Ricordiamo davanti a te, o Signore
In Mauritania, il 33 per cento della popolazione non ha accesso del tutto a servizi idrici. Gli abitanti dipendono da mezzi di emergenza per procurarsi l’acqua, come i carri trainati da animali.
Guerre e disastri naturali. “Nel 2024 oltre duecentomila morti". Nell'anno che si sta per concludere, presentato il drammatico bilancio della fondazione Cooperazione e Sviluppo: in tutto il mondo aumentano i conflitti armati e gli eventi estremi. Tra le vittime anche centinaia di operatori umanitari. Ucraina e Gaza i luoghi più pericolosi al mondo.
Nonostante la Procura del Venezuela abbia annunciato questa settimana la scarcerazione di 533 persone arrestate in seguito alle proteste seguite alle elezioni presidenziali del 28 luglio scorso, al 16 dicembre risultavano ancora in cella 1.877 prigionieri politici.
Distrutto dalle gang l'unico ospedale di neurochirurgia di Haiti con 87 posti letto Dato alle fiamme il centro Bernard Mevs di Port-au-Prince. Le minacce contro l'ospedale erano iniziate due settimane fa quando il personale era stato costretto a trasferire i pazienti presenti nella struttura.
" I ripetuti attacchi militari di Israele contro i civili palestinesi negli ultimi 14 mesi, lo smantellamento del sistema sanitario e di altre infrastrutture essenziali, il soffocante assedio e la negazione sistematica dell'assistenza umanitaria, stanno distruggendo la vita a Gaza. È quanto emerge dal nuovo rapporto internazionale di Medici Senza Frontiere che chiede a tutte le parti "un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari".
Sale a 5 il bilancio delle vittime dell’attacco a Magdeburgo, nel land della Sassonia Anhalt, est della Germania. Il 50enne di origine saudita, medico psichiatra che lavorava da anni in una clinica di Bernburg a circa quaranta chilometri da Magdeburgo, dopo aver affittato una Bmw, alle 19 di venerdì 20 dicembre è piombato con la sua auto contro centinaia di persone che si dirigevano verso il mercatino di Natale allestito nella piazza centrale di Magdeburgo.
Il verdetto nel processo Open Arms stabilisce che il ministro non ha commesso sequestro di persona: il fatto non sussiste. Tuttavia i fatti esistono e raccontano che ci fu affronto all'umanità. Ci sono vicende in cui la verità processuale e quella fattuale confliggono. «Il fatto non sussiste». Ma i fatti, ciò nonostante, esistono.
Tunisia, strage di migranti al largo di Sfax: i morti sono 20. Erano tutti di origine subsahariana. 5 i sopravvissuti salvati dalla guardia costiera tunisina. Nel 2024 sarebbero 1452 i migranti morti o scomparsi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.
Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...
Aiutaci a custodire la speranza
Carceri, quando una cooperativa sociale vuol dire riscatto e dignità. La cooperativa sociale Giotto attiva nel carcere Due Palazzi di Padova da 40 anni favorisce il reinserimento lavorativo per molti svantaggiati, compresi i reclusi.
Ghana, più alberi grazie a un progetto scolastico delle missionarie del Santo Rosario. Le religiose hanno coinvolto i bambini delle loro scuole per piantare arbusti, erba e fiori nei terreni delle loro strutture, un modo per contribuire alla cura dell'ambiente e per garantire un futuro più verde. L'abbattimento di alberi per la combustione del carbone è comune in Ghana.
L’Arena di pace riprende il cammino. La prima assemblea post-Arena ha messo a fuoco urgenze, obiettivi e strumenti per concretizzare l’impegno per la pace assunto con l’evento del 18 maggio a Verona. Il tempo trascorso è servito a prendere atto della necessità di dare un respiro laico e di carattere nazionale e pur sempre trasversale perché la pace oggi non può più declinarsi senza attenzione a ciò che accade anche nel mondo dell’economia e del lavoro, della democrazia e dei diritti, dell’ambiente e delle migrazioni. Il cammino prosegue con un nuovo appuntamento all’inizio del prossimo anno, indicativamente a Brescia.
Grazie alla sua denuncia e al suo coraggio, «la vergogna ha cambiato lato». La vittima è diventata protagonista e accusatrice. Il volto di una donna, resa incosciente dalle droghe, sottoposta a violenza, stupro e dileggio, il volto di Gisèle, è diventato quello del coraggio e della ribellione. La sentenza del tribunale, la punizione inflitta a chi ha abusato di lei, per quanto importanti, importantissime, sono secondarie rispetto alla lezione di coraggio che ha saputo dare agli uomini e alle donne.
Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del
bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Maranatha, Maranatha, Vieni, Vieni, Signore Gesù
Anche oggi, vieni a farci visita, Signore, affinché chiunque ti cerca ti possa incontrare nella parola, nel pane e nei volti. Amen
Mi 5,1-4 Eb 10,5-10
Lc 1,39-45
39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
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La prima cosa che possiamo rilevare di questo racconto è che si tratta di un INCONTRO: l’incontro di due donne, le madri.
