mohammed, sopravvissuto: “Non so perché sono vivo, soffro per non aver potuto salvare i bambini”.

Burkina Faso, terroristi in chiesa e in moschea: dozzine di morti. La comunità cattolica di Essakane e quella musulmana di Natiaboani assalite ieri mentre erano in preghiera da uomini armati che hanno sparato contro i fedeli.

Oltre 20 corpi senza vita sono stati recuperati in mare a nord del Senegal dopo il naufragio di un'imbarcazione di migranti che volevano raggiungere l'Europa, secondo delle testimonianze.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Porte aperte ai senza dimora, nel segno dell’inclusione.Inaugurata, alla periferia di Roma, Casa Arca degli Esposti, un innovativo condominio sociale dedicato all’accoglienza di uomini fragili che vivono in strada. Tre sono gli appartamenti previsti per un totale di 12 ospiti, tra i 18 e i 65 anni, sia italiani che stranieri,

Il Papa scrive a bambine e bambini: da soli non si può essere felici. Nella lettera d'invito alla Giornata che li vedrà protagonisti a maggio Francesco chiede ai piccoli di stare vicino ai coetanei cui hanno rubato l'infanzia: non dimenticare «chi di voi ancora così piccolo, già si trova a lottare contro malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi. Insomma – riassume Francesco -, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia».

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeterno cantabo.



Gesù, è il cosmo il tuo tempio, e il cuore delle donne degli uomini e di tutti gli esseri il tuo santuario: che tutta l’umanità, composta nell’amore, sia il tuo popolo. Amen

Es. 20, 1-17; 1Cor. 1, 22-25;

Gv. 2,13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gesù.

Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.

Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».

Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gesù per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

***


Quanto abbiamo sentito nella prima lettura del libro dell’Esodo è un insieme di affermazioni che in buona sostanza sono indicazioni legislative, norme positive e negative. I cosiddetti dieci comandamenti, o meglio, le dieci parole.

Si tratta di regole di vita depositate nel cuore di ogni persona e già presenti nei codici legislativi anche delle antiche culture extrabibliche. Regole quindi che non sono state coniate dalla parola di Dio.

Nella lettura però esiste una specificità che non troviamo altrove. Si tratta della motivazione che la sostiene: “Io ti ho fatto uscire dall’Egitto”. Alla luce cioè della storia di alleanza che Dio vuole realizzare con l’umanità, queste dieci parole vogliono essere coinvolgimenti-legami che realizzano libertà. Ti ho fatto uscire dall’Egitto.

Ascoltando quanto ci dice la lettura, ci accorgiamo che si parla di rapporti che seguono due direttrici: una verticale, quella dei rapporti con Dio, e una orizzontale, i rapporti tra le persone. Noi realizziamo la libertà vivendo relazioni aperte a Dio e agli altri, relazioni che trovano il loro punto d’incontro nel cuore, ovvero nella coscienza.

A ben osservare, non ci si può sottrarre al fascino che esercita il messaggio di questa parola perché è tutto proteso ad onorare la dignità delle persone. In nome di questa dignità l’uomo non deve inventarsi dei padroni (non ti farai idoli), non deve prostrarsi, non deve divenire un essere servile, trascurare il riposo necessario per ricomporsi nella integrità.

Questo progetto di vita in cammino verso la realizzazione di un’esistenza libera e dignitosa è stato chiamato Torah. Purtroppo nelle nostre lingue l’abbiamo tradotta col termine legge, che per noi ha significato di codice freddo ed impersonale. Torah invece significa strada, cammino, via giusta, percorso ecc.

Riuscirà Israele a percorrere fino in fondo questo itinerario? Ci riusciremo noi? Pare che nessuno possa considerarsi un arrivato, ma ciò che conta non è nemmeno giungere alla pienezza. Per noi è importante muovere i passi che riusciamo a compiere nella direzione giusta.

La storia d'Israele, ma forse ogni storia, ha registrato degli ostacoli su questa strada. Si sono frapposti dei blocchi e così le regole non sono rimaste indicazioni per il cammino, quindi mezzi per raggiungere il fine ma si sono identificate col fine stesso.

La strada doveva portare all’incontro con Dio. All’unicità e al primato di Dio per ogni vita. Ciò era molto chiaro fin dalle prime affermazioni: “IO sono il Signore tuo Dio” era detto fin dall’inizio. In realtà, l’apparato religioso e la religione del tempio, si sono sostituiti allo scopo che dovevano favorire, ovvero all’incontro autentico con Dio.

Il testo evangelico, presentandoci l’azione di Gesù che manda all’aria le bancarelle dei rivenditori, non esprime semplicemente una forma di condanna per un mercato simoniaco di sfruttamento e di oppressione della gente, basti pensare che la famiglia del sommo sacerdote, Anna con il genero Caifa, controllava tutto il commercio delle macellerie dove venivano preparati gli animali destinati al culto sacrificale, egli compie dei gesti messianici che stanno ad indicare che è arrivato il tempo in cui occorre aprire la porta per uscire dal recinto chiuso. Gesti e parole che stanno ad indicare che è arrivato il tempo in cui alcune cose hanno fatto il loro tempo. Ogni religione del tempio è fuori tempo! Non è un caso che, nel Vangelo di Giovanni, tutte le volte che Gesù s’avvicina al tempio, accade qualcosa di strano. C’è una tensione senza soluzione di continuità tra la religione templare ed il rapporto con Dio come lo intende Gesù. Infatti, quello che introdurrà Gesù è altra cosa perché è il frutto della sua passione per l’uomo. Egli vuole che l’uomo possa camminare per la strada giusta e non sia imbrogliato dai monopolisti del sacro. Quindi. “Lo zelo della tua casa – dell’incontro vero – mi divorerà”.

Ma egli parlava del tempio del suo corpo”. Dunque, l’incontro con Dio non avviene più nel tempio, ovvero dentro canali codificati dall’apparato religioso, ma nel corpo, cioè nell’esistenza. Chiunque, come l’uomo Cristo Gesù, mette a disposizione la propria esistenza come spazio vitale dell’incontro con la tenerezza di Dio, questi realizza il “tempio del corpo”. D’ora in poi si fa esperienza di Dio quando si offre il corpo. Quando cioè ci si mette a disposizione degli altri attraverso ciò che si compie; quando semplicemente si percorre la strada della liberazione dell’uomo. Questo si intende per “offrire il corpo”!

La religione del tempio è una religione che codifica. Quella del corpo genera. Genera nuove situazioni di crescita, di amore, di compassione, di misericordia, di vita nuova ecc.

La nostra è una religione templare o corporea? Preghiamo affinché la Chiesa esca dal tempio per divenire corpo santo del Signore.


Salmo 18

La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,

di molto oro fino,

più dolci del miele

e di un favo stillante.


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