Meditazione domenica dopo Natale S. Famiglia C - Monastero del Bene Comune

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sabato 28 dicembre 2024

Meditazione domenica dopo Natale S. Famiglia C

 



Ricordiamo davanti a te, o Signore

Il sorriso di Mizzi spento dal gelo. La morte di un'anziana senza fissa dimora nella notte di Natale ha riportato l'attenzione sulla necessità di migliorare il sistema di accoglienza e cura per chi vive sulla strada. E' morta sui gradini di una chiesa in via della Conciliazione.

Gaza, almeno 50 morti nei raid vicino all’ospedale di Beit Lahia assaltato dagli israeliani. venerdì, in un attacco contro un edificio limitrofo, sono morte decine di persone, tra loro anche cinque medici. Quattro i neonati vittime di ipotermia e le temperature continuano a scendere tra i quali la piccola Sila, di tre mesi morta per ipotermia la notte di Natale.

Dalla Turchia al Rwanda, dall’Uganda al Sud Sudan sono almeno 42 quest’anno i casi documentati di persone sequestrate e riportate nei paesi da cui si erano allontanate per motivi politici. Alcuni avevano ottenuto lo status di rifugiati e avrebbero dovuto essere per questo ancor più tutelati.

Nelle ultime 24 ore, a causa degli scontri post-elettorali in Mozambico, sono morte ventuno persone, in seguito alla conferma da parte della corte suprema del Paese della vittoria del partito al potere da mezzo secolo, nelle elezioni presidenziali del 9 ottobre.

Naufragio in Congo: 38 morti e oltre 100 dispersi di cui non si ha nessuna traccia. La tragedia è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato. Il battello sovraccarico di persone in viaggio per le festività natalizie si è ribaltato sul fiume Busira, nel nord est del paese. Solo pochi giorni prima un altro battello in navigazione sullo stesso fiume era naufragato provocando la morte di 25 persone.

Il Perù dichiara lo stato di emergenza ambientale. Per il petrolio fuoriuscito dalla raffineria di Talara, nel nord. La compagnia petrolifera statale Petroperú ha riversato un carico di greggio danneggiando le spiagge della città costiera di Piura, 630 mila abitanti nel nord del paese andino. Colpiti gravemente dalla contaminazione delle acque uccelli e fauna marina 

La giornalista italiana Cecilia Sala, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran.

Unicef: 'mezzo miliardo di bambini vive in guerra'. 'Il 2024 peggio che mai. E solo il Papa ne parla'.  A questi bisogna aggiungere un miliardo di bambini, quasi la metà dell'infanzia del mondo intero, che vive in 33 Paesi ad alto rischio climatico, soggetti a disastri naturali, carestie, siccità, malattie, inquinamento.

Nuova immane tragedia in mare, lungo la rotta atlantica che dall’Africa porta verso la penisola iberica. A bordo c’erano almeno 80 migranti, tra cui 25 cittadini del Mali che sono morti nella sciagura. Undici persone, secondo il governo maliano, sono invece state salvate. Tutti gli altri risultano dispersi in mare. Le vittime potrebbero perciò essere addirittura 70

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Il patriarca Pizzaballa: la gioia del Natale svuota la retorica della guerra e dei potenti. A Betlemme, la Messa della notte di Natale del patriarca di Gerusalemme dei Latini, con l’invito ad essere “pellegrini di speranza anche dentro le strade e tra le case distrutte” dal conflitto "La Terra Santa, afferma ancora il porporato, “ha bisogno più di tutti di un vero giubileo”, di “un nuovo inizio in tutti gli ambiti della vita, di nuova visione, di coraggio di guardare al futuro con speranza, senza arrendersi al linguaggio della violenza e dell’odio, che invece chiudono ogni possibilità di futuro”.

Un Natale oltre la solitudine, nel Giubileo che ha come tema la speranza. Una grande festa, quella promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, che, a partire da Santa Maria in Trastevere - dove nel 1982 si tenne il primo pranzo di Natale con i poveri - si è allargata a tanti altri quartieri di Roma e in un centinaio di città italiane, con 80mila persone sedute a tavola. Lo stesso appuntamento, nella giornata del 25 dicembre, è stato vissuto anche in una settantina di altri paesi del mondo, con 250mila invitati.

