Meditazione domenica XIIa A - Monastero del Bene Comune

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sabato 24 giugno 2023

Meditazione domenica XIIa A

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Il 20 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale del Rifugiato. Nell'ultimo decennio, il numero di sfollati a livello internazionale è più che raddoppiato e nel 2022 ha superato per la prima volta i 100 milioni.

Un’operazione israeliana armata si è svolta a Jenin in Cisgiordania. Un raid dei militari israeliani ha causato ieri la morte di 5 palestinesi e il ferimento di altre 90 persone.

Uganda. I terroristi colpiscono le scuole per sradicare interi popoli. In una scuola ugandese, dove sono state uccise 41 persone, tra cui 38 studenti.

È salito a 46 il numero delle persone morte nel carcere femminile honduregno di Támara dove si sono scontrati membri di bande criminali Barrio causando anche un grave incendio in cui sono morte parte delle recluse.

500.000 persone sono fuggite all'estero dall'inizio dei combattimenti in Sudan, mentre il numero di sfollati nel Paese è arrivato a due milioni. 

Le notizie che arrivano dalla capitale della regione del Darfur Occidentale avvallano le denunce di una pulizia etnica in corso contro la popolazione di etnia masalit, e nera in generale, ad opera dei paramilitari in parte provenienti dal vicino Ciad. Un numero crescente di civili in fuga sono stati attaccati, uccisi, sequestrati e le donne violentate lungo la strada, mentre cercavano di raggiungere a piedi il confine con il Ciad.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La possibilità di creare aree marine protette nelle acque internazionali. È lo scopo del trattato per la Protezione delle acque d'altura, adottato dall’ ONU dopo anni di trattative. Una misura considerata cruciale per la protezione del 30% degli oceani e delle terre emerse entro il 2030. “L'obiettivo è quello di colmare le lacune lasciate dalla convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e di implementare gli obblighi in materia di protezione dell'ambiente marino.

Ieri, gli ebrei di Roma che scappavano dalla persecuzione nazifascista trovavano rifugio in un convento nella periferia della capitale, ospitati dalle suore francescane della Misericordia. Oggi, le porte di quella casa sono ancora aperte per accogliere e abbracciare le persone in fuga da ogni guerra.

«Edna, ho ricevuto la tua lettera, grazie! Grazie per la tua tenerezza e grazie per la pace che hai nel cuore». Con un video messaggio Papa Francesco risponde così a Edna, una ragazza portoghese di 17 anni, che soffre di una malattia terminale. Vedere il Papa e partecipare alla Gmg era per Edna un «sogno». Ha così deciso di scrivere al Santo Padre una lettera perché sappia «cosa significa e quanto sia importante per me e la mia famiglia».

Mi chiamo Corrado e ogni domenica vengo in Piazza San Pietro per distribuire «L’Osservatore di Strada». Nella mia vita ne ho passate tante e so cosa significa vivere ai margini. In queste pagine abbiamo cercato di raccontarlo parlando delle periferie, quelle geografiche e quelle dell’anima, attraverso i nostri ricordi, condividendo le nostre esperienze e soprattutto le nostre speranze. Accetta questo giornale come un dono che, se vorrai, potrai ricambiare con un’offerta a chi te lo ha dato o a un povero che incontrerai sulla tua strada. Ma non limitarti a questo. Parlaci, guardaci, ascoltaci. Non siamo invisibili!

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Noi sappiamo, Signore, che se tu sei con noi, di nulla dobbiamo temere: la fede non sopporta commistione con la paura. Noi crediamo, Signore, ma tu aiuta la nostra incredulità. Amen


Ger 20,10-13    Rm 5,12-15   

Mt 10,26-33

26 Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto (velato) che non sarà svelato (rivelato) né di segreto che non sarà conosciuto. 27 Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.


28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima (la vita); abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del) Padre vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.

31 Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32 Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

***

Verso la conclusione, il cap. X assume toni sempre più di sapore escatologico, vale a dire, toni che si allontanano dal contesto immediato dei discepoli che attorniano Gesù e che da lui sono inviati in missione, per proiettarsi e identificarsi ormai con l’esperienza della Chiesa delle origini impegnata nell’annuncio e, talvolta, proprio per questo, la sua testimonianza giunge persino al martirio.

Il contesto immediato è dato dalle parole: vi mando come pecore in mezzo ai lupi…sarete trascinati davanti ai tribunali…

A livello di struttura, il discorso è scandito in tre inviti a non aver paura e una affermazione finale.

Ogni parte è strutturata a sua volta dentro un gioco di parallelismi:

  • velato/rivelato – tenebre/luce – ascoltare nell'orecchio/annunciare sui tetti.

