Meditazione domenica XVIa A - Monastero del Bene Comune

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sabato 22 luglio 2023

Meditazione domenica XVIa A

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Caldo record in tutto l’emisfero nord. La tempesta di calore continua ad abbattersi soprattutto su Europa e nord America. Diversi gli incendi favoriti dal calore e il rischio malori soprattutto per anziani, bambini e persone fragili.

Violente proteste sono in corso a Nairobi, capitale del Kenya. Nascono dal malcontento verso una serie di tasse introdotte dal governo. Scuole e attività commerciali sono state chiuse, trasporti pubblici fermi e polizia in assetto anti-sommossa.  Già la scorsa settimana 13 persone avevano perso la vita negli scontri con le forze dell'ordine e più di 20 erano rimaste ferite in modo grave.

Sei persone sono state arrestate e otto sono rimaste ferite nelle nuove proteste in Perù, che si sono svolte per lo più in modo pacifico, contro il governo della presidente Dina Boluarte. 

I soccorritori colombiani hanno rinvenuto cinque corpi senza vita nella frana che ha bloccato la strada tra Bogotà e il sud-ovest della Colombia, facendo salire così il bilancio dei morti a 20 vittime.

Le forze di polizia - in auto o a piedi - torneranno a pattugliare le strade delle città iraniane per punire le donne che non osservano l'obbligo di indossare l'hijab.

Il bilancio dei morti delle piogge monsoniche di quest'anno in Pakistan è salito a 112, mentre sono 185 le persone rimaste ferite.

È arrivata nel porto di Portland, nel Dorset, sulla costa sud inglese, la "Bibby Stockholm", una nave caserma, attrezzata come centro di detenzione per migranti illegali, che dovrebbe ospitare, nei prossimi mesi, almeno 500 richiedenti asilo. L'arrivo dell'imbarcazione, il cui uso come prigione per accogliere richiedenti asilo, è stato molto contestato.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

 Un “grande appassionato del Vangelo che si è distinto per la vicinanza ai poveri diventando segno profetico di giustizia e di pace in tempi particolari della storia della chiesa”: così Papa Francesco ricorda monsignor Luigi Bettazzi, ultimo padre conciliare italiano e vescovo emerito di Ivrea scomparso il 16 luglio.

Un omaggio a Nelson Mandela sotto il segno dello sport. Nel giorno dell'ultimo Mandela Day, a 10 anni dalla morte, nel salone d’onore del Coni si è svolta la manifestazione “Ambassador of Freedom invictus Day 2023", con il conferimento di riconoscimenti istituzionali ad atleti, artisti e persone impegnate nel sociale e nell’ambiente. “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di noi possono fare”. Furono queste le parole di Nelson il 25 maggio 2000.

Grazia egiziana ai difensori dei diritti umani Patrick Zaki e Mohamed El-Baqer, entrambi ingiustamente detenuti per aver esercitato le libertà fondamentali.

Firenze, concluso il Consiglio dei giovani del Mediterraneo: "Promotori di fratellanza". L’incontro, ispirato a gli ideali Euro-mediterranei di La Pira ha radunato per tre giorni 34 partecipanti provenienti da 18 Paesi.

Il 29 luglio, giorno del decimo anniversario dal rapimento in Siria di padre Paolo Dall'Oglio, fondatore della Comunità monastica di Deir Mar Musa, si terrà a Roma un importante evento di presentazione del libro "Il mio testamento". Nel volume, con prefazione di Papa Francesco, il religioso gesuita commenta la Regola della comunità monastica di Deir Mar Musa, da lui fondata.

Il 20 e 21 luglio si è tenuto a Tunisi "un incontro militante dal titolo "Incontro dei popoli contro le politiche migratorie europee disumane e in solidarietà con i migranti". Alla storica "Sala Rio" della capitale sono in programma "interventi, dibattiti e una serata culturale".

