Meditazione Domenica VIa C - Monastero del Bene Comune

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sabato 15 febbraio 2025

Meditazione Domenica VIa C

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

  Nella regione al confine con il Venezuela i combattimenti tra Farc e Eln sono ripresi con violenza e a farne le spese sono decine di migliaia di sfollati. Oltre 46.500 bambini e adolescenti della regione che non possono andare a scuola, vittime di violenza sessuale, paura dei rapimenti e famiglie distrutte”.

Haiti, dato alle fiamme l’ospedale di Port au Prince. L’attentato ad opera delle bande armate che seminano il terrore nell’isola.

Oltre 15mila famiglie rischiano di essere in pericolo di vita a causa del blocco ai fondi dell'agenzia degli Stati Uniti per la cooperazione internazionale.

Guerra in Sudan, ucciso un altro volontario. I combattimenti nel corso della guerra civile che insanguina il Sudan provocano la morte di un volontario. Una vittima che si aggiunge alle 32 cadute lo scorso anno nei vari angoli del mondo dove imperversano crisi umanitarie.

Stato di emergenza alimentare nelle Filippine per il prezzo del riso. Manila corre ai ripari per combattere il raddoppio del prezzo del cereale, nutrimento principale nel Paese. "L’aumento della povertà, che si manifesta con l’aumento della disoccupazione e dei prezzi delle merci e dei servizi, allarga la forbice tra ricchi e indigenti".

Ero straniero… e non mi avete regolarizzato. Stando ai dati raccolti, il dossier "Ero Straniero" mostra come lo scorso anno solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilite dal governo si sia poi effettivamente trasformato in permessi di soggiorno e, conseguentemente, in lavoro stabile e regolare.

La morte dell'80% dei coralli nelle acque poco profonde al largo degli stati brasiliani di Alagoas e Pernambuco ha spinto i ricercatori dell'Università federale alagoana a lanciare l'allarme ambientale per "uno squilibrio che mette a rischio non solo la biodiversità, ma anche la pesca. La barriera corallina dell'Area di protezione ambientale (Ana) Costa dos Corais è un paradiso sottomarino tra i più grandi al mondo e ospita migliaia di specie che vivono nei mari, nei fiumi e nelle mangrovie lungo un tratto di costa di circa 130 chilometri.

Dopo il record di disboscamento registrato nel 2024, a gennaio 2025 si conferma il trend di distruzione della vegetazione del Pantanal brasiliano, la più grande pianura umida al mondo. Nel primo mese del 2025 sono già andati in fumo 10.825 ettari di superficie nel bioma.

In Venezuela, un gruppo di parenti e amici di prigionieri politici si è recato all'ufficio del Difensore civico di Caracas, controllato dal 'chavismo' al potere nel Paese caraibico, per chiedere la fine dell'isolamento dei dissidenti incarcerati da mesi, senza diritto di visita o di accesso ad avvocati difensori.

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

Gaza, l’appello di 350 rabbini: no alla “pulizia etnica" dei palestinesi. Esponenti religiosi e della società civile nordamericani si schierano sulle pagine del New York Times contro il piano del presidente Usa di far uscire il popolo palestinese dalla Striscia per creare un sito di pregio immobiliare. Il rabbino David Rosen: “Lo spostamento forzato è immorale e contrario alla convenzione di Ginevra”.

L'arcivescovo di Chicago, che già prima dell’insediamento del presidente USA si era opposto a qualsiasi programma di deportazione di massa, sottolinea la necessità per ogni cittadino di potere esprimere il proprio disaccordo verso "politiche ingannevolmente basate sulla forza" ed esprime profonda gratitudine  a Papa Francesco per la lettera inviata ai vescovi degli Stati Uniti che indica come "priorità assoluta" per i vescovi e la Chiesa degli Stati Uniti "la protezione e la difesa della dignità dei migranti". 

Due giornaliste Niloufar Hamedi e Elaheh Mohammadi sono state graziate. 

Lo riferisce un rapporto dell'IRNA. Sono state arrestate durante le proteste del 2022, per aver pubblicato rapporti e foto sulla morte di Mahsa Amini sotto custodia di polizia.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo


Vieni, Spirito, sui nostri piedi. Fa che non seguiamo mai i passi dei potenti, ma condividiamo il destino dei poveri perché si realizzi il tuo Regno di giustizia e di pace. Amen


Ger 17,5-8    1Cor 15,12. 16-20  


 Lc 6,17. 20-26


17 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla dei suoi discepoli e ne scelse dodici e gran moltitudine di gente di tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e Sidone.

20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

“Beati voi poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21 Beati voi che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi che ora piangete,

perché riderete.

22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

24 Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già la vostra consolazione.

25 Guai a voi che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi che ora ridete,

perché sarete afflitti e piangerete.

26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

***

Il v. 17. L’incipit del brano offre lo scenario a questo discorso di Gesù. Egli si trova, per così dire, al centro di un anfiteatro naturale e, sugli spalti, categorie diverse di persone ascoltano la sua Parola perché essa è appunto destinata a tutti. Ci sono i discepoli, i dodici, quelli della Giudea e di Gerusalemme, ovvero i figli d’Israele; ma sono assetati della Parola anche i pagani che appartengono al mondo extra biblico. Questo clima di universalità conferisce al discorso un tono particolarmente solenne ed incisivo: quasi un proclama sul senso della storia e della vita che va ben oltre le esigenze di ordine etico. Gesù non sta semplicemente insegnando come comportarsi in rapporto alla povertà, la sofferenza ecc., egli sta annunciando l’avverarsi di un cambiamento!