  • corpo/vita – passeri/capelli

  • voi/molti passeri

  • riconoscere/rinnegare – davanti agli uomini/davanti al Padre.

È un discorso in cui le regole della retorica semitica sono pienamente rispettate.

Se mettiamo in relazione l'invito a non avere paura, che scandisce i tre momenti del testo con l'affermazione finale circa il riconoscimento davanti agli uomini, si comprende bene che la cosa di cui non si deve aver paura è appunto riconoscere Gesù davanti agli uomini.

26 Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto (velato) che non sarà svelato (rivelato) né di segreto che non sarà conosciuto. 27 Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze”.


Esistono delle forze che in qualche modo esercitano un’azione di compressione del messaggio. Secondo questi poteri, il Vangelo dovrebbe venire criptato, contenuto, controllato…

Resta il fatto che tali forze hanno origine nel potere sociale politico (i governatori) o nel potere religioso. Le parole del brano ci fanno comprendere che la preoccupazione che ha origine in questi poteri consiste essenzialmente nel contenere – trattenere (nel nascondimento e nell’oscurità). Possiamo chiederci: cosa oggi contiene e trattiene il Vangelo? Chi è più di altri preoccupato di contenerlo? Siamo sicuri che questa forza antievangelica risieda del tutto fuori della Comunità cristiana?

Eppure questa Parola di Gesù ci conferma che nessun potere può mai qualcosa contro il Vangelo, contro il Regno. Il Regno è laddove Dio esercita la sua azione, azione che vince perfino la morte.


28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima (la vita); abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il (volere del) Padre vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati”.

Queste parole di Gesù fanno pensare che la paura emerge sostanzialmente di fronte alla possibilità che i beni e la vita stessa ci venga sottratta. Questo tipo di paura gestisce una quantità enorme di situazioni concrete e ci rende disponibili a molti compromessi con le meschinità. In pratica, per difendere la nostra vita ci lasciamo dominare da chi ci priva della bellezza della vita. Vivere per accaparrarsi brandelli di vita significa consegnarsi all'insignificanza della Geenna (l'immondezzaio di Gerusalemme). Una comunità cristiana che, pur di ottenere qualche vantaggio e qualche sicurezza in più, è disponibile ad annacquare la novità delle beatitudini è una comunità insignificante e perciò morta. Va decisamente rettificata la seconda parte del v. 29. Non è infatti esatto “Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro”. In base a una simile traduzione sarebbe da concludere che la vita di ogni essere dipende dal “Capriccio” di Dio che può colpire arbitrariamente da un momento all'altro. Immagine terribile di cui non si potrebbe che mantenersi nella paura. Altro che “non abbiate paura”!

Il testo originale invece afferma: “Nemmeno uno di essi cade a terra senza il Padre vostro”. I passeri erano talmente privi di valore da venire esclusi perfino dagli elenchi delle Berackot (Benedizioni) con cui si lodava Dio per gli esseri della creazione. Davvero in tutto ciò che ci può accadere non siamo soli perché il Padre è nella nostra vicenda. La paura poi, qui è antitetica alla fede – fiducia dal momento che non tiene conto che in ogni nostra situazione, anche la meno apparente o la più insignificante agli occhi del mondo, Dio, il Padre, è comunque totalmente coinvolto con noi.

31 Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!”.

L'antidoto a questa paura è la fiducia. Per i discepoli e le discepole del Signore dovrebbe essere ben chiaro che il Padre è per sempre Padre, dovrebbe essere ben chiaro che la sua visione ha un'ampiezza più grande, più profonda, più alta di coloro che gestiscono le potenze di questo mondo. L'immagine dei passeri richiama quanto già detto da Gesù nel contesto del discorso della montagna: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?”. Per la comunità dei discepoli si tratta di maturare uno sguardo alternativo al modo di guardare la vita da parte dei potenti, uno sguardo altro e più alto.

32 Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.

Questo verbo riconoscere ha valore di confessare pubblicamente, di promettere pubblicamente. Nel vangelo di Matteo lo si incontra anche al cap. 14, 6 dove Erode promette alla figlia di Erodiade di darle quello che avesse chiesto. Due atti pubblici il primo fatto da persone deboli il secondo da un potente. Eppure, chi riconosce Gesù (potremmo dire chi si compromette con il vangelo) la sua debolezza diventa forza. Il Secondo, fatto da un potente che ostentando la sua forza è caduto nella trappola di una volontà capricciosa che lo ha dominato.

I poteri forti di coloro che vorrebbero occultare o contenere il Vangelo non sono così forti come vorrebbero far credere, in realtà sono forti solo se le nostre paure glielo permettono.

Luther King affermava:

Un giorno la paura bussò alla porta

il coraggio andò ad aprire,

non trovò nessuno”.

Salmo 68

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brulica in essi.

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