Meditazione IIa domenica dopo Natale C - Monastero del Bene Comune

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sabato 4 gennaio 2025

Meditazione IIa domenica dopo Natale C

 

Ricordiamo davanti a te, o Signore

Ucraina, nel 2025 quadruplicano le tariffe del gas. Uno dei nodi centrali della guerra tra Ucraina e Russia è la questione energetica. Dopo la conferma dello stop al transito del gas russo attraverso il territorio ucraino, arrivano le prime stime economiche legate al nuovo scenario. Le tariffe per il trasporto del gas naturale in Ucraina aumenteranno di almeno il 305 per cento.

Naufragio al largo della Tunisia, muoiono in 27.  Un'imbarcazione con centodieci persone a bordo si è ribaltata al largo della Tunisia. Aumentano le partenze anche sulla rotta atlantica per le Canarie. Nel 2024 sono morte in mare più di duemila migranti.

Ancora due neonati morti di freddo a Gaza, sono sei in una sola settimana. Preoccupa l'emergenza freddo nelle tendopoli: due gemelli di soli 20 giorni sono morti per ipotermia a Deir Al-Balah.

Rapporto Fides, nel 2024 uccisi 13 missionari. 

Migranti: nel 2024, meno arrivi ma più morti. Oltre 2.200 persone morte nel Mediterraneo nel 2024.

Kenya.  Fino a 150 esponenti della comunità mijikenda vengono uccisi ogni anno sulla costa, a due passi dalla turistica Malindi. Sono accusati di stregoneria, ma la realtà è molto complessa e chiama in causa la marginalità delle popolazioni locali. Che si sono organizzate per proteggerli.

Mozambico: la crisi degenera, il paese verso una spaccatura? Continuano le manifestazioni, ci sono decine di vittime e anche una maxi evasione dal carcere di Maputo.

Venezuela, le ong denunciano torture nelle carceri. Lo fanno nel rapporto 'Prigione ingiusta, celle disumane'.  "Sono stati segnalati casi di tortura" anche nei confronti di bambini e adolescenti vittime di trattamenti crudeli, inumani e degradanti.

Bergamo. Ucciso in pieno centro, città sotto choc. Mamadi Tankara, 36 anni, era arrivato dal Gambia e lavorava nella security di un supermarket: è stato accoltellato tra le famiglie a passeggio.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Save the Children: "I leader ascoltino il Papa: istruzione per tutti i bambini del mondo". L'organizzazione impegnata nella difesa dei minori plaude alle parole del Pontefice che nelle intenzioni di preghiera di gennaio denuncia l'emergenza educativa che riguarda milioni di bambini.

Si è conclusa ieri a Sezano la “tre Giorni” di inizio anno che quest’anno ha visto la partecipazione di 40 persone sul tema “Ci Vuole un Cuore”. Il tradizionale incontro si sé concluso con messaggi di impegno e speranza inviati alle persone, alla politica e alla Chiesa.

Panama. Durante il mese di gennaio, i 20 prodotti più utilizzati siano messi a disposizione delle farmacie con uno sconto significativo. Si tratta di una misura tesa a garantire prezzi accessibili per tutta la popolazione. A questo scopo i prodotti approvati dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti e dall'Agenzia europea per i medicinali riceveranno una registrazione sanitaria automatica e immediata nel Paese ponendo fine alla cosiddetta "la mafia delle medicine" della Direzione nazionale dei farmaci.

Una parrocchia alla periferia di Napoli produrrà energia verde per i poveri. La produzione di energia sosterrà sia la parrocchia che 25 famiglie del territorio, individuate tramite il centro di ascolto e a tutti gli effetti socie della comunità energetica (ma si punta ad arrivare in poco tempo a 40


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del

bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo



O Dio, grande e buono, tu sei l'eterno innamorato. Inesausta fantasia d'amore è la tua creazione. Patto d'amore sono le tue alleanze, dolcissimo banchetto di nozze la tua eucaristia. Ti chiediamo, o Padre buono, che la contentezza di essere tuoi amici riempia il cuore di tutti i discepoli e le discepole che oggi hai convocato intorno alla tua mensa. Amen

Sir 24,1-14.12-16 Ef 1,3-6.15-18

Gv 1,1-18

1 In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2 Egli era, in principio, presso Dio:

3 tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;

5 la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.