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Ancora e sempre le più umili immagini: del campo seminato a grano e zizzania, del regno uguale al più piccolo dei semi, della donna che impasta un po' di lievito. Eppure è un regno che presiede all'intera creazione e attraversa tutta la storia: cose nascoste fin dalla fondazione del mondo! Signore, insegna anche a noi a scoprire e ad amare l'infinitamente grande nascosto nell'infinitamente piccolo

Sap 12, 13.16-19 Rm 8, 26-27

Mt 13, 24-43

24 Un’altra parabola espose loro così: “Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25 Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? 28 Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? 29 No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30 Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”.

31 Un’altra parabola espose loro: “Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. 32 Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami”.

33 Un’altra parabola disse loro: “Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti”.

34 Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, 35 perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta:

Aprirò la mia bocca in parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36 Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: “Spiegaci la parabola della zizzania nel campo”. 37 Ed egli rispose: “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38 Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, 39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. 40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità 42 e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. 43 Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!


***


Questa parte del Vangelo di Mt. è dedicata al cosiddetto discorso sui misteri del Regno (Regno di Dio o dei cieli). Egli sta parlando della presenza di Dio e della sua azione nella vita dell’uomo. È molto concreto, perché esso riguarda le scelte di vita dell’uomo, la sua responsabilità in rapporto al bene e al male e così via, tuttavia, esso è al tempo stesso un discorso di lunghe prospettive.

Gesù persiste nel linguaggio parabolico. Le immagini diventano come risorgive di significati sempre nuovi. Egli quindi non ricorre a formulazioni dottrinali, egli parla alla vita delle persone attraverso la loro vita.

Le tre parabole, che tra l’altro seguono quella principale del seminatore, ci offrono un’idea di Regno come realtà in cui la vita fermenta e cresce. La presenza e l’azione di Dio nella vita delle persone, cioè il Regno, fermenta e cresce.

Il campo di grano, seppure abitato anche dalla zizzania, ci suggerisce una crescita che, in qualche modo, sfugge, per così dire, al controllo del seminatore. Egli ha solo dato inizio al processo, ma il risultato della seminagione, per certi versi, non dipende da lui. Esiste una vita nascosta che prosegue il suo cammino verso un compimento, verso una pienezza.

Siamo alla prima delle tre brevi parabole: il grano e la zizzania. In buona sostanza, si tratta della compresenza del bene e del male. Ci troviamo all’interno di un processo segnato dalla complessità di un valore che, nel manifestarsi, si trova in compagnia del suo contrario.

Forse, dietro un simile quadretto, possiamo scorgere una situazione di vita in cui qualcuno manifesta una certa tendenza manichea, in base alla quale, il male sta tutto da una parte ed il bene dall’altra. Ad una tale istanza, tanto frequente negli uomini di religione, Gesù ne precisa l’inseparabilità, la necessaria simultaneità, l’impossibilità storica ad estirpare il male con un’azione di forza o di potere. Il motivo è semplice: il male ed il bene non sono l’uno fuori di noi, negli altri, e l’altro dentro di noi. Il male ed il bene sono in noi, dentro di noi. La complessità è dentro l’uomo stesso. Dentro di me, non fuori, stanno delle convinzioni buone ed il loro contrario. Ecco perché il discepolo è estremamente inadeguato ad estirpare il male. Il discepolo è consapevole di essere dentro un processo di liberazione che prevede i tempi del vivere. Lui per primo, ne è troppo coinvolto. Non tocca quindi a noi!

Paolo, al capitolo 8, 21 della lettera ai Romani, dice: “Io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me”.

Altre due piccole parabole proseguono nel discorso della manifestazione del Regno: il granello di senape e il lievito nella pasta.

Seguendo lo schema della retorica biblica, l’evangelista espone il pensiero attraverso un parallelismo sintetico, cioè un pensiero ripetuto due volte. Ciò conferisce una certa forza al discorso.

L’immagine del granello di senape e, in seconda battuta, del lievito nella pasta, ci parlano ancora una volta, di una realtà che sfugge alle regole delle apparenze eppur tuttavia contenente una formidabile efficacia di vita e di futuro.