Nelle parti precedenti l’evangelista aveva, per così dire, costruito la narrazione su un confronto quasi antitetico tra Zaccaria e Maria; il primo non dà credito alla Parola la seconda invece sì. Ovviamente la differenza dei due viene a dare risalto alla differenza che poi si dovrà manifestare tra Gesù e Giovanni. Per l’evangelista è importante che la Comunità cristiana delle origini non ponga sullo stesso piano Gesù e Giovanni.
Ora le due traiettorie parallele convergono nell’incontro tra le due madri. La prima è riconosciuta dalla seconda e quest’ultima annuncia che il bambino che porta in grembo partecipa alla gioia di quell’incontro con esultanza (saltellò).
È l’incontro che simbolicamente esprime il compimento del Primo Testamento nel Nuovo. I due infatti, non sono contrapposti ma l’uno attende il proprio compimento nell’altro.
In considerazione di ciò, possiamo affermare che ogni cammino dell’umanità che cerca vita, pienezza di verità e giustizia (come lo fu appunto il cammino del popolo del Primo testamento), converge nel Vangelo e questo fatto è sorgente di gioia. Le due donne condividono la gioia della “Buona Notizia”. Il Vangelo che passa attraverso di loro incontrarsi assume i toni della festa e la leggerezza di una visita gradita. Probabilmente se ad incontrarsi fossero stati due uomini, quel momento avrebbe assunto i toni di una programmazione strategica o l’elaborazione di nuove regole e doveri.
Osservando i protagonisti, cioè le due madri e i due feti, di cui uno avverte e testimonia gioiosamente la presenza dell’altro, ancora una volta constatiamo che la coordinata costante dell’agire di Dio, che Luca mette sempre in evidenza, consiste nel FARE STORIA CON I PICCOLI E I POVERI. Persone che non si trovano sotto i riflettori.
Altra considerazione che possiamo realizzare osservando il testo è che, in realtà, la figura di Maria si sovrappone ad altre in modo significativo. Maria diventa figura rappresentativa. Il suo cammino diventa il nostro cammino. Il suo andare verso la cugina Elisabetta portando in grembo il figlio, è rappresentativo della comunità credente che anch’essa porta Gesù Cristo nel mondo attraverso la tstimonianza e l’annuncio in modo da suscitare gioia nel mondo.
Come Maria incontra Elisabetta e da quell’incontro scaturisce la gioia, così il cammino della comunità cristiana, portando a compimento il cammino della comunità d’Israele e visitando l’umanità con il Vangelo, suscita felicità e consolazione (Evangelii gaudium).
Infatti, il “viaggio” che Maria compie, ricalca il cammino dell’arca secondo il racconto di 2Sam. 6, 1-15 e le cose che afferma Elisabetta, richiamano quelle dette da Davide in presenza dell’arca. Anche il salto di gioia del Battista rievoca il comportamento di Davide presso l'arca. Egli ballò e saltò di gioia fino al punto di essere guardato con disprezzo dalla moglie, come se fosse uscito di testa.
4Mentre conducevano il carro con l'arca di Dio dalla casa di Abinadàb, che stava sul colle, Achio precedeva l'arca. 5Davide e tutta la casa d'Israele danzavano davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, tamburelli, sistri e cimbali.
L’arca dell’alleanza, come sappiamo, era espressione efficace della presenza di Dio che salva e guida il suo popolo. Nella citazione di 2 Sam .6, 1-15, precisamente al versetto10, si dice che, dopo tre mesi di permanenza nella casa di Obed-Edom, Davide decise di trasportare l’arca a casa sua.
10Davide non volle trasferire l'arca del Signore presso di sé nella Città di Davide, ma la fece dirottare in casa di Obed-Edom di Gat. 11L'arca del Signore rimase tre mesi nella casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.
AL termine del nostro brano evangelico, dopo il cantico del Magnificat, al versetto 56, si dice che dopo tre mesi Maria tornò a casa sua.
Maria, in quanto espressione simbolica della comunità credente, è custode di presenza che salva, anzi, per rimanere fedeli al testo, dovremmo affermare che Maria (ossia la comunità dei discepoli e delle discepole) è custode della presenza di Dio che porta gioia. Verrebbe da chiedersi se davvero l’annuncio e la testimonianza che oggi i credenti rendono al Vangelo è fonte di serenità, gioia e consolazione, o non è piuttosto ancora segnato da un cupo moralismo.
Nel testo originale la decisione di Maria di mettersi in viaggio è preceduta da un’affermazione: “Essendosi alzata”. È lo stesso verbo che indica la risurrezione. Questa donna è figura di tutti noi che, “alzati dalla misericordia del Signore”, formiamo la Comunità Chiesa che vive la vita nuova del Risorto e, come Maria presso Elisabetta, Si fa annunciatrice e testimone.
Maria è la Chiesa che accoglie la Parola, che genera il Cristo, che lo comunica agli altri, che suscita gioia nel mondo e che lo prega e lo celebra (Magnifica il Signore).
Salmo 79
Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.