6 Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7 Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8 Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9 Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10 Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11 Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12 A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13 i quali, non da sangue né da volere di carne

né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.


14 E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.


15 Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16 Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17 Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18 Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.



Il contesto della preghiera è il più adatto per accostare e ascoltare questo denso prologo di Giovanni. In effetti altro non è che una preghiera, un inno che l'evangelista raccoglie dalla preghiera della Chiesa o che lui ha composto per la preghiera della Chiesa. È un prologo, un'ouverture, i cui sviluppi seguiranno nella narrazione del vangelo stesso.

Quale fascino avrà mai esercitato il mistero di Cristo su Giovanni e le giovani comunità giovannee se sono giunti a ripensarlo e a celebrarlo con questi accenti lirici, fino a contemplarlo a fondamento di tutti i tempi, laddove tutti i tempi sono presenti perché ancora non sono: “In principio”. Così, l'incipit di questa preghiera è in parallelo con il racconto biblico della creazione secondo Gen 1, 1ss.: “in principio Dio creò...”.

Ma proprio in quel principio, in quel fondamento della vita, alla base di tutto insomma, non c'è una volontà cieca, un'energia eccedente che meccanicamente produce esseri. C'è la Parola, una volontà, una realtà divina di cui il donarsi fa parte del suo essere, perciò si comunica, si rivolge.

La Parola, cioè il Verbo è “rivolto verso”. Il principio di tutto l'essere, ciò che sta a alla base di ogni essere, di tutti gli esseri, di tutto il vivente e del suo dispiegarsi nel cammino della storia è la prossimità, appunto, l’essere rivolto verso.

Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla di ciò che esiste è stato fatto”. Tanto a dire: “tutto ciò che è prossimità, legame, relazione, comunione, tutto ciò è in Dio. E tutta la realtà umana e cosmica è abitata da questi legami divini”.

Per mezzo di lui”. Lui chi? Ancora non è detto, ma questo pronome lascia intravedere la vicenda di Gesù che che manifesterà nella storia le azioni e le parole di Dio.

Ciò che era in lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini”. Nel suo essere “rivolto”, nel suo essere “prossimità”, intima relazione e legame, in una parola, nell'amorevolezza dell'Amore, sta il segreto della vita, non solo del cosmo, ma dell'umano. Il nostro piccolo essere, grumo cosciente di terra e di carne, sarà in grado di lasciarci inondare da questa luce?

Avvertiamo come un continuo susseguirsi di onde che dall'oceano dell'eternità giungono sulla spiaggia della storia per rifluire là da dove provengono e ritornare nuovamente a consegnare messaggi che, da oltre il tempo, giungono a noi ed esigono una risposta, un'attenzione, un'accoglienza, una adesione.

Questa seconda parte del prologo, in due versetti, parla di luce quattro volte. La luce che illumina, a cui le tenebre non resistono, è colui che nel movimento d'onda dell'amorevolezza divina finalmente giunge laddove bramava arrivare: nella sua casa, tra i suoi di casa.

I documenti gnostici parlavano di una casa celeste a cui l'anima anela. Il mondo celeste era luogo della luce. Si doveva uscire dalla caverna della materia per accedere alla luce della verità. Non nella storia, ma oltre si approda alla realtà autentica. Per il quarto Vangelo invece “la casa” verso cui il Verbo, la Parola, è proteso, non è un luogo celeste di esistenza ideale come pensavano gli gnostici, bensì la storia terra terra.

Il Verbo si è calato in quella storia di cui fa parte anche il rifiuto, la resistenza alla luce, la tenebra, l'anticreazione, il non amore, il “rivolto su di sé” invece del rivolto all'altro, il mondo chiuso invece dell'essere prossimità, il dissolvimento invece del legame, l'autosufficienza invece della solidarietà. Questa è tenebra che rifiuta la luce. Eppure la Parola “dell'infinito sempre” vuole abitare questa casa!