In fondo, è questo il motivo per cui non bisogna intervenire per sradicare il male, ossia, per fare giustizia a modo nostro: rischieremmo di mortificare le possibilità di vita e di speranza che, invece, possiede in sé l’azione di Dio.

È questione di camminare nella speranza. Il seme che diventa albero infatti, permette agli uccelli di nidificare, vale a dire di prendersi cura del cominciamento dei processi di sempre nuove qualità di vita. Il lievito nella pasta ne rappresenta il principio attivo. L’una e l’altra immagine, sia sotto il profilo della similitudine che in quello di ciò che la distingue dall’altra, ci danno di comprendere che il mistero del Regno non si esaurisce in una dottrina ma in un’esperienza di vita. Dio, nella vita, non è una filosofia ma un’esperienza di progressiva apertura. Un insieme di prospettive che si allargano progressivamente perché, in esse, il discepolo passa dal suo ristretto modo di vedere al punto di vista delle cose secondo Dio. una visione ampia dunque anche se il tutto fa leva su elementi insignificanti quanto ad apparenze.

Infine, la spiegazione della parabola del grano e della zizzania.

È difficile che questi versetti (36 – 43) riferiscano le esatte parole di Gesù. Difficilmente infatti la parabola in quanto tale viene spiegata. Sarebbe come raccontare una barzelletta o fare una battuta di spirito e poi spiegarla.

Evidentemente ci troviamo di fronte ad una interpretazione che intende offrire una attualizzazione per la Chiesa primitiva di Matteo, vale a dire i destinatari del Vangelo di Matteo quaranta cinquant’anni dopo la vicenda di Gesù. L’incipit, infatti, di quest’ultima parte del brano dice che “Gesù lasciata la folla si ritirò nella casa” e qui dà la spiegazione di quanto detto prima. Nella casa, ossia nel luogo della Comunità dei discepoli e delle discepole, laddove si è intimi col maestro perché in essa ci si trova riuniti proprio nel suo nome.

Qui, nella casa, la parabola si trasforma, grazie alla spiegazione, in allegoria che necessita una specie di didascalia. I singoli elementi vengono ad assumere significato specifico di cose o di persone o di atteggiamenti. È però di grande interesse rilevare che la Chiesa delle origini (Comunità di Mt.), interpreta i detti di Gesù in funzione dei suoi problemi contingenti, uno di questi poteva essere: vale la pena perseverare quando il male e i corrotti sembrano averla sempre vinta? La risposta è collocata secondo una prospettiva di “fine del mondo”: alla fine del mondo accadrà questo e questo. Occorre ricavare da questo modo di ragionare il punto di vista prospettico in cui affrontare le situazioni: attraverso il linguaggio della fine, le parole del Vangelo ci fanno comprendere il senso del fine. Su questo schermo della fine del mondo viene proiettato, non la conclusione della storia, ma il senso, la direzione verso la quale il mondo sta andando. In altre parole, il Vangelo ci invita a non trarre le conseguenze fallimentare se ciò che appare a noi sembra la vittoria del male e della corruzione. È vero, constatiamo che il male è molto forte, che i furbi e i corrotti sono vincenti, baciati dal successo e dalla fortuna e così via. Di fronte a tutto ciò è normale essere tentati di passare alla sfiducia. Ma il Vangelo ci ricorda che la misura dell’efficacia del Regno non siamo noi. Ecco perché, custodiamo con fedeltà il Vangelo e le sue sfide abbandonandoci alla fiducia. Guardare in avanti secondo questa parola corrisponde a ciò che il pensiero teologico chiama, in termini tecnici, “riserva escatologica” o, se volete, vivere l’oggi e le sue contraddizioni secondo la visione dell’oltre le apparenze di ciò che la storia evidenzia in questo momento.


Salmo 84

Tu sei buono, Signore, e perdoni,

sei pieno di misericordia con chi t’invoca.

Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera

e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Tutte le genti che hai creato verranno

e si prostreranno davanti a te, Signore,

per dare gloria al tuo nome.

Grande tu sei e compi meraviglie:

tu solo sei Dio.

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,

lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,

volgiti a me e abbi pietà


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