Nelle sue parole, va colta la forza di una relazione diretta, immediata, che si viene a creare tra Gesù e la gente che l’ascolta, ciò si rileva soprattutto dalla forte accentuazione sul presente: “…beati gli aventi fame adesso…i piangenti adesso…”.

Mentre nel testo parallelo di Matteo, oltre che più lungo (9 beatitudini e non 4) è privo del parallelismo antitetico dei quattro “guai”, qui il tono è profetico, vale a dire che intende offrire qui ed ora nuova luce e nuova forza a chi ascolta.

È come se Gesù partisse già da una situazione di fatto e quindi affermasse: “Voi, che siete in situazione di difficoltà, sappiate che si sta realizzando un cambiamento”. In questo senso il tono è più profetico che esortativo.

È profetico perché ribalta la situazione. Il paradigma del Vangelo non è il vantaggio ma lo svantaggio. Nel modo di agire di Dio è più forte chi è debole, più vicino chi è lontano, più felice chi porta nel cuore delle sofferenze…. Non sono i singoli dettagli della povertà, del pianto o della mancanza di alimenti necessari a dover attirare l’attenzione quanto piuttosto la prospettiva di un cambiamento – rovesciamento. In sostanza quelle cose che prima chiamavamo garanzie non lo sono affatto e ciò che ci appariva come precarietà, insicurezza, fatica ecc. si rivela come una strada feconda. Un percorso positivo che fa maturare la verità nella nostra vita.

È profetico in quanto offre un criterio che va “OLTRE” le evidenze. Gli specialisti parlano di tono “escatologico” per indicare qualcosa che riguarda il senso ultimo, il fine, qualcosa insomma di definitivo. In parole povere potremmo dire che è escatologico in quanto ci educa a non fermarci a ciò che è scontato. Che cosa è scontato? Nel caso specifico, per esempio, è scontato credere che la felicità, la fortuna, la pace, la riuscita ecc. dimorino laddove tutto funziona bene; laddove siamo garantiti dalle cose che possediamo; dai risultati che otteniamo negli investimenti; dal successo che gli altri ci riconoscono ecc.

Le persone a cui è rivolta questa Parola, i poveri, i piangenti, gli affamati… sono simbolo ed espressione di chi si trova in difficoltà di fronte alla vita. La Parola delle beatitudini rivolta a costoro non vuole essere, ancora una volta, un invito alla rassegnazione, una puntuale sublimazione. No! In realtà, il vangelo afferma che la povertà, la fatica, la situazione difficile ecc. possono diventare intrinsecamente il luogo di elaborazione del cambiamento!! Dall’interno delle contraddizioni si maturano nuovi orizzonti di umanità, nuovi orizzonti che nella predicazione di Gesù corrispondono al “Regno di Dio”.

I “Guai” corrispondono invece all’altra faccia della medaglia. Esprimono il rammarico per coloro che si fermano allo Status quo. Non sono parole di minaccia, ma di disappunto per chi non sa andare “OLTRE” il sistema, oltre ciò che appare alla superficie delle cose. Si potrebbe tradurli con la parola ahimè: “Ahimè per voi… perché non sapete quel che vi perdete…”.

C’è un’osservazione da fare a proposito della IVa beatitudine

22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.”

Ad essa, perfettamente in regola con la struttura del testo, corrisponde il IV° “guai”

26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti. “

Evidentemente Luca sta pensando alla prima generazione cristiana, quando il nome dei discepoli veniva espunto dalla lista della sinagoga, con tutto ciò che ne poteva conseguire in termini di emarginazione.

Qui i discepoli non soffrono la vessazione per un motivo generico, ma a “Causa del Figlio dell’Uomo”. Questo titolo, “Figlio dell’Uomo”, Gesù lo recupera dalla tradizione apocalittica del libro di Daniele (7,13). In realtà è un titolo che, a mio avviso, esprime un soggetto collettivo, vale a dire che non riguarda solamente la persona di Gesù ma in Gesù si manifesta una nuova umanità, un nuovo modo di essere umani. Allora, essere messi al bando a causa del “Figlio dell’Uomo” significa anche essere messi al bando perché, seguendo il poeta-profeta Gesù, si lavora per un modo alternativo di essere umani.

La situazione è molto concreta per la Chiesa: la sua condizione migliore non è quella di avere appoggi ma di essere posta ai margini. Stando nella condizione di marginalità, quindi di difficoltà di fronte alla vita, può sperimentare direttamente la condizione del “Figlio dell’Uomo”. Può fare le esperienze più stimolanti dal punto di vista della solidarietà (il regno di Dio è comunione e scambio di umanità) e dal punto di vista della evangelizzazione, può scoprire che Gesù ed il suo messaggio vengono più considerati e presi sul serio da parte di chi si sente lontano piuttosto che dai consumatori del sacro e della religione.


Salmo 1

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.


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