Quel bene possibile dei comboniani nel cuore di Roma. L'Acse da oltre mezzo secolo è al servizio delle persone migranti e rifugiate a Roma. Si trova a pochi passi dal Colosseo e, tra l'altro, organizza corsi di lingua per chi vede, nell'italiano, il primo ostacolo per una vera integrazione

Il Papa apre la Porta Santa nel carcere di Rebibbia: "Aggrappatevi alla speranza". Dopo la Basilica di San Pietro, Francesco compie il rito per il Giubileo nella chiesa del Padre Nostro nel penitenziario romano. Il saluto a chi è rimasto in cella e l'augurio di buon anno, poi le dichiarazioni ai giornalisti: qui non ci sono pesci grossi, quelli restano fuori.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del

bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo





Dona ai tuoi discepoli e alle tue discepole, o Signore, di sentirci parte di un'unica famiglia, la famiglia umana, così che la stessa volontà di servirti sia l'origine di migliorare il mondo in cui viviamo. Amen


1Sam 1,20-22.24-28     1Gv 3,1-2.21-24  


 Lc 2,41-52

41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

***


Care amiche e cari amici, premetto che oggi, prima domenica del tempo di Natale è dedicata alla Santa Famiglia di Nazareth. Mi risulta difficile comprendere come il brano evangelico odierno possa essere utilizzato a sostegno del modello di famiglia così come la comprendiamo oggi. Infatti, la S. Scrittura non può essere considerata alla stregua di un prontuario su cui cercare la voce corrispondente alle varie circostanze. I vangeli sono racconti affinché i discepoli e le discepole di Gesù camminino e crescano nella fede. La famiglia di cui parla oggi il brano del Vangelo, è una famiglia che vive e si interpreta in una struttura di clan. Ancora oggi, in molte parti del mondo, la famiglia si auto comprende secondo questo paradigma. Pretendere che il Vangelo sia a supporto di quella forma di vita familiare che spesso viene definita, anche nelle chiese, ‘nucleo fondamentale della società’ è un’operazione più ideologica che di sincero “religioso ascolto della Parola di Dio”.

Il brano di Lc 2, 41-52 è circostanziato nell’ambito del pellegrinaggio annuale della festa di Pasqua.

Nel susseguirsi delle generazioni, la comunità d’Israele faceva memoria di essere stata generata da una storia di liberazione e di alleanza con Dio. La festa, celebrata di generazione in generazione, offriva la consapevolezza che quella storia non era ancora giunta al pieno compimento.

All’età di dodici anni poi, si entrava nella comunità degli adulti, ovvero, nella possibilità di decidere se a questa storia si voleva partecipare oppure no.

Dall’interloquire di Gesù con i maestri della Torah e dallo stupore che in essi suscitava, si può comprendere come egli era orientato a un totale coinvolgimento, ma con uno spirito di maturità, di consapevolezza e, come poi testimonierà nel corso della sua vita, con senso critico, infatti, dice il testo: “ascoltava e interrogava” (v.46). non si partecipa ad un’esperienza religiosa alla cieca, secondo il criterio del “s’è sempre fatto e pensato così”.

La risposta poi che egli dà alla madre preoccupata “Devo occuparmi delle cose del padre mio (devo stare nel luogo del Padre mio), conferma ulteriormente la sua decisione.

L’evangelista Luca non manca di rimarcare la permanenza di Gesù a Gerusalemme e il suo ritrovamento dopo tre giorni. Sembra voler preparare in questo modo la narrazione del destino di ciò che comporterà l’occuparsi delle cose del Padre suo. Il riferimento infatti è speculare al momento in cui Gesù ritornerà si a Gerusalemme, ma dall’apparato del tempio e dalle autorità religiose subirà l’espulsione. Gerusalemme, tuttavia, sarà anche il luogo del terzo giorno, il luogo del Risorto. Il tempio, luogo del Padre suo, sarà sostituito dalla sua persona.

In tutta la vicenda, Maria, la quale è pure simbolo dalla Comunità credente, unisce alla preoccupazione e allo smarrimento la custodia di tutte queste cose nel suo cuore.

Aver a che fare con Gesù di Nazareth, come suoi discepoli e discepole, significa allora non possedere idee chiare a suo riguardo. La dottrina ha spesso chiuso dentro schemi dogmatici e concettuali Gesù, rendendolo così controllabile ed innocuo; Gesù come parte di un sistema; Gesù imbrigliato nella struttura dottrinale e rituale della religione.

Egli invece è nelle cose del Padre perchè ci sorprende, ci preoccupa, ci stupisce, ci destruttura.

Maria, allora, è per noi maestra di discepolato perché ci insegna a custodire nel cuore queste cose; tanto a dire: consentire allo stupore e perfino alla perplessità, che possiamo avvertire nei riguardi di Gesù, di muoversi dentro di noi fino a com-muoverci.

È così che egli continua nella nostra esistenza a crescere in Sapienza età e grazia davanti a Dio e agli uomini.



Salmo 83

Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.




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