Meditazione domenica XIXa B - Monastero del Bene Comune

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sabato 10 agosto 2024

Meditazione domenica XIXa B

 

Ricordiamo davanti a te, o Signore

Nuova strage a Gaza, raid israeliano provoca 100 morti in una scuola piena di sfollati. Presa di mira dall’esercito israeliano con tre attacchi consecutivi per stanare membri di Hamas. La protezione civile locale ha definito un massacro atroce.

Repubblica democratica del Congo: allarmante tasso di violenza sulle donne nei campi di sfollati a Goma. Vittime e sopravvissute a violenze sessuali – si legge nell’indagine – denunciano di essere state aggredite da uomini, spesso armati, nelle foreste e nei campi dove devono andare a raccogliere legna da ardere o cibo necessario per sfamare le proprie famiglie.

Settimo giorno di proteste. La Nigeria è in subbuglio per l’ondata di proteste antigovernative e per il carovita. Violenta la reazione delle forze di sicurezza. Sarebbero 13 le persone uccise.

A Caracas una veglia dei parenti delle vittime della repressione. Chiedono la libertà dei loro familiari: circa 2.500 persone detenute nell'ultima settimana dal governo di Nicolás Maduro e 300 prigionieri politici che già si trovavano in carcere prima delle presidenziali del 28 luglio.

Siria: scontri filo-Iran e curdi. Le Forze Democratiche Siriane hanno confermato la morte di "undici civili, tra cui sei bambini", denunciando come "un massacro" il bombardamento di un villaggio sotto il loro controllo.

Israele non invitato a causa del rischio di possibili proteste per il conflitto a Gaza. Ambasciatori occidentali, compresa l'Italia, non vanno a Nagasaki e non parteciperanno alla cerimonia per il 79° anniversario.

"Basta presenza bambini in carcere". Nei giorni scorsi l'organizzazione aveva sottolineato la necessità di finanziare le case famiglia protette evitando che i bambini vivano in carcere con le madri. "Il nostro appello è rimasto inascoltato". Al 31 gennaio 2023 erano 17 i bambini di età inferiore a un anno che vivevano in carcere con le loro 15 madri detenute.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Bangladesh, il Nobel 2006 Yunus a capo del governo ad interim.  conosciuto come il “banchiere dei poveri”, sarà il nuovo capo del governo ad interim, sotto la pressante richiesta dei leader delle proteste studentesche che hanno portato alla destituzione e alla fuga in India del primo ministro. Yunus guiderà il Paese nel periodo di transizione.

Edith Stein, santa dell’empatia. L’attualità della testimonianza di Teresa Benedetta della Croce, di cui il 9 agosto, la Chiesa ha celebrato la memoria liturgica. Edith Stein si è dimostrata donna coraggiosa: si è sacrificata per il suo popolo e per la “Verità” fu deportata al campo di concentramento di Auschwitz dove morì il 9 agosto 1942. Tra i temi di maggiore impatto della carmelitana, quello sull’empatia ovvero “sentire dentro” di noi, interiormente, l’altra persona.

Sudafrica: liberati 90 etiopi vittime di traffico di esseri umani. Gli uomini erano detenuti in condizioni disumane in una abitazione fatiscente a Johannesburg.

 Michiko Kono aveva solo quattro mesi il 6 agosto 1945. Quel giorno, 79 anni fa, l'aereo da caccia statunitense B-29 sganciò la bomba atomica sulla sua città natale, Hiroshima. Ottantamila persone morirono all'istante. Michiko fu fortunata: la tavola posteriore della panca di legno la protesse dal calore e rimase illesa. Ha trascorso tutta la vita da sopravvissuta, impegnata a diffondere un messaggio di. La sua voce è in perfetta armonia con quella di Papa Francesco che ha sottolineato che "l'uso dell'energia atomica a fini di guerra è oggi, più che mai, un crimine non solo contro la dignità degli esseri umani, ma contro ogni possibile futuro per la nostra casa comune. L'uso dell'energia atomica a fini bellici - ha denunciato - è immorale, così come è immorale il possesso di armi atomiche".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…





Liberaci, o Signore, dalla tentazione di cercarti solo nel cielo. Fa che il nostro vivere insieme sia sotto il segno della preghiera e del lavoro, del silenzio e della frazione del pane. Insieme nel condividere i frutti del nostro lavoro e i doni del tuo Spirito. Amen

1Re 19, 4-8 Ef. 4,30 -5,2

Gv. 6, 41 – 51


In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

***

I testi evangelici di queste domeniche, ci fanno percorrere tutto il lungo capitolo 6° del Vangelo di Giovanni, 71 versetti; sembrano essere troppi per parlarci del pane, del Pane-Gesù. Evidentemente si tratta di una questione di capitale importanza.

