> 2009 giugno - Religioni e Acqua - Monastero del Bene Comune

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venerdì 16 ottobre 2009

> 2009 giugno - Religioni e Acqua

Il Monastero di Sezano, come ben sanno coloro che lo frequentano, è sempre un luogo di grande apertura all’incontro e al dialogo, ma il 14 giugno 2009 lo è stato in modo del tutto particolare.
In quella data, infatti, la Facoltà dell’acqua dell’Università del Bene Comune, in collaborazione con l'Ass. Monastero del Bene Comune,  ha organizzato una giornata ‘porte aperte’ sul tema L’acqua e le religioni, risultato di una collaborazione fra persone assai diverse per cultura, religione,ecc., ma accomunate dalla volontà di conoscersi reciprocamente, e dal desiderio di stare insieme per gustare una autentica fratellanza - al di là di ogni pregiudizio che l’uomo, specialmente di questi tempi, si costruisce per difendersi dalle proprie paure.

Collegati fra loro dalle parole di p. Silvano Nicoletto e dalle coreografie di Stefania Fuss e delle sue danzatrici, sotto l’attenta regia di Paola e la attiva presenza di Alessandro, nella mattinata si sono susseguiti i contributi delle varie tradizioni religiose presenti a Verona.
Ulderico, a nome della tradizione andina, ha collegato la limpidezza e la trasparenza dell’acqua al cuore dell’uomo e ci ha ricordato le opere di canalizzazione degli Incas; il gioioso e coinvolgente ballo di Marcia, intervenuta per dar voce alla tra dizione afrobrasiliana, ci ha fatto capire che l’acqua è dono di Dio e motivo di felicità che si traduce naturalmente in festa; Balbir, in rappresentanza della tradizione Sikh, ha molto apprezzato l’iniziativa e ha parlato del tema dell’acqua come occasione di incontro, mentre Jean-Pierre, amico africano di tradizione animista, ha versato per tre volte l’acqua sulla terra, in segno di benedizione di coloro che ci hanno preceduti,i viventi invisibili, delle persone presenti visibili e di coloro che in futuro passeranno da Sezano; Atula e Tamara hanno introdotto il messaggio di saggezza di due monaci buddisti dello Sri Lanka, che sono stati accompagnati da danze tradizionali di raffinata ed emozionante eleganza; Moshen, di tradizione musulmana, ha richiamato il fatto che la Parola di Dio alimenta l’anima dell’uomo come l’acqua dà vita al suo corpo; infine, alcuni partecipanti di tradizione cristiana cattolica hanno letto e ‘drammatizzato’ il brano della lavanda dei piedi dal Vangelo di Giovanni, spiegando, con le parole di p. Silvano, che, “come l’acqua scende verso il basso, purificando, irrigando la terra e dando vita all’uomo, così Gesù si piega, si abbassa davanti agli altri per servirli, per far crescere in loro l’umanità, la dignità, l’amore, l’intelligenza e lo spirito di servizio, fonte della vera felicità”.
Un altro momento di incontro è stato quello del pranzo, che era arricchito con cibi preparati dalle varie tradizioni presenti, e che si è svolto in un clima assai gioioso, anche grazie alla collaborazione attiva di molte persone disponibili, a partire da p.Riccardo e da tutti i collaboratori della casa.
Nel primo pomeriggio, i partecipanti si sono riuniti nel chiostro, per portare l’urna di metallo realizzata da Marco Danielon, nella quale, durante la mattina, tutti i rappresentanti delle religioni avevano unito un po’ della loro acqua, nel giardino sul retro del monastero.
Dopo essere stata versata nella canaletta costruita in passato dai monaci olivetani, l’acqua è stata fatta scendere goccia a goccia all’interno dell’antica cisterna, trasformata in Luogo della memoria, dell’incontro fra i viventi visibili e i viventi invisibili.
Qui i rappresentanti delle tradizioni religiose, riuniti attorno alla tavola della condivisione (un’antica macina per l’olio reinterpretata da Danielon come luogo simbolico dell’incontro tra tutti gli uomini) hanno portato immagini di testimoni rappresentativi della loro fede e della loro cultura: così si è creato uno spazio ricco di significati, dove l’acqua scende nel profondo, scava nell’intimo, feconda il silenzio, invita a riconoscere l’altro per poter creare una vera unione. Uno spazio aperto, condiviso, dove, per entrare, è necessario chinarsi, riscoprirsi umili.
Al termine dell’incontro, Riccardo Petrella, preside della Facoltà dell’acqua, ha ripreso il concetto - già espresso dalle varie tradizioni religiose - che l’acqua, in quanto fonte della vita per tutta l’umanità e per tutto il creato, non deve e non può dividere gli uomini tra loro, ma, al contrario, deve essere elemento
di unione e di fratellanza universale.
Ha quindi invitato i partecipanti a non fermarsi alle emozioni vissute durante la giornata, ma ad operare concretamente per una politica che, da un lato combatta ogni spreco ed abuso, e dall’altro garantisca l’acqua come bene comune, come diritto non negoziabile per tutti.
In conclusione, si può dire che, se Dio “si presenta a noi come profondo sentimento che ci collega tutti nella sua amorosa presenza”, secondo le parole di Giovanni Vannucci, quello di domenica 14 giugno è stato un giorno pieno di Dio, come dimostrava il fatto che molti dei partecipanti, giunto il termine dell’incontro, faticavano a lasciarsi e sentivano di tornare a casa più buoni.

Andrea Grubissich, fonte Il Missionario 09/2009

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