Giovanni, nella sua prima lettera, dice: “Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida” (1Gv 3, 14b-15). Rimanere nella morte, odiare, essere abitati dalle tenebre vuol dire intossicarsi di dinamismi distruttivi. Ogni volta che l'umano sceglie l'affermazione dell'ego, la guerra, la vendetta, lo sfruttamento, la prevaricazione sull'altro, il possesso esclusivo dei beni destinati alla vita di tutti ecc., rifiuta la luce del Verbo perché si nega alla radicale prossimità con gli esseri e così entra nelle tenebre dell'anticreazione. Perciò non è possibile né realista pretendere di riequilibrare le situazioni, per quanto corrotte e distorte, ricorrendo ai meccanismi del male e vincendolo con una maggiore grandezza malefica.

Una simile posizione culturale e spirituale, presente anche oggi, è rifiutare colui che vuole venire tra noi per sentirsi di casa con noi.

Ma a quanti l'hanno accolto... ha dato il potere di diventare figli”. I figli, che non sono schiavi né meri esecutori di ordini, condividono i desideri del Padre. Aderire a lui, in una parola: essere dalla parte e a favore dell'umano e del vivente, significa permettere a se stessi e alla creazione e alla storia di continuare il processo generativo fino alla pienezza.

Come discepoli e discepole del Signore, o la nostra adesione alla Parola è generativa nuovi contesti, nuove qualità di relazioni, nuovi scenari di fiducia, o si riduce ad una monotona ripetitività anticamera della morte. …Invece: “In lui era la vita”!

E il Verbo s'è fatto carne”. CARNE. Nella bibbia questa parola significa esistenza fragile, debole, precaria. Colui che s'incarna partecipa pienamente alla vulnerabilità dell'umano e del creato. Venne ad abitare in mezzo a noi”. La forma verbale fa pensare all'abitazione come tenda: pose la sua tenda. La tenda non è un palazzo del potere, né il tempio di Gerusalemme. Richiama il cammino dell'esodo. Come a dire che l'incarnazione e ogni incarnazione diventano vie di liberazione se si calano dentro le fragilità e i controsensi della vita. Allora Giovanni afferma che a fondamento di tutto (in principio) non vi è la forza del potere, non l'istituzione, non la dottrina, non il denaro ecc. ma semplicemente l'amore di un Dio che è venuto ad umanizzarsi nella precarietà della tenda.

Entrare in quest'ordine di cose; in questa visione dell'esistenza e, soprattutto partecipare con la propria vita di discepoli a questo modo di essere del Verbo, è ricevere veramente da lui il dono della verità.

Ancora una volta è la testimonianza di una figura storica ad accompagnare l'onda della rivelazione nella storia: Giovanni Battista. L'inizio dell'inno s'aprì con un chiaro riferimento a Genesi (In principio...) ora, che siamo alla conclusione, il riferimento è al libro dell'Esodo nel richiamo del dono della legge attraverso Mosé. Di dono in dono, il Verbo è la pienezza del dono. Egli è la perfezione dei doni, ed ha un nome: Gesù Cristo. Se la Parola è Gesù Cristo, questi non è l'incarnazione di un concetto, ma una vicenda concreta che nella stessa creazione di Dio è promessa di bene per tutta l'umanità e per il cosmo.

I cristiani delle chiese giovannee che pregavano con questo inno erano ben consapevoli che il mistero di Gesù e la loro adesione di fede non erano il risultato di alcune congiunture casuali. Si comprendevano invece alla luce di un'amorevolezza di Dio preveniente, inesauribile, traboccante. Ebbene, questa promessa si fa presente. È tipico dell'amore farsi presente. Potremmo dire che il prologo è un inno al sempre veniente, al farsi presente di Dio. L'inno chiude l'inclusione col cantus firmus intonato all'inizio: Il Verbo rivolto verso Dio, al principio, ora, altri non è che il Figlio rivolto verso il Padre. La pienezza di Dio si manifesta e si lascia incontrare nel frammento: Gesù di Nazareth. Ma per sapere il come, sarà necessario percorrere per intero il racconto di Giovanni.

Salmo 147

Celebra il Signore, Gerusalemme,

loda il tuo Dio, Sion,

perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,

in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini

e ti sazia con fiore di frumento.

Manda sulla terra il suo messaggio:

la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,

i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.

Così non ha fatto con nessun’altra nazione,

non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

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