Va anche detto che le comunità cristiane a cui si rivolgeva l’evangelista, a cavallo tra il primo e il secondo secolo, già da qualche decennio, la domenica, faceva l’eucaristia. Anche per questo la questione del pane era fondamentale. E, in filigrana, le parole di Gesù riguardano anche noi che la domenica, nel Giorno del Signore, celebriamo la Santa Cena.

Tuttavia, ci chiediamo perché un discorso tanto lungo in relazione a un alimento tanto semplice ed essenziale come il “Pane”?

Eppure, in quel pezzo di pane che troviamo anche sulle nostre mense è concentrata più storia umana che in un archivio di stato.

Quante lotte, sudore, lacrime, sangue e sacrifici per il pane! Quanto impegno di solidarietà, di amicizia, di fratellanza, di cooperazione, di giustizia e di cura si si concentra nel pane!

Sarà per questo che le nostre mamme ci dicevano che “il pane non si butta! È peccato”.

Cosa dice di noi esseri umani il pane? Ci insegna la via dell’umiltà, cioè che siamo humus terra e come ogni essere che abita su questa terra siamo strutturati nel bisogno di cura e di nutrimento oggi, domani e sempre. La cifra che custodisce la nostra piccolezza e la nostra grandezza è la necessità.

Dalle sue parole, comprendiamo che Gesù è venuto per nutrire. Lui ci nutre perché anche noi siamo destinati a nutrire altri mentre chi nutre solo sé stesso, crepa ingozzato.

Io sono il pane della vita”. la specificazione “della vita” lascia intuire che ci può essere anche un pane velenoso, un nutrimento che dà morte.

Possiamo avere la pancia piena, ma cosa muore in noi, anche fisicamente, se ci viene a mancare il pane della fiducia, il pane del rispetto che nutre la dignità, il pane della giusta considerazione?

Elia, nel racconto della prima lettura, perde l’appetito. La spocchioneria dei potenti sta ottenendo successo, anzi, lui che s’era messo in gioco per la giustizia e la verità, ora è un ricercato dalla polizia di stato della regina Gezabele. Sazi fino a crepare, i potenti dell’apparato di corte si fanno beffe di uno come Elia.

Elia per l’appetito: “Ora basta, Signore, per me è meglio morire”. Come dargli torto? Il racconto continua dicendo che il Signore, attraverso il messaggero, lo tocca e gli dà del cibo, cioè, entra in contatto con le sue frustrazioni, ma non le asseconda, dandogli da mangiare lo rimette in piedi perché continui ad avanzare con fiducia.

Il pane della fiducia, del perdono, della lotta per la giustizia, dell’amicizia, della fratellanza, del dialogo, il pane della stima, quello della preghiera, dell’amore per l’umanità, il pane della pace ci dà energia e ci rimette in piedi, ci fa camminare.

Se guardiamo le cose da questo versante sentiamo che le parole di Gesù “Io sono il pane della vita” assumono una pregnanza particolare.

Attraverso l’accenno alla mormorazione dei suoi uditori riguardo al fatto che Gesù è da loro considerato semplicemente “Figlio di Giuseppe”, l’evangelista Giovanni ci vuole dire che Gesù manifesta in quale modo Dio nutre di amorevolezza l’umanità. “Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui viene a me” si tratta di vedere Dio come lo vede Gesù, nella vita di Gesù.

Egli ama e nutre ciascuno di noi con il pane di vita che è Gesù, proprio perché Gesù fa parte della nostra quotidianità, anzi, è grazie alla sua debolezza che può sostenere le nostre debolezze.

Verso la fine del brano, Gesù parla della sua carne come cibo. Il riferimento eucaristico è più che evidente, tuttavia, il termine “carne” nel mondo ebraico hai il significato di esistenza precaria. Allora Gesù ci invita ad assimilare la sua esistenza concreta e fragile come concrete e fragili sono le nostre esistenze. È mettendo assieme le debolezze, le fatiche, le speranze e i fiaschi, la sensibilità umana e gli aneliti che, paradossalmente, possiamo nutrirci di vita e mandare avanti il cammino dell’umanità in questo nostro mondo.

Chiediamo sempre questo Pane.


Salmo 33

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

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